Sabato 26 ottobre, alle 18, nella chiesa parrocchiale di San Bassano, il vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni, presiederà la Messa di insediamento di don Angelo Ruffini – Classe 1964, originario di Calvatone, già parroco di San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni – nominato parroco di Cornaleto, Formigara, Gombito, e San Latino, in vista della prossima costituzione in Unità pastorale delle sei comunità.
Nell’occasione inizierà il suo ministero anche il nuovo collaboratore parrocchiale don Davide Ottoni, che lascia Soresina (risiederà a Gombito). Continuerà a risiedere a Gombito, garantendo il proprio servizio per le comunità di Cornaleto, Formigara, Gombito e San Latino, anche don Luigi Pietta, così come don Luigi Parmigiani, residente a Formigara. Completa l’équipe dei sacerdoti don Mario della Corna, collaboratore a San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni oltre che presidente della Fondazione Istituto “Vismara-De Petri”, presso la quale risiede.
La celebrazione del 26 ottobre sarà animata dalle corali delle diverse parrocchie. Dopo la Messa è previsto un momento conviviale presso la sala polivalente dell’oratorio.
In cammino verso l’unità pastorale i laici impegnati a diverso titolo nelle sei parrocchie hanno vissuto un intenso momento di formazione nei giorni 12 e 13 ottobre (foto qui sotto), presso la villa Sacro Cuore di Triuggio (MB), occasione di comunione spirituale e di condivisione sul mutamento in atto.
Biografia dei nuovi sacerdoti
Don Angelo Ruffini, classe 1964, originario di Calvatone, è stato ordinato il 18 giugno 1994. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Bassano; nel 1999 il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario. Nel 2004 è stato nominato parroco di Drizzona e Voltido. Nel 2005 è diventato parroco in solido dell’unità pastorale di S. Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido, Casteldidone, S. Lorenzo Aroldo. Dal 2011 era parroco di “S. Martino vescovo” in San Bassano e “S. Maria Annunciata” in S. Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone). Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche le parrocchie di “S. Andrea apostolo” in Cornaleto, “Ss. Nazario e Celso” in Formigara, “Ss. Sisto e Liberata” in Gombito e “S. Cuore e S. Latino” in S. Latino, in vista della nuova unità pastorale.
Don Davide Ottoni, classe 1979, originario di Torre Pallavicina, è stato ordinato l’11 giugno 2005. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Calvenzano; nel 2009 il trasferimento a Soncino come vicario della parrocchia di S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo e di quella di S. Pietro apostolo, insieme a quella di S. Bartolomeo apostolo in Isengo. Dal 2011 era collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora diventa collaboratore dell’erigenda unità pastorale di Cornaleto, Formigara, S. Bassano, Gombito, S. Latino, S. Maria dei Sabbioni.
1 + 1 = SEI Messaggio per l’avvio del cammino dell’erigenda unità pastorale
Chi ha detto che uno più uno fa due, ad ogni costo e in ogni circostanza? Abbiamo scoperto che se due persone, con due punti di vista diversi, si mettono in dialogo profondo, ascoltandosi l’un con l’altro e rispettando le opinioni altrui, possono arricchirsi di diversi punti di vista e la loro unione può far maturare altre idee non presenti prima del loro incontro. E allora uno più uno può fare quattro, cinque o sei. A noi piace pensare che, oggi, faccia sei. Perché le nostre singole comunità insieme faranno una comunità grande, un’unità grande che sarà ricca perché avrà dentro di sé sei punti di vista. Forse c’è da fare qualche passo per imparare a superare la paura di uscire dall’ombra dei nostri campanili, per conoscerci un po’ di più e scoprire quanto fanno bene e quanto arricchiscono le relazioni. Così facendo 1+1=SEI, dove quel “sei” ti chiama in causa in prima persona: sei tu, per primo, a far in modo che il dialogo si crei, che la relazione inizi e sei tu per primo che ne uscirai arricchito. Conosciamoci, affrontiamo insieme, nella comunione questa nuova esperienza che scopriremo essere una ricchezza per tutti se la vivremo con disponibilità, apertura, ascolto e dialogo.
1+1=SEI perché sei tu, con le tue qualità, con i tuoi talenti, con tutto te stesso a testimoniare che collaborare significa crescere nella condivisione; crescere nella condivisione porta ad essere corresponsabili. Sei tu a far in modo che si stia bene insieme, che si viva in comunione. E lo stare bene insieme connota gli amici di Cristo già dalle prime comunità cristiane quando i discepoli affascinavano la gente da come si volevano bene. Con questa prospettiva vivremo l’unità pastorale non come un’imposizione dall’alto, proprio perché non è così. È un nuovo modello di Chiesa, un nuovo modo di fare comunione e di essere testimoni di questa comunione. Non siamo soli, c’è il Padre che ci sostiene e ci ama per primo, c’è Gesù che cammina con noi, resta al nostro fianco e c’è lo Spirito che vive in noi e ci fortifica nel cammino. Questa è la prima, vera certezza.
1+1=SEI perché prima di tutto devi riscoprire il tuo essere amico di Cristo. L’esperienza di Triuggio ci ha permesso di fare anche un viaggio dentro noi stessi per riscoprire quei valori certi come l’ascolto, la condivisione, l’accoglienza dell’altro, la fiducia, valori che spesso diamo per scontati e non approfondiamo. Solo scoprendo chi siamo, cosa vogliamo essere possiamo affermare con chiarezza che desideriamo camminare insieme con lo sguardo rivolto a Gesù, ascoltando la ricchezza che c’è in ognuno di noi, dicendo bene gli uni degli altri, aprendoci al cambiamento.
Riscoprendo noi stessi, riconoscendoci tutti in cammino su un’unica strada, sapendoci scelti e chiamati da Dio in questo tratto di storia, potremo affermare nuovamente che 1+1=sei. Dove un uno sta per ciascuno di noi e l’altro sta per Dio che ci chiama. E quel SEI? Quel SEI è ciò che Dio vuole da noi in questo momento. Dio ci sta chiedendo una forma di comunione per noi nuova; attraverso la voce del vescovo chiede di far nascere quest’unità Pastorale e sa che faremo fatica, così come ne siamo coscienti noi. Ma non dobbiamo attendere che ci sia la comunità perfetta e ideale per metterci in gioco, perché non ci sarà mai. La comunità è formata da noi che non siamo e non saremo mai perfetti. È fatta da noi che abbiamo limiti e potenzialità, che siamo imperfetti, ma anche capaci di cose belle. Quindi in quanto costituita da noi non sarà mai una porzione di Chiesa perfetta. Potrà però incamminarsi verso l’ideale di santità solo seguendo Dio, attraverso l’ascolto della sua Parola, lo spezzare il pane e la Carità. Il compito che è chiesto a ciascuno è di accogliere e amare l’altro così come lo accoglie e lo ama Dio e aiutarlo a compiere la Sua Volontà.
Buon cammino a tutti!
Il parroco don Angelo Ruffini
con il gruppo di laici delle sei parrocchie
che hanno partecipato all’evento di Triuggio