Per una pastorale della “fase 2”: il videomessaggio del Vescovo alle comunità (VIDEO)

Mons. Napolioni ha proposto una riflessione ispirata al Vangelo dei discepoli di Emmaus con la proposta di «alcune coordinate essenziali al nostro cammino ecclesiale, nel poco decifrabile scenario che abbiamo davanti».

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«Non spetta certo a me dire quando inizierà la cosiddetta “fase 2” e cosa comporterà, per la gente e per i credenti. Ma siamo anche tutti d’accordo che non è bene arrivare impreparati». Il volto e la voce del vescovo Napolioni è corsa sui monitor dei computer e degli smartphone. Si è rivolto alla diocesi con un video messaggio significativamente intitolato: «Nel tempo pasquale, verso la “fase 2”».


Dopo la Quaresima che lui stesso ha definito «dura e “perfetta”», all’inizio di un tempo di Pasqua che «si distende, come un sol giorno di festa, per tutti i cinquanta giorni che portano a Pentecoste» si è rivolto tramite i canali digitali «ai presbiteri e diaconi, ai religiosi e alle religiose, agli operatori pastorali, ai genitori cristiani e agli adulti nella fede» per una riflessione ispirata dall’incontro tra Gesù e i discepoli sulla strada di Emmaus raccontato nella pagina del Vangelo di Luca: «In essa – ha spiegato – ho intravisto alcune coordinate essenziali al nostro cammino ecclesiale, nel poco decifrabile scenario che abbiamo davanti».

Le misure restrittive di contrasto alla pandemia cambieranno, gradualmente; anche le norme sull’accesso al culto saranno riadattate, grazie anche al lavoro diplomatico dei vescovi italiani. Come adattarsi?, come potranno le comunità cristiane affrontare le nuove sfide che si porranno? Con questa sua “lettera”, il vescovo di Cremona ha suggerito, più che un “libretto di istruzioni” («non mancheranno, man mano che riceveremo lumi dalle autorità pubbliche e dalla Chiesa Italiana, gli orientamenti necessari»), «alcune attenzioni prioritarie per la nostra vita, che è anche la nostra azione pastorale».

Così, percorrendo il racconto del Vangelo di Emmaus, monsignor Napolioni ha invitato a considerare alcuni pilastri per un ripensamento e una “ripartenza” della pastorale: affiancare tutti, ascoltare, rispettare il dolore, far emergere il Vangelo, fermarsi per riscoprire la relazione, celebrare la presenza, lasciarsi scaldare il cuore, dare testimonianza nella comunione. Una sorta di decalogo che delinea uno stile pastorale nuovo, calato nella carne di questo tempo che ha messo a dura prova le comunità con la lontananza, la chiusura dei luoghi aggregativi, il “digiuno eucaristico”: «Eravamo ricchi di tutto – ha commentato – tutto era scontato, tutto un diritto, e ora tutto ridiventa anche un dono e una conquista».

«Ci attende – ha concluso il videomessaggio – non la ripresa automatica della “normalità” che vivevamo prima di questa epidemia mondiale, ma un cammino di discernimento paziente e sapiente, al quale non a caso Papa Francesco voleva allenarci da tempo. Intuendo il cambiamento epocale di cui il virus è stata la sveglia che ha suonato per tutti».

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TeleRadio Cremona Cittanova
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