Un’estate di sport anche in carcere con gli istruttori del Csi

Da due anni gli educatori sportivi del Csi collaborano con gli oratori per il Grest. E da quest'estate due giovani professionisti propongono un percorso anche per i detenuti di Ca' del Ferro

image_pdfimage_print

Quest’anno il Centro sportivo italiano di Cremona ha messo a disposizione alcuni istruttori sportivi per le attività negli oratori durante il Grest. Allo stesso tempo è stato attivato da marzo fino a fine luglio un nuovo percorso sportivo con gli istruttori sportivi Csi presso la Casa circondariale di Cremona. «Questo è il secondo anno che proponiamo dei laboratori a fondo sportivo nel rispetto delle norme covid» racconta don Paolo Arienti, assistente ecclesiastico del Csi cremonese.

«Alcuni giovani laureandi in Scienze motorie si sono resi disponibili e così negli oratori possiamo offrire su richiesta una formazione agli animatori oppure moduli di attività sportiva basata su un nuovo approccio multi sportivo che destruttura la vecchia idea dello sport monotematico. In questo modo i ragazzi possono fare diverse esperienze» ha spiegato don Arienti.
Anche in carcere il Csi è riuscito a portare una ventata di novità, grazie a due giovani istruttori: Andrea Benna e Simone Moiocchi.

«Da marzo a oggi abbiamo avuto la possibilità di insegnare un po’ di attività fisica ai carcerati, suddivisi in otto sezioni: li abbiamo visti migliorare giorno per giorno e questo ci rende felici. In palestra e all’aperto abbiamo avuto modo di relazionarci con loro spiegando le regole del basket o mostrando come eseguire esercizi a corpo libero. Per me è stata un’occasione di arricchimento anche umano» ha raccontato Benna. Gli fa eco Moiocchi: «Durante le due ore che abbiamo a disposizione con loro giochiamo a basket o a calcio oppure facciamo atletica o il percorso vita. Gli incontri si tengono due volte a settimana e ci siamo coordinati fin dall’inizio con la direzione dell’istituto penitenziario, con gli agenti e i cappellani in modo da essere preparati a tutto tondo – ha continuato l’istruttore – si tratta di un’esperienza particolare perché le procedure per entrare in carcere sono rigide, giustamente. Pian piano, però, abbiamo preso familiarità con l’ambiente e con le persone che abbiamo incontrato: non sempre tutto è facile, ma lo sport insegna anche questo: a stare insieme, la disciplina e la condivisione o il cambiare la propria visione scoprendo anche cose nuove».

Maria Acqua Simi
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail