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Campi estivi, un’occasione vocazionale

Le esperienze oratoriane dei campi estivi sono un’occasione preziosa, data la presenza dei ragazzi in un contesto particolarmente favorevole, per trattare temi vocazionali. Ecco, ad esempio, il testo del sussidio dell’oratorio della Beata Vergine a Cremona, utilizzato durante il soggiorno a San Martino di Castrozza dal 23 al 29 luglio. Il CDV, compatibilmente con le forze in campo, è disponibile a tenere riflessioni vocazionali nei campi estivi (o invernali) di qualunque oratorio ne faccia richiesta.

Oratorio “Beata Vergine” – Campo estivo a San Martino di Castrozza.

Salita e “vocazione”.

Ne vale la pena.

 

Salire la montagna: non è obbligatorio.

Si può restare in pianura.

Ma, salendo, la qualità della vita aumenta.

Così è la vocazione. Si può rimanere al livello base.

Ma, dicendo qualche “sì”, la vita migliora.

Vogliamo provare?

Primo spunto. LA METAFORA

La vita, intesa come un cammino nella fede, da percorrere in questo mondo per arrivare infine a Dio, è paragonata ad un’escursione fatta in montagna: un’escursione che

  1. è faticosa (come può esserlo la vita);
  2. si snoda tra le rocce e le asperità del terreno (le sfide e le difficoltà della vita di tutti i giorni);
  3. è punteggiata, qua e là, anche da sorgenti e oasi dove trovare ristoro (il Signore che sempre ci accompagna e che sempre possiamo incontrare nella quotidianità);
  4. necessita di strumenti appositi come scarponi, zaino, bastone, corda, torcia, bussola, ecc. (per la vita si tratta della fede, a sua volta generata dall’azione dello Spirito);
  5. porta verso una mèta precisa, in grado di ripagarci della fatica sopportata nel corso del cammino (per il cristiano si tratta di Dio).

Secondo spunto: mettersi in cammino

Iniziare un cammino può essere faticoso, può indurre a chiedersi “ma chi o cosa me lo fa fare?”, soprattutto se, all’inizio, non sono chiari né la mèta né le difficoltà che incontreremo. Per questo la decisione di cominciare un cammino comporta coraggio e fiducia nell’obiettivo perseguito.

LETTURA BIBLICA: La chiamata di Abramo (Gn 12,1-9).

1 Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò. 2 Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. 3 Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». 4 Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. 5 Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan 6 e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei. 7 Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questo paese». Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. 8 Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. 9 Poi Abram levò la tenda per accamparsi nel Negheb.

ATTIVITA’: Dopo aver introdotto Abramo e sottolineato il coraggio che dovette avere per iniziare un cammino dalle prospettive ignote, diamo ad ogni squadra un’immagine e 8 didascalie (è infatti fondamentale dividere i ragazzi in squadre, così da ”frammentare” il disordine; si potrebbero dividere i ragazzi in 4 squadre). L’immagine raffigura un personaggio conosciuto (può trattarsi di un santo ma non necessariamente) perché nella sua vita ha saputo iniziare, come Abramo, un cammino dapprincipio nebuloso ma che poi si è rivelato giusto e concludente. I personaggi potrebbero essere i seguenti:

  • Don Pino Puglisi;
  • Alcide De Gasperi;
  • Nelson Mandela;
  • Santa Madre Teresa di Calcutta (o anche Rosa Parks).

Per ricostruire la storia del personaggio, ogni squadra avrà bisogno di 8 didascalie (dove si trovano le informazioni biografiche), che però saranno sparpagliate e divise tra le altre squadre. Ergo, le squadre dovranno confrontarsi le une con le altre per trovare i ”pezzi mancanti”, scambiarli e ricostruire così la storia del loro rispettivo personaggio.

Valore aggiunto dell’attività:

  • operativo: i ragazzi hanno la possibilità di approfondire il discorso sul cammino, precedentemente fatto, mediante la conoscenza di alcuni personaggi ”concreti”: la possibilità di scoprire che il cammino di vita è qualcosa di molto vicino ad ognuno di noi (quello che poi è il senso ”moderno” di santità)
  • ludico: l’attività aiuta a rendere la catechesi meno noiosa e più interattiva
  • di socializzazione: le squadre interagiscono tra di loro e cooperano per potersi scambiare le didascalie
  • PREGHIERAPer fare strada

Arriva un giorno in cui bisogna lasciare tutto, abbandonare tutto: mettersi in cammino, anche se è faticoso. È la dinamica stessa dell’esistenza che chiama ad uscire da sé, dalle proprie abitudini, dalle proprie sicurezze e a mettersi in ricerca.

Può essere un Sogno, una Voce, una Persona a metterti in movimento… ciò che conta è che tu sia disposto a partire, che tu sia disposto a rischiare, nonostante le paure, le incertezze, le incognite che avvolgono il futuro.

Terzo spunto: un cammino pieno di difficoltà e ostacoli

Il cammino può essere disseminato di difficoltà, prove e minacce: bisogna esserne consapevoli, in quanto cristiani, e pronti ad affrontarle con la giusta tempra e con l’aiuto del Signore.

LETTURA BIBLICA: Vi mando come pecore in mezzo ai lupi (Mt 10,16-25)

16 Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19 E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: 20 non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. 21 Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. 22 E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. 23 Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo. 24 Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; 25 è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!

ATTIVITA’: Dopo aver letto il passo di Matteo, ci si può ricollegare ai personaggi forti (De Gasperi, Mandela, ecc) del giorno precedente e alle difficoltà, ostacoli e prove che, nel loro cammino e nelle loro imprese, essi incontrarono e dovettero affrontare.

Se in giornata è prevista un’escursione veramente lunga e faticosa, potrebbe usata come metafora, nel corso della giornata, per tornare sull’argomento principale, ossia le difficoltà del cammino di vita, e così ricollegarci al brano di Matteo.

Infine, prima di iniziare il viaggio di ritorno verso casa, il discorso fatto potrebbe essere concluso con un’attività simbolica: invitare i ragazzi a scegliere i compagno/a con cui scambiare il proprio zaino, così che uno porti su di sé lo zaino dell’altro e viceversa. Tutto questo con un senso preciso:

  • se la vita può esser disseminata di prove e avversari pronti a mettere i bastoni tra le ruote, allora bisogna esser capaci di aiutarsi, come cristiani e tra cristiani;
  • scambiarsi lo zaino è anche un atto di fiducia: ti affido le cose che mi sono più utili per affrontare il cammino; quindi, ripongo in te la mia massima fiducia;
  • infine, si tratta di uno stratagemma per fare ulteriormente interagire i ragazzi, con le prevedibili proteste che molti (soprattutto le ragazze) solleveranno, senza però stemperare il lato divertente dell’attività.

PREGHIERA: Signore, io vorrei essere tra quelli che sanno partire e rischiano la vita…

Signore, io vorrei essere tra quelli che sanno partire e rischiano la vita.

Signore, tu sei nato durante un viaggio e sei morto come un malfattore, dopo aver percorso, senza soldi tutte le strade: quelle dell’esilio, dei pellegrinaggi, e delle predicazioni itineranti.

Fammi uscire dal mio egoismo e dalla mia comodità, perché segnato dalla croce, io non tema la vita difficile e i momenti in cui si rischia la propria vita. I momenti in cui si è impegnati con la propria responsabilità.

Ma Signore, al di là di tutte le avventure più o meno sportive, al di là di tutti i rischi di una vita più o meno segnata nell’azione, rendimi disponibile alla bella avventura a cui tu mi chiami.

Ho impegnato la mia vita, o Signore, sulla tua parola. Ho giocato la mia vita, o Signore, sul tuo Amore.

Quarto spunto TEMA: Incontrare Dio per la strada  

Nel cammino, nonostante le difficoltà, non siamo mai abbandonati da Dio, che anzi possiamo incontrare se ci mettiamo nella giusta disposizione: vigili, umili eD aperti.

LETTURA BIBLICA: Dio appare ad Elia (1Re 19,9-13) e L’apparizione di Gesù ai discepoli sulla strada per Emmaus (Lc 24,13-35)

13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33 E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

ATTIVITA’: Riprendendo l’immagine del cammino, quando facciamo un’escursione faticosa e difficoltosa può capitare di trovare una sorgente d’acqua, alla quale dissetarsi così da rinfrescarsi; o un’oasi fresca e ombrosa, dove riposarsi e riprendere le forze per meglio affrontare il cammino.

Allo stesso modo, nel cammino della vita incontriamo Dio, che è nostra acqua e nostra oasi, disposto ad offrirci riparo e sostentamento per ricostituire le nostre forze. Ma il punto è: come e dove troviamo Dio?

  • nella Parola
  • nell’Eucarestia, cioè la Messa
  • nel prossimo
  • nella storia, cioè nella vita di tutti i giorni, dove però la sua presenza risulta essere meno visibile all’occhio umano.

Per far capire ai ragazzi questi quattro punti, può essere svolta un’attività in due parti, ognuna accompagnata da un preciso brano della Bibbia:

  • Costruire una portantina, una specie di barella, segno del riposo e del ristoro per chi non è in grado, temporaneamente, di provvedere a se stesso. Può essere realizzata con spago portato da casa e legno e materiali di fortuna trovati in montagna. La costruzione di questa portantina simboleggia i Sacramenti dell’Eucarestia e della Penitenza.
  • lettura di 1Re 19,9-13 (Elia incontra il Signore sul monte), per far capire ai ragazzi che l’azione di Dio nella storia non è appariscente e megalomane ma discreta e silenziosa, ragion per cui occorre essere vigili, attenti, + brainstorming in cui ai ragazzi viene chiesto di scrivere in quali eventi della storia e/o della vita sono riusciti a riconoscere l’azione di Dio.

Queste due attività focalizzano solamente sull’Eucarestia – Penitenza e sull’azione di Dio nella storia; ma, al termine, sarà facile far capire ai ragazzi che sono stati toccati anche gli altri due punti, ossia

  • la Parola (perché, per svolgere le due attività, saranno stati appositamente letti due brani della Bibbia, principale guida e punto di riferimento di ogni cristiano)
  • e il prossimo (perché, anche in questa occasione, i ragazzi hanno lavorato insieme, confrontandosi e aiutandosi in uno spirito di amicizia).

Le squadre dovrebbero svolgere tutte e due le attività, ma non allo stesso tempo (per evitare confusione), bensì due a due: due squadre fanno il pane mentre altre due il brainstorming, per poi invertirsi.

Il pane impastato dai ragazzi, una volta cotto in forno, deve ovviamente essere mangiato, ma in uno spirito di condivisione: ciò significa che, talvolta, le varie pagnotte fatte dai ragazzi dovrebbero essere da loro e tra loro divise. Questo atto di condivisione del pane potrebbe tanto più ricordare l’Eucarestia se (nel caso in cui sia presente un sacerdote) le pagnotte venissero benedette prima d’iniziare il pranzo.

PREGHIERA: Mostrami il tuo volto

Cerco il tuo volto, Signore, non nascondermelo. Insegnami, nel profondo del cuore, dove e come cercarti,

dove e come trovarti. Ovunque presente, perché non ti vedo? Abiti, lo so, una luce inaccessibile. Ma ove risplende questa luce e come giungere ad essa? Chi mi guiderà, chi mi introdurrà, perché ti possa vedere?

Riguardami, Signore, ed esaudiscimi. Dammi la luce e mostrati. Abbi pietà del mio volerti trovare, che nulla posso senza te. Mi inviti a guardarti: aiutami, insegnami a cercarti! Non posso farlo se tu non me lo insegni.             (Sant’Anselmo d’Aosta)

Quinto spunto: in cammino (missione) con i mezzi adatti – Per fare un buon cammino servono strumenti adeguati

LETTURA BIBLICA: Non prendete né oro né argento (Lc 9,1-6)

1 Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. 2 E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3 Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. 4 In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. 5 Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». 6 Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

ATTIVITA’: Ci concentriamo sulla necessità di non farsi distrarre dai beni terreni, sapendo rinunciare a ciò che è superfluo così da non essere appesantiti nel corso del nostro cammino.

Per far capire questo, vengono presentati alle 4 squadre degli ”strumenti da escursione” (zaino, bussola, vestiti di ricambio, borraccia, panino, carte da gioco, pallone, cellulare, i-pod, ombrello, k-way, occhiali da sole, crema abbronzante, ecc.): esse dovranno, a turno, prendere uno alla volta, finché tutti gli oggetti non saranno stati presi o finché le squadre non avranno dichiarato di non volere nient’altro.

Alle squadre sarà spiegato che dovranno dotarsi solo degli strumenti che ritengono VERAMENTE NECESSARI per fare una breve e semplice escursione di 1 km. Se riterranno di non avere l’occorrente, potranno rivolgersi alle altre squadre e chiedere loro di cedere un oggetto oppure di barattare un oggetto con un altro. Alla fine, quando tutte le squadre avranno dichiarato di avere tutto l’occorrente, gli animatori passeremo a giudicarle per stabilire quale, fra di loro, si sia attrezzata meglio per l’escursione. Se nessuna squadra sarà risultata vincente in base ai criteri di giudizio, verrà concesso loro un secondo ed ultimo turno per ottenere e scambiare gli strumenti necessari.

Vince la squadra che rinuncia a TUTTI gli oggetti, capendo che, per fare una camminata di un solo kilometro, non c’è bisogno di nessuno strumento da trekking, ma solo di gambe per muoversi e voglia di camminare. Il messaggio da capire è quindi sottile, e non è detto che qualche squadra ci arrivi: in questo caso starà agli animatori, dopo il secondo turno, interrompere il gioco e spiegare alle squadre qual era il modo per vincere ed il significato del gioco: per svolgere un buon cammino, è necessario liberarsi della zavorra, delle cose che appesantiscono e rallentano. Così anche per il cammino di vita, in cui, forti dell’unico strumento valido che è la fede, siamo chiamati a liberarci dalla schiavitù dei beni terreni per guardare ai beni del cielo.

PREGHIERA: Signore Gesù Cristo, custodisci questi giovani nel tuo amore …

Signore Gesù Cristo, custodisci questi giovani nel tuo amore, Fa’ che odano la tua voce e credano a ciò che tu dici, poiché tu solo hai parole di vita eterna. Insegna loro come professare la propria fede, come donare il proprio amore, come comunicare la propria speranza agli altri. Rendili testimoni convincenti del tuo Vangelo,

in un mondo che ha tanto bisogno della tua grazia che salva. Fa’ di loro il nuovo popolo delle Beatitudini,

perché siano sale della terra e luce del mondo all’inizio del terzo millennio cristiano. Maria, Madre della Chiesa, proteggi e guida questi giovani uomini e giovani donne del ventunesimo secolo.

Tienili tutti stretti al tuo materno cuore. Amen.       (Giovanni Paolo II)

Sesto spunto: TEMA: Arrivo a destinazione – La gratificazione che si sperimenta quando infine si raggiunge la mèta fissata.

LETTURA BIBLICA: La ricompensa a chi rinuncia (Lc 18,28-30)

28 Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29 Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, 30 il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell’età futura la vita eterna».

ATTIVITA’: Per far sperimentare ai ragazzi la bellezza di un traguardo raggiunto, di un tesoro trovato, di un obiettivo centrato, può essere organizzato il gioco della “caccia all’animatore”.

PREGHIERA: L’ateo e la rupe

Un ateo precipitò da una rupe.  Mentre rotolava giù, riuscì ad afferrare il ramo di un alberello, e rimase sospeso fra il cielo e le rocce trecento metri più sotto, consapevole di non poter resistere a lungo.  Allora ebbe un’idea.  “Dio!”, gridò con quanto fiato aveva in gola.  Silenzio! Nessuna risposta.  “Dio!”, gridò di nuovo.

“Se esisti, salvami e io ti prometto che crederò in te e insegnerò agli altri a credere”.  Ancora silenzio! Subito dopo fu lì lì per mollare la presa dallo spavento, nell’udire una voce possente che rimbombava nel burrone.

“Dicono tutti così quando sono nei pasticci”.  “No, Dio, no!” egli urlò, rincuorato.  “Io non sono come gli altri. Non vedi che ho già cominciato a credere, poiché sono riuscito a sentire la tua voce? Ora non devi far altro che salvarmi e io proclamerò il tuo nome fino ai confini della terra”.  “Va bene”, disse la voce. “Ti salverò. Staccati dal ramo”.  “Staccarmi dal ramo?”, strillò l’uomo sconvolto.  “Non sono mica matto!”.

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Vocazione, una scelta “logica”

Pubblichiamo l’intervento di don Davide del CDV di Cremona sul numero di giugno di “Chiesa in  Cammino” (il periodico del Seminario Vescovile

Vocazione: un biglietto “ordinario” per la felicità

Per quanto si possa riflettere sulla vocazione, non si riesce mai a togliere, a questa parola, un certo “alone” di eccezionalità che da sempre la connota. Quando non si tratta di fastidio, comunque è sempre una sorta di timore reverenziale a permeare le reazioni che tale idea suscita.

E’ pur vero che l’aspetto più visibile alla gente, cioè il numero di persone che sembrano aver ufficialmente aderito ad una vocazione, con la sua esiguità, sembra avallare una interpretazione simile.

Ma noi possiamo provare, almeno nelle nostre teste, a cambiare le cose, attraverso un semplice ragionamento. Proviamo a vedere se le seguenti affermazioni, che dipendono l’una dall’altra, stanno in piedi. Se così è, la vocazione dovrebbe diventare un fatto “normale”. Se, invece, anche una sola di esse non regge, fa cadere anche tutte le altre e allora siamo veramente autorizzati a trattare la vocazione come un caso speciale, riservato a pochi eletti.

Dunque. Dio, da sempre, manda segnali all’umanità, per il suo bene. La Bibbia descrive tutti gli sforzi del Signore per educare il Suo popolo. Sempre nelle Bibbia, vediamo che tutte le volte che il popolo ebraico ha ascoltato Dio, gliene è venuto del bene, viceversa ha avuto grandi problemi quando ha fatto il contrario. La stessa cosa possiamo constatare noi, nella nostra esperienza personale: la fedeltà al Vangelo, anche quando ci ha richiesto molto, non ci ha mai “traditi”: sfidati, sì, ma sempre in vista di un bene maggiore. Possiamo quindi dire che Dio “chiama” a cose impegnative, ma che non si tratta mai di un imbroglio. Seguire la propria coscienza, attraverso la quale Dio ci parla, perciò ci conduce a compiere scelte che, portandoci su di un piano superiore, avvicinano a Dio e realizzano il nostro bene. Rispondere di sì a tali stimoli dovrebbe quindi essere naturale, rappresentare la “normalità” per un cristiano.

Il ragionamento fila? Rimane in piedi? Oppure ha qualche anello debole che ne inficia la validità? A me sembra che l’impianto tenga. Se così è, allora possiamo tranquillizzarci sull’idea di vocazione. Ascoltare la propria significa dunque accettare il suggerimento di Gesù di provare ad imitarlo; rinunciare alla via più facile, anche se meno etica; non ignorare il senso di inadeguatezza che abbiamo dentro, quando facciamo qualcosa di sbagliato; non mettere limiti alla nostra voglia di essere conformi a Cristo; non guardare con sospetto le pagine di Vangelo più impegnative; essere onesti con noi stessi quando sentiamo che una certa frase della Buona Novella è rivolta proprio a noi.

Per un cristiano, la vocazione è, in altre parole, un invito alla coerenza. Rispondere di sì a piccole o grandi chiamate vuol dire trarre le logiche conseguenze da un’immagine di Dio che ci ama e che non ci imbroglia. Magari, così, la vocazione fa un po’ meno paura. Appare un po’ più “logica”.

Ma possiamo provare a tradurla in una maniera ancor più convincente. Dio ci ha preparato un posto, su misura, nel Suo Regno, che, al momento, magari non ci piace tanto perché abbiamo paura di perdere qualcosa. Temiamo di perdere, perché non sappiamo bene quanto è grande ciò che troveremo. Conoscendo il Signore poco a poco, impareremo a fidarci, il timore diminuirà e comprenderemo la vera funzione di quel posto personalizzato che Lui ha pensato per noi: diventare felici ed aiutare gli altri ad esserlo altrettanto. Insieme a Lui.

 

Don Davide Schiavon

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Gli animatori del grest di tutta la città in preghiera a Cristo Re

Ha avuto forti accenti vocazionali la veglia preparata dai vicari di città per gli animatori del grest 2017, che ha avuto luogo nella chiesa di Cristo Re la sera di martedì 6 giugno. Prendendo spunto dalla creazione e dai quattro elementi che fanno da filo conduttore al tema di quest’anno, c’è stata l’opportunità di riflettere sui capisaldi della fede e sul ruolo dei ragazzi all’interno di questo mondo che Dio ci ha donato. La partecipazione è stata forte, anche a livello numerico, e sentita.

Ecco qualche immagine e il testo della veglia.

TERRA

https://www.youtube.com/watch?v=a_urxI9L5Ak

Genesi creazione – intervallato da: Laudato sii, Signore mio…

 

Laudato sii, Signore mio (4 v)

 

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

 

Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.

 

Dio disse: “Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

 

Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona.

 

Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto”. E così avvenne. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

 

Dio disse: “Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte”. E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi e le stelle. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

 

Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra”. Dio creò tutti gli esseri viventi che guizzano nelle acque e tutti gli uccelli alati. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

 

Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie”. E così avvenne. Dio vide che era cosa buona.

 

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.

E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

 

 

La terra è il mondo che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, un uomo fatto esso stesso di terra, perché possa esserne custode attento e premuroso. La terra è il dono e il segno della promessa di libertà per il popolo d’Israele, per il popolo che Dio ama e che vuole libero. Ma cosa significa custodire? Come possiamo tradurre questo compito? L’impegno è di prenderci cura di ciò e dichi ci sarà affidato con pazienza e disponibilità, disposti ad essere come il seme di grano che caduto in terra e morto a se stesso, ha dato e dà molto frutto. Rinunciamo al tempo per noi per dedicare energie e cuore agli altri, sporcandoci le mani con la terra, sporcandoci di noi per riconoscere limiti e risorse che ci caratterizzano. Per questo, preghiamo insieme:

 

preghiera responsabilità uomo verso il creato: riflessione e preghiera del sussidio FOCr e/o della Laudato sii

 

Dio Onnipotente,

che sei presente in tutto l’universo

e nella più piccola delle tue creature,

Tu che circondi con la tua tenerezza

tutto quanto esiste,

riversa in noi la forza del tuo amore

affinché ci prendiamo cura

della vita e della bellezza.

Inondaci di pace,

perché viviamo come fratelli e sorelle

senza nuocere a nessuno.

O Dio dei poveri,

aiutaci a riscattare gli abbandonati

e i dimenticati di questa terra

che tanto valgono ai tuoi occhi.

Risana la nostra vita,

affinché proteggiamo il mondo

e non lo deprediamo,

affinché seminiamo bellezza

e non inquinamento e distruzione.

Tocca i cuori

di quanti cercano solo vantaggi

a spese dei poveri e della terra.

Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,

a contemplare con stupore,

a riconoscere che siamo profondamente uniti

con tutte le creature

nel nostro cammino verso la tua luce infinita.

Grazie perché sei con noi tutti i giorni.

Sostienici, per favore, nella nostra lotta

per la giustizia, l’amore e la pace.

 

 

ACQUA

 

Nella Bibbia, l’acqua è simbolo di purificazione e salvezza, è la possibilità di rinascere a vita nuova: il Nilo che salva la vita a Mosè, le acque del mare che si dividono per lasciar passare il popolo d’Israele e quella del Giordano con la quale Giovanni battezza.

L’uomo ha bisogno dell’acqua per vivere e per sopravvivere, Gesù stesso la chiederà alla Samaritana, ma l’acqua da sola non basta: c’è bisogno dello Spirito Santo che ci rende uomini e donne pieni di vita.

Senza l’acqua non c’è vita: “chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno, anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.” (Gv 4,14). Lasciamoci provocare da quest’acqua che parla di essenzialità perché la nostra vita sia piena e perché noi siamo trasparenti e autenticamente capaci di esserci.

 

Insieme vogliamo rinnovare le promesse del nostro Battesimo, confermate nel giorno della nostra Cresima. Ringraziamo Dio per il dono dell’acqua battesimale, ripetiamo le nostre rinunce a tutto ciò che è male e la nostra professione di fede.

 

Ad ogni invocazione, ripetiamo insieme: Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Padre misericordioso, dal fonte del Battesimo hai fatto scaturire in noi la nuova vita di figli.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu dall’acqua e dallo Spirito Santo fai di tutti i battezzati un solo popolo in Cristo.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu infondi nei nostri cuori lo Spirito del tuo amor per darci la libertà e la pace.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu chiami i battezzati perché annuncino con gioia il Vangelo di Cristo nel mondo intero.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Dio Onnipotente che nei segni della nostra fede rinnovi i prodigi della creazione, ti ringraziamo per quest’acqua battesimale; fa’ che tutti i rinati nel Battesimo siano annunciatori e testimoni del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
  2. Amen.

 

  1. Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
  2. Rinuncio.

 

  1. Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarti dominare dal peccato?
  2. Rinuncio.

 

  1. Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
  2. Rinuncio.

 

  1. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
  2. Credo.

 

  1. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
  2. Credo.

 

  1. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
  2. Credo.

 

Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.

  1. Amen.

 

Ora ci possiamo avvicinare al fonte battesimale e, dopo aver intinto la mano nell’acqua benedetta, fare il segno di croce, ringraziando nel silenzio Dio nostro Padre per averci fatto suoi figli in Gesù con il dono dello Spirito.

 

segno dell’Acqua

 

canto: La canzone della Speranza

Canto di pace di serenità, di chi ha fiducia nella Tua bontà,

per la promessa che non morirà crediamo in Cristo vivo

che cammina ogni momento accanto a noi e che perdona chi vive col cuore in umiltà.

Canto di gioia di felicità, di chi ha scoperto nella Sua bontà

una sorgente che non morirà, sorgente di speranza nel mistero della vita, vivo in Lui:

 

e non è più la fantasia che ci porta a sognare, che ci porta a sperare

nella vita del cielo, dono per l’eternità.

Vieni a cantare la gioia di credere, vieni a scoprire che la Resurrezione

è la speranza che ci rende liberi, è la certezza di chi non muore mai.

 

Canto di festa dell’umanità, per la salvezza nella sua bontà,

festa di un mondo che non morirà un mondo di speranza,

nel mistero della vita vivo in Lui…

 

 

 

FUOCO

Atti 2, 1-12 (Pentecoste)

1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”. 12Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: “Che cosa significa questo?”.

 

Lo Spirito Santo dona coraggio e forza, aiuta a trovare le soluzioni migliori alle difficoltà che si incontrano, ci permette di vivere sempre in comunione con Dio, per essere trasformati dal suo amore e donarlo poi ai fratelli che incontriamo. Per questo insieme lo invochiamo:

 

preghiera allo Spirito (sussidio FOCr)

Non ti chiedo né miracoli né visioni

ma solo la forza necessaria

per portare il tuo fuoco in questo mondo.

Rendimi attento e inventivo

per scegliere al momento giusto

conoscenze ed esperienze

che mi toccano particolarmente.

Rendi più consapevoli le mie scelte

nell’uso del mio tempo,

donandomi di capire ciò che è essenziale.

Ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:

perché non mi lasci, semplicemente,

portare dalla vita ma organizzi con sapienza

lo svolgimento della giornata.

Aiutami a far fronte all’immediato

e a riconoscere l’oggi

come il momento decisivo per essere.

Dammi di riconoscere con lucidità

che le difficoltà e i fallimenti della vita

sono occasione di crescita e maturazione.

Fa’ di me un uomo capace di raggiungere

coloro che hanno perso la speranza

e dammi non quello che io desidero

ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.

Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.

Amen

 

 

canto: Invochiamo la tua presenza

Invochiamo la tua presenza vieni Signor.

Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.

Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.

Acqua viva d’amore questo cuore apriamo a Te.

 

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,

scendi su di noi.

 

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,

invochiamo la tua presenza scendi su di noi.

Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.

Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te.

 

 

VENTO

 

Lo Spirito Santo è un dono d’amore che non sai da dove viene né dove va. E’ difficile da quantificare: quanto è grande? Quanto pesa? Quanto misura? Lo Spirito Santo è come il vento: ci smuove e ci indica la direzione verso il bene. Se ci lasciamo condurre da Lui, ci farà sentire più vicino al Signore, ci solleverà e ci porterà più vicino al cielo. Pensate al vento come piega gli alberi, in particolare quelli più esili e proprio per questo più resistenti al cambiamento; così anche lo Spirito soffia in noi e ci sostiene quando l’amore e la cura ci mettono a dura prova. Non sempre è facile stare nella relazione con gli altri e con Dio, in una relazione di amore sincero e di prossimità.

 

Occorre innanzitutto aprire gli occhi sulla realtà che ci circonda e capire che le difficoltà degli altri ci riguardano, non possono lasciarci indifferenti, tocca a noi fare qualcosa per cambiare in meglio il mondo nel quale viviamo…

 

 

sermig dati ONU

 

Ascoltiamo la testimonianza di due persone che hanno cercato di dare la loro risposta a questa domanda…

 

testimonianza suor Anna Nobili PIF: https://www.youtube.com/watch?v=_6oD-RFbhkI

testimonianza d’Avenia: https://www.youtube.com/watch?v=4QJpSCcLUK8

 

 

BENEDIZIONE

 

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.

 

  1. Manda il tuo Spirito, Signore, su questi ragazzi che stanno per iniziare l’avventura del GrEst come animatori ed educatori. Dona loro fiducia in se stessi e in te, fa che si aiutino e sostengano a vicenda e possano, insieme, diventare custodi sensibili e generosi della tua creazione e della vita dei fratelli.
  2. Amen.

 

  1. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
  2. Amen.

 

  1. Con gioia ed entusiasmo, usiamo i doni ricevuti da Dio custodire il mondo creato per noi e servire i fratelli con amore. Andiamo in pace.
  2. Rendiamo grazie a Dio.

 

 

canto finale: Soffierà

Tu sei la prima stella del mattino,

tu sei la nostra grande nostalgia,

tu sei il cielo chiaro dopo la paura,

dopo la paura di esserci perduti,

e tornerà la vita in questo mare.

 

Soffierà, soffierà il vento forte della vita,

soffierà sulle vele e le gonfierà di te! (2 v)

 

Tu sei l’unico volto della pace,

tu sei la speranza nelle nostre mani,

tu sei il vento nuovo sulle nostre ali,

sulle nostre ali soffierà la vita,

e gonfierà le vele per questo mare.

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Pizzighettone, S. Vincenzo Grossi e le vocazioni

Ha avuto un ‘intonazione decisamente vocazionale l’omelia della S. Messa a Pizzighettone, la domenica 21 maggio, presieduta da don Michele Gianola, direttore del Centro Regionale Vocazioni, nell’ambito della celebrazione eucaristica che ricordava l’ordinazione presbiterale di San Vincenzo Grossi nell’ambito del centenario della sua morte. Il sacerdote, durante la celebrazione a cui era presente una nutrita delegazione delle suore Figlie dell’Oratorio, fondate da San Vincenzo, prendendo spunto dalla vita del Santo, ha sottolineato l’importanza della vocazione insita in ogni vita cristiana, auspicando che Pizzighettone, e la diocesi di Cremona in generale, vedano fiorire anche oggi numerose risposte positive ai richiami di Dio. Ottima la presenza e la partecipazione della popolazione locale.

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Paderno Ponchielli, un rosario per le vocazioni

Il gruppo di preghiera, una quarantina di persone, che ogni domenica si riunisce per la recita del rosario presso la chiesa parrocchiale di Paderno Ponchielli, il 14 maggio ha pregato, oltre che con il parroco don Claudio Rasoli, anche con l’incaricato del Centro Diocesano Vocazioni don Davide Schiavon. Quest’ultimo ha anche illustrato l’importanza di momenti come questo e stimolato ad essere perseveranti. L’occasione è stata anche propizia per riflettere sulle vocazioni.

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Seminario e CDV, le vocazioni al centro

Molto interessante e partecipato l’incontro di mercoledì 10 maggio tra i seminaristi, insieme al rettore don Marco d’Agostino, e don Davide Schiavon, nuovo incaricato del CDV, che proprio da don Marco ha ricevuto il testimone. E’ stata l’occasione per ragionare dei giovani, della Chiamata del Signore e dei modi per facilitarne le dinamiche. Don Davide ha anche illustrato le linee guida del CDV dell’anno pastorale 2106/2017, le riflessioni che le hanno ispirate ed i punti da focalizzare per l’anno prossimo, chiedendo anche consigli e pareri che hanno arricchito il dibattito e costituito preziosi spunti. Qui sotto la presentazione che ha fatto da scaletta all’incontro.

Seminario 10-5-2017_pdf

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Spinadesco, gli adolescenti riflettono su entusiasmi e paure, alla luce della fede

La sera di venerdì 28 maggio, presso la parrocchia di Spinadesco, il gruppo di adolescenti guidato dal parroco don Pietro Samarini e dalla loro catechista ha preso parte a un incontro, preparato dal Centro Diocesano Vocazioni, sul tema delle proprie certezze e delle proprie paure, considerate a seconda che le si inquadri o meno in un’ottica di fede.

Qui di seguito la traccia della serata e una presentazione in powerpoint, scaricabile, utilizzata come supporto multimediale.

Spinadesco, venerdì 28-4-2017 – Incontro con le superiori

Né impaurito,

né temerario.

Semplicemente…al sicuro

 

Le mie sicurezze. Le mie paure. Sono fondate?

Di solito ho paura di…

  • Restare solo
  • Non essere all’altezza
  • Perdere le persone più care
  • Vivere una vita senza soddisfazioni

Ciò che mi dà fiducia e sicurezza

  • Le mie capacità
  • La speranza che la vita abbia in serbo cose buone per me
  • Le mie amicizie
  • La mia bravura nel cavarmela in ogni situazione.

Alla luce di questi due elementi quale può essere la strategia “vincente” nella mia vita?

E se inserissi anche la presenza di Dio?

Come potrebbe influire sulle mie paure?

Come sui miei punti di forza?

Cosa avrei da “perdere”?

Cosa da “guadagnare”?

Matteo 28,18-20

18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Lavori di gruppo:

  • Che differenza c’è tra camminare da soli e camminare in compagnia?
  • Alla fine, qual è il vero motivo per non aver paura (messaggio g.m. preghiera vocazioni)?
  • E quale il vero motivo per essere contenti?
  • Come ridefiniresti le tue paure e le tue soddisfazioni, alla luce della fede?

Spinadesco ven 28 aprile 2017_PDF

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25 aprile, le rosarianti affollano il Seminario

Molto sentita e ben riuscita è stata la giornata per le vocazioni sacerdotali, che ogni anno si tiene il 25 aprile in via Milano 5, organizzata dal Seminario di Cremona. Diverse centinaia di persone sensibili al discorso vocazionale, provenienti dall’intera diocesi, hanno preso parte al rosario, alla S. Messa presieduta dal rettore don Marco d’Agostino ed alla elevazione musicale a cura della corale di Soncino. Ci si è poi spostati nel grande corridoio a vetrate per un rinfresco, per poi concludere nel salone con l’estrazione dei biglietti della lotteria. Anche quest’anno si è trattato di un’occasione importante e piacevole per ritrovarsi, accomunati da una causa nobile e urgente: pregare perché Dio mandi operai nella Sua messe.

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Giovani e Vocazione, in cattedrale l’incontro sulla preghiera.

Elevatissima la qualità (anche se non esorbitante il numero dei partecipanti) dell’ultimo incontro vocazionale diocesano con la presenza del Vescovo Antonio, che si è tenuto in cattedrale la sera di venerdì 21 aprile, per i 18-30enni dell’intera diocesi. Per i presenti, netta è stata l’impressione di aver investito bene il loro tempo, grazie a tre interventi appassionati (Elena Poli sul rapporto tra arte e e spiritualità, l’insegnante di religione Simone Ferrari sul fascino della Sacra Scrittura come sorgente per la preghiera ed il Vescovo Antonio sulle motivazioni per una spiritualità seria) che hanno fornito spunti e argomenti forti a favore del mezzo più sicuro per progredire nella fede: la preghiera partendo dalla Bibbia.

Dopo i quattro incontri nelle macrozone tra ottobre e novembre, che hanno mostrato la presenza, al tempo stesso, di una grande sete di verità e di un notevole spaesamento all’interno del mondo giovanile, stavolta si è cercato di ridurre il disorientamento cominciando a parlare di uno dei pilastri della fede, la preghiera, appunto.

Qui di seguito, il testo dell’incontro, scaricabile in PDF, e qualche immagine della serata.

Incontro vocazional finale ven 21 aprile_PDF

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Rosarianti e Fortes in fide, il 25 aprile festa in Seminario

Come da tradizione, martedì 25 aprile si terrà, presso il Seminario Vescovile di Cremona, la giornata dedicata ai gruppi delle “Rosarianti” e dei “Fortes in fide”. Ogni anno i seminaristi, insieme agli educatori, organizzano questo momento di condivisione e di festa per ringraziare coloro che si impegnano, con la preghiera e con la carità, a sostenere il nostro seminario diocesano.

I gruppi, provenienti da tutto il territorio della diocesi, sono attesi nel pomeriggio di martedì 25 aprile. L’accoglienza a partire dalle ore 14. Alle 14.30 la recita del Rosario e alle 15 la celebrazione della Messa.

A seguire è previsto un momento di festa insieme per conoscersi, ritrovarsi e condividere parte del proprio tempo.

Durante la giornata sarà anche possibile sottoscrivere o rinnovare il proprio abbonamento al giornale del Seminario, Chiesa in Cammino, da poco rinnovato nella sua veste grafica e nei suoi contenuti.

Vi saranno, inoltre, un mercatino floreale e una lotteria, per sostenere i progetti di carità del Seminario.

Ma lo scopo principale resta il ringraziamento che il Seminario vuole offrire a chi prega per i seminaristi e i preti coinvolti nella formazione dei futuri sacerdoti. La presenza di coloro che si impegnano in questo senso, quindi, sarà davvero molto gradita.

(dal sito della diocesi)

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