Quattordici anni fa l’ingresso del vescovo Dante in diocesi Un anniversario da vivere nella preghiera riconoscente

Era il 4 novembre 2001

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Mercoledì 4 novembre, memoria di San Carlo Borromeo, la Chiesa cremonese ricorda il quattordicesimo anniversario dell’ingresso di mons. Dante Lafranconi in diocesi. Come di consueto, secondo la volontà del Vescovo, non ci saranno manifestazioni o celebrazioni pubbliche, ogni comunità e ogni fedele, però, sono invitati ad affidare il presule e il suo gravoso ministero in mezzo a noi al Signore. Mons. Lafranconi è l’84° vescovo della Chiesa cremonese, successore di mons. Giulio Nicolini, deceduto improvvisamente nel Palazzo Vescovile, nella mattina di martedì 19 giugno 2001. Il 10 marzo 2015, raggiunta l’età canonica dei 75 anni, ha rassegnato le dimissioni al Santo Padre Francesco.

La cronaca di quella giornata

Mons. Lafranconi decise di iniziare la sua prima giornata in diocesi dal Santuario di S. Maria del Fonte di Caravaggio dove in mattinata celebrò l’Eucaristia attorniato dall’allora rettore, mons. Ziglioli e dai sacerdoti cooperatori. Nel viaggio verso Cremona si fermò al santuario della Misericordia di Castelleone per una breve preghiera, poi, una volta giunto in città, visitò il Seminario dove si intrattenne a pranzo con i superiori e gli studenti. Nel primo pomeriggio, prima di raggiungere la Cattedrale, il presule volle visitare la «Casa della Speranza» da pochi mesi inaugurata dal predecessore mons. Giulio Nicolini. Soffermandosi con gli ospiti il presule volle così sottolineare l’amore della Chiesa verso gli ammalati e i sofferenti.

Alle 15.30 l’arrivo in piazza del Duomo e l’inizio dei riti di ingresso con il saluto dell’autorità e l’entrata in Cattedrale per la Messa solenne di insediamento come 84° pastore della Chiesa cremonese.

Nell’omelia mons. Lafranconi chiese a tutti di «non sentirsi esclusi» dalle sue attenzioni e dalla sua disponibilità. Invitò quindi la Chiesa cremonese a essere caritatevole, solidale, attenta agli ultimi e santa, sull’esempio del patrono sant’Omobono. Un esempio di carità lo diede egli stesso devolvendo ciò che la diocesi gli aveva presentato in dono a tre istituzioni caritative: il Centro di aiuto alla vita, le Cucine benefiche e la Casa famiglia “Sant’Omobono”.

Sempre nell’omelia dell’ingresso mons. Lafranconi si presentò come «custode della dignità della vita e della dignità delle persone», impegnandosi a essere come «il Signore Gesù che cerca con sollecitudine amorosa ogni persona», ma anche come «promotore della comunione nell’unità della fede e nel discernimento dei carismi».

 

Quattordici anni di intensa pastorale

Nei quattordici anni di guida della diocesi mons. Lafranconi si è sempre più fatto apprezzare da sacerdoti e fedeli per il profondo spirito di preghiera, per l’umiltà e la cordialità nelle relazioni umane, per la competenza e preparazione dottrinale e culturale.

Molti i fronti di impegno pastorale che lo hanno visto protagonista: la rivalutazione della quotidianità come occasione di fedeltà al Signore e l’impegno nella nuova evangelizzazione attraverso la “rivoluzione” catecumenale dell’iniziazione cristiana, che non solo chiede un maggior coinvolgimento dei genitori, ma anche delle parrocchie, chiamate a ribaltare totalmente la pastorale generale. Da non tralasciare neppure la spinta affinché la famiglia non sia più soggetto passivo, ma attivo della vita ecclesiale. E poi la cura della vita consacrata, anche attraverso l’apertura in S. Sigismondo del monastero di clausura domenicano che, prima, aveva sede a Fontanellato, in diocesi di Parma.

In questi ultimi anni, poi, centrale è stata l’attenzione all’educazione attraverso un quinquennio pastorale: il primo anno (2009/2010) dedicato a una riflessione generale sulla formazione cristianamente ispirata, il secondo e il terzo (2010/2011 e 2011/2012) centrati sulla figura dell’educatore nella visione cristiana e il quarto e il quinto (2012/2013 -2013/2014) sul mondo della scuola.

L’anno pastorale 2014/2015 è invece dedicato ad una seria e attenta verifica del cammino svolto finora, in modo particolare negli ambiti della pastorale giovanile, della pastorale familiare e della catechesi.

Contemporaneamente la Chiesa cremonese è stata invitata a riflettere anche su quattro “fronti” indicati dal Vescovo e condivisi dalle undici zone pastorali dopo la visita pastorale: ri-evangelizzazione, educazione, formazione degli adulti e pastorale integrata. Quest’ultimo punto è particolarmente importante e urgente perché investe la collaborazione tra parrocchie e zone pastorali e la creazione di sempre più numerose unità pastorali, cioè più comunità che camminano insieme sotto la direzione di un’équipe di sacerdoti, uno dei quali è “parroco moderatore” e gli altri “parroci in solido”.

Anche per l’anno 2015/2016 mons. Lafranconi ha chiesto un impegno ancora più marcanto negli ambiti della catechesi, della famiglia e dei giovani. Al centro dell’attenzione anche il fenomeno migratorio e i grandi eventi ecclesiali come il Sinodo della Famiglia, il Giubileo della misericordia, il Convegno di Firenze e la conclusione dell’anno della vita consacrata.

Tra gli eventi più significativi dell’episcopato di mons. Lafranconi spiccano l’anno della Cattedrale e la visita pastorale.

 

L’anno della Cattedrale

Nel 2007 la Cattedrale di Cremona ha festeggiato 900 anni di vita. Mons. Lafranconi ha voluto dare a questo anniversario un particolare risalto evidenziandone soprattutto il significato spirituale. Nel suo messaggio ai fedeli cremonesi, infatti, ha scritto: «La Cattedrale, sorta nel XII secolo, testimonia la fede dei secoli precedenti e ne irradia la luce su quelli futuri. Essa ci ricorda le radici lontane della nostra identità cristiana e ci sollecita a riscoprirne la bellezza. Poco gioverebbe a noi cremonesi essere orgogliosi di avere una Cattedrale così bella se non fossimo orgogliosi di essere cristiani… C’è bisogno di recuperare il mistero della Cattedrale come segno della presenza di Dio nel cuore della città degli uomini».

L’anno giubilare è iniziato il 25 dicembre 2006 durante la celebrazione della S. Messa di Mezzanotte ed è terminato il 25 dicembre 2007 con il canto dei Secondi Vespri di Natale. Accanto a eventi culturali di grande spessore, come un ciclo di conferenze di carattere storico, teologico e artistico o come gli appuntamenti musicali proposti dalla Cappella della Cattedrale, corposo è stato il calendario liturgico. Memorabile la celebrazione eucaristica del 26 agosto (giorno di fondazione del tempio) presieduta dal card. Dionigi Tettamanzi e concelebrata, oltre che da mons. Lafranconi, da undici vescovi delle diocesi lombarde. Molto partecipati i pellegrinaggi per categorie: dai malati ai ministranti, dai cantori ai sacerdoti.

Frutti dell’anno giubilare, voluti fortemente dal vescovo Dante, sono stati la chiesa dell’adorazione eucaristica (in S. Girolamo, la chiesa di via Sicardo sussidiaria della Cattedrale) e la missione giovani cittadina svoltasi dal 26 aprile al 10 maggio 2008. Da queste due esperienze si è sviluppato il progetto nazionale “Sentinelle del mattino”: giovani che evangelizzano i loro coetanei per le strade della città invitandoli a un momento di adorazione eucaristica.

 

La visita pastorale

Nell’autunno del 2005 mons. Lafranconi ha dato inizio alla visita pastorale. Per sei anni ogni fine settimane, da venerdì a domenica, il Vescovo ha goduto di un rapporto diretto con i suoi preti e con i fedeli laici. Particolarmente importanti gli incontri con i genitori: con loro mons. Lafranconi ha riflettuto dell’educazione alla fede dei figli, ma anche della riscoperta del rapporto con Dio, magari sopito da anni. Per molti è stata anche l’occasione per superare certi luoghi comuni sul vescovo: non un burocrate a capo di un’organizzazione, ma un padre preoccupato della felicità dei suoi figli.

Oltre alle tante precise indicazioni pastorali, il Vescovo ha lasciato nelle parrocchie il ricordo di una persona amabile, attenta ai problemi della gente, per niente intimorita nel confrontarsi anche su temi scottanti. La visita pastorale si è conclusa nella primavera del 2011.

 

Lo stemma

Lo stemma episcopale di mons. Dante Lafranconi riporta nella parte superiore una barca sulla cui vela appare una croce, mentre nel campo inferiore presenta un’aquila bicipite. Il motto è “Afflante Spiritu”. Esso richiama l’importanza per un pastore di vivere e camminare sotto l’azione dello Spirito Santo. Il compito più impegnativo di un vescovo, infatti, non è quello di creare, suscitare e organizzare, ma di discernere l’azione dello Spirito. È Lui, infatti, che governa la Chiesa: occorre avere gli occhi per cogliere i suoi interventi, imparando ad adeguarsi a esso anziché cercare di imporre scelte.

L’imbarcazione impressa sullo stemma è una tipica barca del lago di Como (luogo natio di mons. Lafranconi) usata per il trasporto delle merci. Essa comunica il senso della stabilità e della sicurezza, ciò che il cristiano deve sentire nella Chiesa, guidata dallo Spirito. Nella vela è impressa una croce, a significare che la Chiesa deve proclamare il Cristo crocifisso e risorto. C’è poi una stella, evidente riferimento mariano.

Nella parte inferiore dello stemma è collocata un’aquila bicipite: il vecchio stemma della famiglia Lafranconi.

 

La biografia in sintesi

Mons. Dante Lafranconi è nato il 10 marzo 1940 a Mandello del Lario (provincia di Lecco), in diocesi di Como.

Dopo aver compiuto gli studi ginnasiali e teologici nel seminario diocesano di Como, è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1964. Per completare gli studi teologici è stato inviato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Storia ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana e il diploma di Teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana. Ritornato a Como è stato vicerettore del Seminario maggiore (dal 1968 al 1969), dove dal 1968 è stato docente di Teologia morale; dal 1970 al 1987 è stato membro del Centro diocesano per le vocazioni. Ha inoltre ricoperto i seguenti incarichi: delegato diocesano per la pastorale familiare; consulente per la formazione e lo studio dell’Istituto della Regalità; membro del consiglio presbiterale e vicario episcopale per la cura dei sacerdoti dei primi dieci anni di ordinazione.

Il 7 dicembre 1991 è stato nominato vescovo di Savona-Noli, ricevendo la consacrazione episcopale il 25 gennaio 1992 nella Cattedrale di Como per la preghiera di ordinazione e l’imposizione delle mani di mons. Alessandro Maggiolini.

Nel settembre del 2000 è stato chiamato a presiedere la Commissione episcopale della CEI per la famiglia e la vita.

Sempre durante l’Anno Santo, in collaborazione con il vaticanista del “Corriere della Sera” Luigi Accattoli, ha scritto il volume “Non stancatevi del Vangelo. Un vescovo e un papà ai catechisti e agli educatori”, per i tipi delle Edizioni Dehoniane di Bologna. Il testo, un dialogo a quattro mani tra un vescovo e un padre di famiglia, è per mons. Lafranconi un’ipotesi di come la ministerialità laicale ed episcopale, ciascuna dal proprio punto di vista diverso e complementare, possano collaborare nella trasmissione dei contenuti essenziali della fede cristiana con una rinnovata passione e convinzione.

Dopo dieci anni di ministero in terra ligure, l’8 settembre 2001 il Santo Padre Giovanni Paolo II lo ha chiamato a guidare la diocesi di Cremona a seguito della morte del vescovo Giulio Nicolini, avvenuta improvvisamente il 18 giugno di quello stesso anno. Mons. Lafranconi ha fatto il suo ingresso solenne in diocesi di Cremona il 4 novembre 2001.

 

Attuali incarichi

Il vescovo Lafranconi attualmente è vicepresidente della Conferenza Episcopale Lombarda; membro della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi; presidente della Commissione regionale per la famiglia e la vita.

Dall’inserto de “La Vita Cattolica” del 9 novembre 2001:

Photogallery dell’ingresso di mons. Lafranconi

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