Venerdì sera a Bozzolo la cantata sacra “La più bella avventura”

Alle 21 nella chiesa parrocchiale di S. Pietro l'esecuzione dell'opera, ispirata a don Mazzolari, composta da Federico Mantovani

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Grande musica per don Primo Mazzolari venerdì 21 giugno a Bozzolo, nella sua chiesa di S. Pietro. Il Coro polifonico cremonese proporrà la cantata sacra “La più bella avventura” che, eseguita in prima assoluta nella Cattedrale di Cremona il 18 settembre 2010, intende porre al centro di un’opera musicale contemporanea l’attualità di una riflessione e di una testimonianza talvolta scomode, proprio perché profetiche, ma di stringente significato ancora oggi, in un’epoca segnata dallo smarrimento delle coscienze.

La serata, con inizio alle ore 21, è sostenuta dalla Parrocchia di Bozzolo, dall’Amministrazione comunale di Bozzolo e dalla Fondazione Don Primo Mazzolari con il contributo della Fondazione Cariplo e della Fondazione Comunità Mantovana Onlus e il patrocinio di Regione Lombardia per celebrare il sessantesimo della morte di don Primo.

Interpreti dell’opera, composta dal cremonese Federico Mantovani, il tenore Cosimo Vassallo, che dà voce alle parole di don Primo, il baritono Valentino Salvini (la voce della Scrittura) e il Coro Polifonico Cremonese, che commenta con intensità i passi più significativi del testo, la voce recitante dell’attore Alberto Branca e l’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici. Dirige il concerto il compositore dell’opera, il maestro Federico Mantovani.

 

La più bella avventura

Il libretto, organizzato dal compositore, è strutturato sul continuo intersecarsi dell’orizzonte della Parola con quello della riflessione mazzolariana, di una riflessione che di volta in volta diventa monito, supplica, preghiera, slancio appassionato, denuncia, pura poesia.

La scrittura di Mazzolari si presenta musicalissima e fortemente teatrale (come del resto lo era quella degli amati S. Agostino o degli autori francesi, ardimentosi e fiammeggianti cristiani, citati in tante occasioni: Mauriac, Claudel, Péguy…): una scrittura che procede per impulsi, suggestioni, ispirazioni improvvise, enunciati lirici e appassionati. Vi domina un’accentuata, straripante emotività: l’impronta dell’amore e della sofferenza del testimone che scruta i propri tempi e i tempi che verranno.

Il compositore, autore di grandi affreschi musicali sacri (ultimo, in ordine di tempo, l’Oratorio Canto di misericordia, composto per il Giubileo), ha  estrapolato, da alcuni scritti di Mazzolari, passi sempre volutamente brevi e incisivi, in grado di segnare una traiettoria rappresentativa di un’avventura evangelica profetica: l’inquietudine della fede, la sconvolgente estensione della carità, la coscienza della giustizia, la sollecitudine ad un impegno avventuroso, la predilezione per i poveri e i lontani, il dovere della pace, la forza redentrice dell’amore, la missione della testimonianza coraggiosa e fedele, il senso della Chiesa come casa del Padre.

L’opera si presenta così articolata in cinque sezioni: Voce di profeta, Impegno e cammino, Giustizia, carità e pace, La più bella avventura e Obbedientissimo in Cristo.

In Voce di profeta domina una coralità scolpita su solide armonie e sostenuta dal colore bronzeo degli ottoni, alternata alle armonie degli archi su cui si dipanano le parole del recitante e il primo intervento lirico del tenore: «Ho sete della tua parola, come l’esule ha sete di patria, come il cuore ha sete d’amore: Signore, parlami».

In Impegno e cammino si giustappongono due caratteri musicali: il pulsare ritmico ostinato, ad esprimere l’idea dell’andare, del camminare (Vivere è camminare) e una lirica cantabilità, come nella parte del tenore in Pellegrino dell’assoluto.

La terza e più ampia sezione, Giustizia, carità e pace, è segnata da un montaggio di sequenze musicali eterogenee: l’affettuoso corale Vedo e abbraccio tutto il dolore dell’uomo, il drammatico e straziante registro delle pagine di Passione, la cantabilità aperta dell’O salutaris Hostia, il monito insistito del Tu non uccidere (con un breve inciso che rimbalza fra le voci del coro, mentre il recitante pronuncia sentenze di pace sui ribattuti dissonanti dell’orchestra), l’ampio e appassionato melodizzare delle Beatitudini.

La quarta sezione, che dà il titolo a tutta l’opera, è organizzata seguendo il percorso della riflessione sulla parabola del Prodigo: dall’esortazione a cercare la verità nella carità (Chi non ama rimane nella morte) al riconoscimento della propria colpa e al grido rivolto a Dio perché liberi dal peso dello smarrimento, dal ritorno alla casa del Padre (Io torno a colui che mi ha mandato) alla gioia di tutto il creato per l’anima redenta (Alleluia. Lodate il Signore perché è buono).

L’ultima parte della Cantata è incentrata sulla figura di Mazzolari sacerdote, ed è dominata da alcuni passaggi del suo bellissimo testamento spirituale, in cui il parroco di Bozzolo afferma ancora una volta la fedeltà e l’obbedienza a Cristo e alla Chiesa («obbedientissmo in Cristo», scriverà al Vescovo Mons. Cazzani). Il basso e il coro intonano il severo e solenne Tu es Sacerdos, mentre il finale si chiude con le parole che Mazzolari volle come epitaffio sulla propria tomba, tratte dal libro del profeta Geremia: «Et ego non sum turbatus, te, Pastorem, sequens».

Conclude l’opera il Te Deum di ringraziamento al Padre misericordioso: «In Te, Signore, ho sperato. Non sarò confuso in eterno».

 

L’originalità della Cantata

La più bella avventura di Federico Mantovani è un volo alto. Si tratta di un’opera insieme laica e religiosa. Per questo è mazzolariana fino al midollo. È laica perché esprime temi di profonda umanità: la coscienza, la giustizia, l’impegno, la pace… Ed è contemporaneamente religiosa: la più bella avventura diventa profezia dentro la storia di una Parola che non passa. La sete di Dio e la carità, intesa come sguardo e abbraccio del dolore umano, alimentano la fede.

Uno dei motivi di originalità della Cantata è il ruolo centrale della parola. La musica qui fa da cassa di risonanza alla Parola evangelica. Allo stesso tempo la parola di Mazzolari invoca una musicalità che tocchi le corde dell’anima.

È un lavoro che fa emergere il vero don Primo Mazzolari: profeta, ministro della Parola, prete della Chiesa al servizio dell’annuncio del Dio di misericordia. Attraverso le pagine di don Primo emergono la bellezza e l’attualità del Vangelo. Per questo l’opera trova nelle beatitudini il suo cuore: è la rivelazione più alta del messaggio di Gesù Cristo.

Se in campo culturale c’era bisogno di una ventata di novità portata dall’alleanza tra le note e una parola che provoca, scuote, muove e commuove, ecco una risposta straordinaria. All’altezza. Frutto del volo alto della fede. Scusate se è poco…

don Bruno Bignami
Presidente Fondazione “Don Primo Mazzolari”

 

Il maestro Federico Mantovani

Laureato in Lettere moderne, diplomato in Musica corale e Direzione di coro, in Composizione e in Direzione d’orchestra, si è segnalato in concorsi internazionali di Composizione, vincendo la selezione per la “Biennale dei giovani artisti dell’Europa mediterranea” (Lisbona 1994), il Premio internazionale di composizione di musiche da film “Premio Rota – giovani” presieduto da Ennio Morricone (Roma 1997), il Secondo Premio al Concorso Internazionale di Composizione “Guido d’Arezzo” 1998 e il Primo premio al prestigioso Concorso internazionale di musiche per il cinema “Nascimbene Award” (2004). Docente presso il Conservatorio di Mantova e la Scuola diocesana di Musica sacra di Cremona, è attivo come compositore, direttore di coro, direttore d’orchestra e musicologo. Nel maggio Duemila ha presentato a Sarajevo la composizione Elegy per orchestra d’archi dedicata ai bambini vittime della guerra. Nell’agosto del 2002 è stato ospitato come direttore d’orchestra e compositore nell’ambito della rassegna “Estate ai fori”, organizzata dal Comune di Roma in collaborazione con l’Associazione Civita presso i Mercati di Traiano di Roma. Ha collaborato con l’attore Carlo Rivolta per il ciclo “Socrate e la vita filosofica”, scrivendo le musiche di scena della Apologia di Socrate e di Fedone (Roma, luglio 2003). Ha composto l’opera-musical Faust. La tentazione, andato in scena in diversi teatri. Dalla fine del 2003 è direttore artistico e musicale del Coro Polifonico Cremonese, che ha diretto in importanti concerti sinfonico-corali in Italia e all’estero (Passione secondo S. Marco di Perosi, Petite Messe Solennelle di Rossini, Ein Deutsches Requiem di Brahms, Requiem di Mozart, Stabat Mater di A. Dvořák, Missa Solemnis di Schubert, Messe di Haydn, Lauda Sion di Mendelssohn, Stabat Mater di Caldara, Cantate di Bach, Messa di Gloria di Puccini al Teatro Ponchielli …) .

È autore di musica da camera, di scena, sinfonica e di importanti lavori di musica sacra per soli, coro e orchestra, presentati con successo di pubblico e di critica: Pater pauperum, Vergine Madre, La più bella avventura (ispirata al pensiero di don Primo Mazzolari), Accendere, attendere (Oratorio composto in collaborazione con il poeta Davide Rondoni), Con Te (Cantata sacra commissionatagli dal Vescovo di Cremona ed eseguita a conclusione delle celebrazioni per l’Anno della Fede). La Cantata Con Te, inserita nell’edizione 2014 del “Festival Musica e Cultura” di Orvieto «per la sua altissima qualità artistica e per l’intensa spiritualità che la contraddistingue», è stata eseguita nello splendido Duomo della città umbra. Nel 2012 ha concluso l’opera lirica per bambini Bandiera su testo di Mario Lodi. Nell’agosto 2014 ha diretto il primo concerto della neonata Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Mantova, con un programma dedicato alle musiche da film di Nino Rota. Quattro suoi lavori su testi di Claudio Saltarelli sono stati eseguiti a Piacenza in prima mondiale in occasione di EXPO 2015. È compositore residente presso la “Società dei concerti” di La Spezia per gli anni 2015-2016.

 

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