“Seme diVento”, per riportare al centro la cura degli adolescenti

Presentato un nuovo progetto educativo della CEI per i giovanissimi insieme alla ricerca effettuata da Ipsos su un campione con età compresa fra i 14 e i 18 anni

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Prende corpo il nuovo progetto della Cei – elaborato dal Servizio per la pastorale giovanile, insieme all’Ufficio catechistico e all’Ufficio per la pastorale della famiglia – dedicato agli adolescenti, “Seme diVento”, che è stato presentato in un webinar trasmesso in streaming lo scorso 12 luglio (guarda qui il video completo). A sostenere l’iniziativa è la considerazione di una prolungata emergenza educativa che interessa soprattutto il rapporto con gli adolescenti ed una età messa a dura prova dall’esperienza della pandemia: alla conflittualità ordinaria che da sempre la caratterizza, si sono sovrascritti segnali ancora più forti, come i tanti casi di ritiro sociale, la sfida di mondi emotivi sempre più fluidi, l’habitat digitale con i suoi avatar e le sue trappole e, ovviamente, lo scollamento dall’esperienza spirituale istituzionalizzata. E ciò in profonda consonanza con le messe a tema condivise anche in diocesi, come ad es. la formazione proposta dall’area giovani sul tema delle emozioni (2019) e sui media digitali (2020).

Il titolo del progetto, ha spiegato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio per la pastorale giovanile, fa riferimento all’adolescenza come ad “un momento di semina” e, con un gioco di parole, ricorda che “’il termine ‘divento’ non indica solo il divenire, ma anche l’idea di una formazione che tiene conto dell’aspetto umano e del vento dello Spirito che rinnova la vita”.

Al webinar è intervenuto anche il presidente di Ipsos Italia, Nando Pagnoncelli, che ha presentato i risultati di un’indagine sugli adolescenti, fra i 14 e i 18 anni, condotta nei mesi scorsi su di un campione rappresentativo. Sei le fasce individuate rispetto al tema delicato delle appartenenze religiose: dai giovani praticanti impegnati anche in parrocchia fino ai non credenti. Otto gli snodi evolutivi analizzati: dall’immagine di sé alle figure di riferimento fino all’impatto che ha avuto sui ragazzi la pandemia. I dati elaborati costituiscono una notevole ed ulteriore conferma di quanto sempre Ipsos aveva consegnato nel 2017 alle diocesi lombarde (cfr. il volume Assetati di domani? della collana Sguardi di ODL), con l’aggiunta di un affondo prezioso sui mesi segnati dall’incubo covid-19.

Tra gli aspetti emersi dalla ricerca significativo è che un adolescente su due dichiara di essere non credente (il 47%), ma questo non significa che vi sia un atteggiamento di ostilità rispetto alla Chiesa, ma di distanza. Il 37% degli adolescenti frequenta però l’oratorio, con una quota non piccola costituita da non credenti. Ciò indica che con tutta probabilità non vi è una polarizzazione tra chi crede e chi non crede e che l’oratorio conserva la propria caratteristica di cortile di “missione”, luogo dalla bassa soglia di accesso e contesto favorevole all’integrazione vitale di esperienze, oltre che di problemi e sfide.  Il secondo elemento riguarda l’emergere per gli adolescenti di molti aspetti positivi pur in presenza di un impatto negativo del periodo pandemico su relazioni e frequentazione degli amici. La loro percezione del futuro resta prevalentemente ottimista. Si aspettano sostanzialmente una società diversa, più attenta all’ambiente, più solidale, più inclusiva. Permane forte la propensione alla speranza, sicuramente legata ad una stagione di vita di per sé resiliente e plastica, nonostante i modelli adulti in tanti casi vadano in direzione differente. Un terzo aspetto riguarda in termini più specifici gli adolescenti più vicini alla Chiesa (quanti partecipano alla Messa domenicale e hanno un’attività all’interno della parrocchia o in una associazione):  in loro emergono atteggiamenti più propensi alla felicità e alla positività, alla soddisfazione di sé, all’energia e all’ottimismo. In linea generale emerge dal report che due giovani su tre sono soddisfatti della propria vita. E solo uno su cinque non è contento del proprio aspetto fisico. Fra gli aspetti importanti della vita segnalati compare al primo posto la libertà, accompagnata dall’amicizia, e alla pari, poi, divertimento e famiglia. Un dato costante riguarda le figure di riferimento: la mamma resta il punto nodale di una relazione affettiva per lo più familistica, in cui pochi altri soggetti godono di stima.

Sulla base di questa ricognizione (il video dell’intera presentazione è disponibile sul canale YouTube del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI) si innesta il desiderio di un rinnovato impegno a servizio proprio dell’età adolescenziale, dei suoi dubbi e delle sue potenzialità. A breve sarà disponibile anche per gli educatori cremonesi il sussidio nazionale (un raccoglitore di schede articolate per tempi liturgici e secondo un ventaglio di approcci pedagogici), affiancato da un sito che fungerà da piattaforma di volta in volta implementata. Un ulteriore strumento che si aggiunge a quanto di anno in anno l’Area giovani propone come mediazione formativa per chi cammina con gli adolescenti.

 

 

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