Il secondo incontro di Tds-Traiettorie di sguardi, svoltosi presso la parrocchia del Maristella nel pomeriggio di domenica 19 novembre, ha avuto come ospite Jhonny Dotti, cooperatore e imprenditore sociale, amministratore unico di Welfare Italia, ma prima di tutto – come si definisce lui – marito e padre. A lui è stato chiesto di far riflettere la platea di giovani sul tema della comunità a partire dal brano di Atti degli Apostoli (At 2,42-47).
La tesi attorno a cui l’ospite ha articolato il suo intervento è che se il singolo ricerca un rapporto significativo con Dio al di fuori della comunità, questa ricerca è puro narcisismo. Il singolo rischia un pericoloso decentramento.
La parola comunità negli anni si è pervertita e ha perso quel significato originario che troviamo nel testo degli Atti degli Apostoli. È una parola che oggi rischia di diventare retorica. Come recuperarla? In un sistema tecnocratico fondato sul binomio “mi piace/non mi piace” è necessario ripensare al fatto che il Dio cristiano non è binario ma trinitario, è per natura relazionale. Il Dio cristiano è dunque un Dio comunitario.
In una società che parla di individuo e non di persona, che crea il mito del “farsi da sé” e dell’”appartamento”, il rischio di perdere questo senso comunitario è molto alto. Il cristiano è dunque chiamato per sua natura a riscoprire il suo essere comunitario e a dare nuova vita all’abitare, all’economia e alla politica proprio nel segno della comunità, dell’essere persona e non dell’essere individuo, dell’essere con gli altri nella quotidianità e nella normalità a cui la vita mette di fronte.
Introduzione all’incontro
Relazione di Jhonny Dotti
Risposte al dibattito
Resoconto del precedente incontro: