Mercoledì 8 settembre, nella festa della Natività della Beata Vergine Maria, a Cremona nella chiesa delle Sante Margherita e Pelagia, la rettoria di via Trecchi più comunemente conosciuta come Santa Rita, l’appuntamento per i fedeli è, a un anno dalla riapertura dell’edificio di culto dopo lo stop dettato dalla pandemia, per ringraziare, lodare e invocare la protezione della Madonna per il nuovo anno pastorale. Alle 17.30 la preghiera del Rosario e, a seguire alle 18, la Messa solenne.
«È passato un anno dalla riapertura in sicurezza della nostra chiesa di S. Rita, dopo la drammatica esperienza del lockdown – spiega il rettore don Claudio Anselmi -. Oggi, anche se non ancora fuori dalla pandemia, ci sentiamo meno smarriti, soli e distanti: l’appartenenza alla comunità dei fedeli di S. Rita, fatta di preghiera, condivisione spicciola, solidarietà, fraternità crescente nella solidarietà e carità ci ha aiutato tanto. Ci siamo sentiti uniti, noi che a vario titolo e frequenza ci inginocchiamo davanti a Gesù Cristo, sotto lo sguardo attento e provvido di S. Rita, ogni volta che entriamo nella sua Chiesa. “Santa Rita, così antica e così moderna: una compagna di dolore, una sorella, un’alleata” come l’abbiamo richiamata alla nostra devozione e l’abbiamo proposta con fede umile e accogliente ai tanti fedeli che lo scorso 22 maggio, giorno della sua festa, sono arrivati puntuali, motivati e riconoscenti ad accenderle un cero, a presentarle una preghiera, a sciogliere un voto. Nella sua “casa” si respira aria di fede e profumo di preghiera: quasi un sostegno a rafforzare il nostro fragile cammino di cristiani e rinnovare una spiritualità vera, che ci consola il cuore e ci fa desiderare la santità. La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie. Accetta ogni dolore ed incomprensione che viene dall’Alto, ama con tutto il tuo cuore, le tue forze la tua mente … Così ti perfezionerai e ti santificherai. S. Rita, unita alla schiera dei Santi, ti sostiene!».
Intanto, con l’approssimarsi dell’autunno cambiano gli orari delle celebrazione. Da sabato 18 settembre la Messa prefestiva sarà celebrata alle ore 17.30 (preceduta dalla recita del Rosario alle 170); quindi da lunedì 4 ottobre anche la Messa feriale sarà celebrata alle 17.30.
«Abbiamo vissuto un anno insieme nelle celebrazioni domenicali, festive, feriali e nella solidarietà della Pia Unione, rifondata nella neocostituita “Associazione Amici di S. Rita” – prosegue ancora don Claudio Anselmi -. Il nostro ritrovarci ci ha fatto bene e ha fatto bene a tanti fratelli e sorelle: quelli che hanno vissuto momenti sereni e felici, e quanti sono stati toccati dalla sofferenza, dal dolore e dal lutto. Quando il cammino del Calvario si percorre insieme, la Croce diventa meno pesante e ci fa accorciare le distanze dalla realtà sorprendente della Risurrezione. Anche questo ci insegna S. Rita». Quindi lo sguardo va al nuovo anno pastorale che sta iniziando: «Consapevoli che non è sufficiente essere santi, ma è necessaria la santità che il momento presente esige, una santità nuova, anch’essa senza precedenti, riprendiamo, dopo il legittimo disperdersi dell’estate e in coerenza con le misure antiCovid, il cammino cristiano che desidera vivere il Vangelo. Camminiamo con fedeltà sui sentieri dei prossimi giorni in sintonia con il Santo Padre, Papa Francesco, che ci educa ad una fede concreta cercando l’essenziale e vivendo la fraternità spicciola, fatta di idee, parole e gesti».
Un anno che guarderà alla figura paterna di Giuseppe. «In comunione con il vescovo Antonio e le indicazioni pastorali diocesane – prosegue ancora il sacerdote – centrate sul “ripensare al nostro essere chiesa e viverne appartenenza e identità personale e di comunione”, nonché al rimettere al centro della preghiera e riflessione la famiglia; anche alla scuola di S. Giuseppe – come già abbiamo fatto dallo scorso dicembre in tanti momenti – in questo anno a Lui dedicato come patrono della Chiesa. Questo “Mondo ha bisogno di Padri” ci ricorda Papa Francesco facendo una attenta analisi della cultura del nostro tempo in merito allo stile educativo dei genitori! Anche per questo, e in sintonia con la rinnovata attenzione alla famiglia, in questo nuovo anno desideriamo dedicare ricerca, conoscenza, preghiera e carità, sulla tradizione della “Casa di S. Rita” da sempre strettamente unita alla Rettoria, all’accoglienza delle nascite di nuove vite: i bambini. Quelle ricevute, quelle desiderate, quelle inattese, quelle che tardano a consolare cuori di Sposi, quelle che sorprendono con la forza della vita il rifiuto che vorrebbe soffocarle sul nascere. Ci faremo prossimi ai nuovi nati, in particolare quelli più svantaggiati. Sento che S. Rita ce lo suggerisce, intuisco che siete d’accordo, so che sarà possibile, bello, fecondo e consolante per tutti. Del resto nell’editoriale de “La Rosa di S. Rita”, il nuovo foglio di informazione e collegamento, ho scritto: “Il patire di S. Rita, la sua fallibilità e la sua tempra ne fanno una compagna perfetta in questi tempi di crisi per i matrimoni, la famiglia e l’educazione”».
«Dopo oltre un anno e mezzo in cui tutto era offuscato dalla paura, ora torniamo finalmente a sognare – conclude don Anselmi -. Questo vuol dire che dopo aver pensato solo a come superare l’oggi, torniamo tutti pian piano a guardare al domani. E cosa, più di ogni altra, è in grado di parlarci, anzi perfino trasportarci direttamente al futuro? Ritengo che siano i bambini, i giovani, le ragazze e i ragazzi di oggi, che saranno le donne e gli uomini del domani del nostro mondo. Verso di loro tutti noi abbiamo una grande responsabilità. Onorarla al meglio, è la sfida che ci aspetta!».