Verso l’anniversario dell’Apparizione a Caravaggio: il calendario dei riti. Il rettore don Mascaretti: «Al servizio della misericordia»

Giovedì 26 maggio mons. Napolioni presiederà il Pontificale alle ore 10 e la memoria del prodigioso incontro tra Maria e Giannetta alle ore 16.40. La novena sarà predicata dall'emerito Lafranconi

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Sarà il vescovo Antonio a presiedere i riti del 584° anniversario dell’Apparizione della Vergine Maria a Giannetta presso il santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio. Da quel prodigioso incontro, avvenuto alle ore 17 del 26 maggio 1432, è sorto uno dei luoghi mariani più amati e frequentati del nord Italia, meta, ogni anno, di centinaia di migliaia di pellegrini e di turisti. Sarà la prima volta di mons. Napolioni, ma anche del rettore don Antonio Mascaretti, alla guida del complesso mariano dal settembre 2015.

La novena in preparazione alla festa, che sarà predicata dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, avrà inizio martedì 17 maggio: fino a sabato 21 saranno due gli appuntamenti più significativi. Alle 6.30 sarà celebrata la S. Messa con omelia e al termine verrà recita la supplica, mentre alle 17 sarà pregato il rosario meditato che si concluderà anch’esso con la supplica.

Domenica 22 maggio la Messa della novena sarà celebrata alle ore 7, mentre il rosario meditato sarà alle ore 15.

Lunedì 23, martedì 24 e mercoledì 25 si tornerà agli orari consueti: 6.30 la Messa e 17 il rosario. In più il mercoledì sera, alle ore 21, la parrocchia dei Santi Fermo e Rustico di Caravaggio animerà la consueta veglia dell’Apparizione.

Particolarmente intenso il programma celebrativo del giorno annivesario, giovedì 26 maggio. Le prime Messe saranno alle 6.30 e alle 8.30 e si concluderanno entrambi con la recita della supplica. Alle ore 10 mons. Napolioni, vescovo di Cremona, presiederà il solenne Pontificale che terminerà con la benedizione papale con annessa indulgenza plenaria. Saranno presenti le autorità del territorio e i sacerdoti delle zone pastorali prima e seconda. I canti saranno proposti dall’unione corale “Don Domenico Vecchi” diretta dal maestro Giovanni Merisio.

Alle 14.30 inizierà la recita continuata del rosario che si protrarrà fino alle 16.40 quando ci sarà la memoria dell’Apparizione e il canto del Vespro. Anche questa solenne liturgia – che culminerà con l’aspersione dei fedeli con l’acqua del Sacro Fonte – sarà presieduta da mons. Napolioni.

La giornata si concluderà alle 18 con la S. Messa vespertina e la supplica.

Tutte le celebrazioni potranno come sempre essere seguite in diretta audio sul sito internet del santuario: www.santuariodicaravaggio.org.

 

Il rettore don Mascaretti: «Santuario, strumento della misericordia di Dio»

mascaretti-evid-kykG-U43090680982029GnE-1224x916@Corriere-Web-Bergamo-593x443In occasione dell’anniversario dell’apparizione della Madonna a Caravaggio mi piace riproporre le parole che Papa Francesco ha rivolto agli operatori dei Santuari lo scorso 21 gennaio, che tracciano alcune linee guida: «la parola-chiave che desidero sottolineare è accoglienza: accogliere i pellegrini. Con l’accoglienza, per così dire, – ci giochiamo tutto -. Una accoglienza affettuosa, festosa, cordiale e paziente. Ci vuole anche pazienza! I Vangeli ci presentano Gesù sempre accogliente verso coloro che si accostano a Lui, specialmente i malati, i peccatori, gli emarginati».  Per il Papa l’accoglienza è una forma di evangelizzazione, che in maniera particolarmente favorevole si rivela nei luoghi mete di pellegrinaggi. Evangelizzazione nella forma di espressione di devozione popolare, che non vuol dire semplicistica o banale, anzi a volte più vera, forse perché muove le corde più sentimentali e profonde dell’esperienza umana.  Continua il Papa : «Il pellegrino che arriva al Santuario è spesso stanco, affamato, assetato… E tante volte questa condizione fisica rispecchia anche quella interiore. Perciò, questa persona ha bisogno di essere accolta bene sia sul piano materiale sia su quello spirituale. È importante che il pellegrino che varca la soglia del Santuario si senta trattato più che come un ospite, come un familiare. Deve sentirsi a casa sua, atteso, amato e guardato con occhi di misericordia».

Proprio nell’anno giubilare della misericordia sono forse la familiarità del tratto e la semplicità del gesto (anche liturgico, ben curato e attento alla partecipazione dei fedeli) che caratterizzano l’azione del Santuario nel vivere e testimoniare la misericordia.

Chi vive la vita del Santuario sa che il momento forse più profondo e ricercato è il Sacramento della Riconciliazione. Continua il Papa: «Un’accoglienza del tutto particolare è quella che offrono i ministri del perdono di Dio. Il Santuario è la casa del perdono, dove ognuno si incontra con la tenerezza del Padre che ha misericordia di tutti, nessuno escluso. Chi si accosta al confessionale lo fa perché è pentito, è pentito del proprio peccato. (…) I sacerdoti che svolgono un ministero nei Santuari devono avere il cuore impregnato di misericordia; il loro atteggiamento dev’essere quello di un padre». Questa è e deve essere la prospettiva principale del Santuario: porsi come strumento della misericordia di Dio che, unita alla devozione popolare, può anche per alcuni suscitare il risveglio della fede.

Don Antonio Mascaretti
Rettore del Santuario di S. Maria del Fonte
presso Caravaggio

 

L’antica storia dell’Apparizione

L’anno 1432 dalla nascita del Signore, il giorno 26 maggio alle ore cinque della sera, avvenne che una donna di nome Giannetta oriunda del borgo di Caravaggio, di 32 anni d’età, figlia di un certo Pietro Vacchi e sposa di Francesco Varoli, conosciuta da tutti per i suoi virtuosissimi costumi, la sua cristiana pietà, la sua vita sinceramente onesta, si trovava fuori dall’abitato lungo la strada verso Misano, ed era tutta presa dal pensiero di come avrebbe potuto portare a casa i fasci d’erba che lì era venuta a falciare per i suoi animali.

Quand’ecco vide venire dall’alto e sostare proprio vicino a lei, Giannetta, una Signora bellissima e ammirevole, di maestosa statura, di viso leggiadro, di veneranda apparenza e di bellezza indicibile e non mai immaginata, vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco.

Colpita dall’aspetto così venerando della nobile Signora, stupefatta Giannetta esclamò: Maria Vergine!

E la Signora subito a lei: Non temere, figlia, perché sono davvero io. Fermati e inginocchiati in preghiera.

Giannetta ripose: Signora, adesso non ho tempo. I miei giumenti aspettano questa erba.

Allora la beatissima Vergine le parlò di nuovo: Adesso fa quello che voglio da te…

E così dicendo posò la mano sulla spalla di Giannetta e la fece stare in ginocchio. Riprese: Ascolta bene e tieni a mente, perché voglio che tu riferisca ovunque ti sarà possibile con la tua bocca o faccia dire questo…

E con le lacrime agli occhi, che secondo la testimonianza di Giannetta erano, e a lei parvero come oro luccicante, soggiunse:

L’altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell’iniquità degli uomini, perché essi fanno ciò che è male ogni giorno di più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ciascuno che digiunino a pane ed acqua ogni venerdì in onore del mio Figlio, e che, dopo il vespro, per devozione a me festeggino ogni sabato.

Quella metà giornata devono dedicarla a me per riconoscenza per i molti e grandi favori ottenuti dal Figlio mio per la mia intercessione.

La Vergine Signora diceva tutte quelle parole a mani aperte e come afflitta. Giannetta disse: La gente non crederà a me.

La clementissima Vergine rispose: Alzati, non temere. Tu riferisci quanto ti ho ordinato. Io confermerò le tue parole con segni così grandi che nessuno dubiterà che tu hai detto la verità.

Detto questo, e fatto il segno di croce su Giannetta, scomparve ai suoi occhi.

Tornata immediatamente a Caravaggio, Giannetta riferì tutto quanto aveva visto ed udito. Perciò molti – credendo a lei – cominciarono a visitare quel luogo, e vi trovarono una fonte mai veduta prima da nessuno.

A quella fonte si recarono allora alcuni malati, e successivamente in numero sempre crescente, confidando nella potenza di Dio. E si diffuse la notizia che gli ammalati se ne tornavano liberati dalle infermità di cui soffrivano, per l’intercessione e i meriti della gloriosissima Vergine Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo.

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