Storia di accoglienza della vita nell’affido e nell’assistenza ai bimbi disabili

A Piadena la Veglia per la vita per la Zona 4 con le testimonianza di Monica, madre affidataria, e di suor Maria delle Figlie di Gesù sofferente

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Nella serata di sabato 1 febbraio, vigilia della Giornata Nazionale della Vita, si è celebrata presso la chiesa di Santa Maria Assunta a Piadena la veglia per la vita della zona pastorale IV .

Il momento di preghiera è stato presieduto da don Antonio Pezzetti, parroco e vicario zonale, insieme al vicario parrocchiale don Paolo Fusar Imperatore ed è stata accompagnata dal coro parrocchiale: la preghiera è stata animata con brani del Vangelo e brani estratti dal Messaggio dei vescovi italiani per la 42^ giornata della Vita.

Durante la veglia ci sono state due testimonianze di vita: una mamma che ha iniziato un’esperienza di affido e una suora delle Figlie di Gesù sofferente.

La storia di Monica e Pietro Varasi è quella di una mamma e un papà che hanno perso il loro unico figlio quindicenne otto anni fa e dopo questo grande lutto familiare hanno iniziato un percorso di fede che li ha portati ad avvicinarsi alla “Casa Giardino” delle suore Figlie di Gesù sofferente a Casalmaggiore dove hanno iniziato un’esperienza di volontariato e condivisione insieme ai bambini diversamente abili.

Un giorno si è presentata la necessità di aiutare un bambino con alcuni problemi a casa e l’iniziale intento di un aiuto occasionale si è poi trasformato in un vero e proprio affido: «Inizialmente non volevamo un figlio in casa che stravolgesse le nostre vite, specialmente dopo la perdita di nostro figlio – ha raccontato Monica – ma il Signore ti parla, attraverso un sogno, una preghiera, una persona che incontri… Oggi questo affido, sebbene non sia facile, dà tanta gioia». Infatti, concludendo la sua testimonianza Monica ha voluto sottolineare che: «L’affido è stato fatto non per un precetto o per una regola, ma perché quanto ti senti veramente amato da Dio allora ti rendi conto che non puoi che fare altrettanto: l’unica cosa che puoi fare è amare Dio attraverso gli altri, attraverso i fratelli».

Successivamente la testimonianza di suor Maria Buongiorno, delle Figlie di Gesù sofferente, ha voluto ricordare il carisma che contraddistingue l’ordine: essere famiglia nell’assistere i giovani disabili: «Il nostro apostolato – ha spiegato la religiosa – è quello di fare sentire che al di là delle loro sofferenze sono persone preziose, per far apprezzare anche a loro il dono della vita». Il carisma che viene dal fondatore padre Giuseppe Renzi non riguarda solo i singoli bambini, infatti la “Casa Giardino” di Casalmaggiore rimane sempre aperta anche per le famiglie di questi fanciulli: «Noi teniamo tra le braccia questi figlioli disabili e sosteniamo i genitori con tenerezza, cercando di non farli sentire mai soli perché la solitudine è una sofferenza grave: oltre ai piccoli gesti dell’accoglienza siamo sempre in movimento per portare i figlioli a fare varie esperienze. Noi siamo un po’ vagabondi… come Gesù, in cammino per le vie del mondo».

 

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Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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