“The Post”, un film sul buon giornalismo

Con l'ultimo film di Steven Spielberg, al cinema dal 1° febbraio, si inaugura il ciclo di proposte per approfondire il tema della prossima Giornata mondiale della Comunicazioni sociali

image_pdfimage_print

“«La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo di pace” è il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, edizione numero 52 che si celebrerà il 13 maggio 2018. Di questo si parlerà a Cremona nell’incontro pubblico rivolto agli operatori della comunicazione lunedì 29 gennaio, presso il Centro pastorale diocesano, [leggi per saperne di più]. Su questa tematica saranno anche proposti 16 film per accompagnare nella riflessione sul messaggio del Papa per la Giornata.

Sedici proposte, da parte dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali e della Commissione nazionale valutazione film della Cei, che saranno rese note a partire da venerdì 2 febbraio; sedici schede film ragionate che saranno pubblicate con cadenza settimanale sul portale dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali sino alla celebrazione della Giornata delle comunicazioni, il prossimo 13 maggio.

Ad anticipare il piano dell’opera, le proposte pensate per la comunità tutta – dagli animatori ai catechisti, dai docenti alle famiglie –, è dunque l’approfondimento dedicato al film “The Post” di Steven Spielberg, nelle sale italiane da giovedì 1° febbraio 2018.

Un film che si ispira a fatti realmente accaduti rileggendo una delle pagine della storia statunitense del XX secolo attraverso il coraggio e l’ostinazione di due figure del mondo dell’informazione. Parliamo del Katharine Graham (Meryl Streep, che ha ottenuto la candidatura agli Oscar 2018 per il ruolo), prima donna alla guida del quotidiano “The Washington Post”, e Ben Bradlee (Tom Hanks), direttore del giornale, i quali hanno sfidato intimidazioni e poteri forti pur di dare la notizia, di rendere note informazioni sensibili sulle azioni (dubbie e spregiudicate) del proprio Governo durante la Guerra del Vietnam. La vicenda ha luogo nel 1971, quando “The Washington Post” recupera e decide di pubblicare sulle proprie colonne numerosi documenti sul Vietnam, i cosiddetti “Pentagon Papers”, a rischio di insabbiamento.

Senza sciogliere troppo gli snodi della vicenda, della trama, scritta in maniera puntuale e incalzante da Liz Hannah e Josh Singer, il film “The Post” costituisce una riflessione acuta e profonda su una questione di ieri ma ancora centrale nella società contemporanea, ovvero il giornalismo libero e responsabile. Spielber coglie il cortocircuito di un momento storico preciso, di un cambio di passo nel mondo dell’informazione, riuscendo però ad allargare il campo verso una riflessione di più ampio respiro. Così, attraverso i personaggi di Katharine Graham e Ben Bradlee – resi in maniera vigorosa dal duo Streep e Hanks – il regista tratteggia figure umanamente e professionalmente forti, capaci di mettersi in gioco per affermare il primato della buona notizia, senza lasciarsi condizionare dalle possibili conseguenze delle loro azioni. Pubblicare quei documenti a lungo secretati diventa una questione più che d’onore di deontologia, di etica. È infatti il non piegarsi alle logiche della convenienza o della corruzione il filo rosso che lega i fotogrammi del racconto, in un testo cinematografico che scorre fluido e inteso, anche se non privo di qualche momento di sosta o incertezza.

Con alle spalle più di quarant’anni di attività, Steven Spielberg dimostra ancora una freschezza creativa e una capacità di dirigere storie, attori, ancora potente e attuale. Un regista capace di diversificare i propri progetti, trovando continuo contatto con le varie generazione di spettatori. E ci auguriamo pertanto che proprio i giovani, i nativi digitali – quella fascia di popolazione che il Rapporto Censis-Ucsi ci indica come distante dall’informazione quotidiana, soprattutto stampata – trovino curiosità e vivo interesse in questa vicenda, rimettendo al centro del dibattitto pubblico il bisogno di un’informazione libera e responsabile. Una scommessa educativa e culturale per arginare il dilagare delle fake news. Richiesta che emerge anche dalle parole di papa Francesco, dal 52° Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Facebooktwittermail