Una nuova guida per conoscere la Cattedrale

In Camera di Commercio a Cremona presentato il volume curato da Frangi e Tanzi per Officina libraria. Un’iniziativa della Cattedrale nell’820° della canonizzazione di Sant’Omobono

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Una nuova piccola grande guida per la nostra Cattedrale. Sono gli stessi curatori a presentare il volume “il Duomo di Cremona” Durante l’evento organizzato presso la Camera di Commercio. 

Alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e del parroco della cattedrale monsignor Alberto Franzini, gli storici dell’arte Francesco Frangi e Marco Tanzi illustrano così l’idea è il progetto di questo volume agile e scritto con un linguaggio moderno e innovativo da giovani studenti di storia dell’arte per recuperare e Far conoscere ai Cremonesi (ma non soltanto) quello che lo stesso monsignor Franzini ha ricordato essere come il simbolo della storia e dell’identità della città e della diocesi di Cremona, che pure rappresenta uno dei più importanti monumenti religiosi e artistici di tutto il Nord Italia per la ricchezza dei suoi tesori.

Un patrimonio che come sottolinea anche l’introduzione del libro mostra lo straordinario sviluppo della ricerca artistica e dell’espressione della fede nel corso dei secoli fin dal medioevo fino ai capolavori del ciclo di affreschi cinquecenteschi e ancora fino a giungere in epoche più recenti.

Uno scrigno di capolavori raccontati attraverso le fotografie di Marco Ranzani e i testi di Secondo Brugnoli, Andrea Fenocchio e Jessica Ferrari, Che sotto la guida dei due esperti curatori hanno dato forma a questa preziosa edizione pubblicata da Officina Libri.

LA SCHEDA DEL LIBRO

«Tra le grandi cattedrali romaniche padane – si legge nella presentazione della guida -, quella dedicata a Santa Maria Assunta a Cremona è una delle più ricche di testimonianze figurative alte e stratificate, che improntano il lento passare dei secoli di segni di particolare rilievo. I nomi dei più grandi maestri, in prima persona o nell’accezione medioevale di bottega, si susseguono fitti: Wiligelmo, Antelami, l’eccelso Marco Romano, i campionesi, arricchiscono la facciata con opere grandiose e suberbe, aristocratiche e terragne. Nell’interno poi, il ciclo di affreschi nella navata maggiore con le Storie della Vergine e di Cristo squaderna come in nessun altro luogo i sintomi dell’incalzante rinnovamento in atto nella pittura italiana del primo Cinquecento, dal classicismo senza errori di Boccaccio Boccaccino alle inquietudini eccentriche e ponentine di Altobello Melone e di Gianfrancesco Bembo, del bresciano Romanino e del friulano Pordenone, cui spetta il gran finale con la clamorosa e baluginante Crocifissione della controfacciata. Accanto a questi due poli, la facciata e la navata, si aggregano capolavori di tutti i secoli, pittura, scultura, oreficeria. Cicli tardogotici nelle volte delle navatelle, che rimandano al gusto delle miniature e dei Tacuina sanitatis; la grande croce d’argento quattrocentesca; alcune tra le sculture più importanti ed espressive del Rinascimento in Lombardia; gli affreschi e le tele dei Campi, i massimi esponenti della scuola pittorica cremonese del Cinquecento, tra Maniera e natura; dipinti e sculture sei e settecenteschi, dai Procaccini a Genovesino, dal Bertesi al Borroni»

I CURATORI

Francesco Frangi

È professore associato di Storia dell’arte moderna e Museologia all’Università degli Studi di Pavia (sede di Cremona). È uno dei maggiori esperti del Cinquecento e del Seicento lombardo. Oltre che su problemi più strettamente filologici, i suoi studi si sono indirizzati anche verso il rapporto tra la produzione figurativa e il contesto storico culturale coevo. Su questo versante si collocano le ricerche dedicate alle raffigurazioni di popolani di Giacomo Ceruti e quindi quelle riguardanti l’iconografia di San Carlo (Tra «vero ritratto» e fervore devozionale, «Studia Borromaica», nr. 25, 2011) e i rapporti tra cultura devozionale e pittura sacra di primo Cinquecento nell’Italia settentrionale, con particolare riferimento alla vicenda di Lorenzo Lotto (Come «li pastori semplici et puri», in Lorenzo Lotto. La Natività, catalogo della mostra al Museo Diocesano di Milano, Silvana, Cinisello Balsamo 2009). Tra le sue ultime monografie, Daniele Crespi. La giovinezza ritrovata (Scalpendi, Milano 2012).

Marco Tanzi

Nato a Cremona nel 1956, è professore ordinario di Storia dell’arte moderna e Fenomenologia degli stili all’Università del Salento. Si occupa prevalentemente della cultura figurativa settentrionale del Quattrocento e del Cinquecento, e del Rinascimento in terra d’Otranto. Numerose le sue curatele di mostre, le schede, i contributi, i saggi per cataloghi, con frequenti incursioni nell’arte contemporanea: tra le più recenti, Fabrizio Merisi, pesci fasciati, frammenti di luce, cuciture e reliquie (Antichità Mascarini, Cremona 2015), Selezione di Antichi Maestri (Galleria Mascarini, Cremona 2016).

 

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