Pandemia e solidarietà, l’analisi sulla città di Cremona della ricercatrice Valentina Cattivelli

Iniziato nel settembre 2021, lo studio abbraccia i temi della distribuzione alimentare, del volontariato e dell'innovazione sociale

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Intervenuta venerdì 26 novembre al Centro del riuso, situato presso l’ex mercato ortofrutticolo di Cremona, Valentina Cattivelli, ricercatrice e docente cremonese dell’università IULM di Milano, ha presentato il suo studio in merito alla distribuzione di alimenti durante la pandemia grazie al coinvolgimento di trenta associazioni del territorio.

«Sono una ricercatrice – spiega Valentina – e il mio impegno verte soprattutto sull’agricoltura urbana. Durante il primo lockdown ho condotto una ricerca riguardante la raccolta e la distribuzione di alimenti avanzati in bar e ristoranti a Napoli, ma solo nel settembre del 2021 ho iniziato a concentrarmi sulla situazione cremonese».

La sua indagine si è basata su una fitta rete di telefonate, al fine di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili riguardanti il supporto alle famiglie bisognose durante il periodo di pandemia. «Non avevo bisogno di interviste ai cittadini di Cremona, ma piuttosto di sentir raccontare delle storie».

Gli studi hanno portato la ricercatrice alla formulazione di una “Teoria di innovazione sociale”. L’innovazione sociale viene però definita tale solo se presenta quattro caratteristiche specifiche:

  1. il coinvolgimento della comunità. A Cremona è risaltata una dedizione già insita nell’offrirsi a chi ha bisogno. L’unica differenza con il passato risulta essere un’evidente revisione del modo di operare, una maggiore collaborazione, da consolidare anche dopo l’emergenza sanitaria;
  2. una revisione delle pratiche sociali. Durante le attività di volontariato non si parla solo di consegna della merce e di bisogno impellente di diminuire lo spreco di cibo, ma ci si concentra anche sugli scambi comunicativi, sulla socialità con il destinatario; si instaurano rapporti, ci si informa sulle abitudini alimentari e non solo;
  3. la suddivisione delle sfide sociali
  4. il benessere della comunità. Se la comunità si sente coinvolta, oltre che aiutata, si sente bene. Non stare da soli aiuta gli altri a non esserlo.

La ricerca condotta dalla professoressa Cattivelli ha evidenziato però anche alcuni aspetti negativi riguardanti l’attività di distribuzione alimentare. Risalta subito lo scarso coinvolgimento di supermercati (solo due quelli hanno aderito) e la presenza in città di pochi orti urbani. Occorrerebbe quantomeno, secondo la ricercatrice, rinsaldare i rapporti con i piccoli produttori locali. Inoltre, è evidente la scarsa efficienza comunicativa: non si riesce sempre a intercettare e individuare il bisogno e bisognerebbe lavorare maggiormente su un processo di mappatura.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti della Cattivelli a tutti i membri della comunità cremonese, per la loro dedizione durante la pandemia e la collaborazione ricevuta nella ricerca, e con l’invito a creare e sfruttare maggiormente spazi come gli orti urbani, che possono diventare pretesto di socializzazione, di aiuto e di qualità alimentare.

In ambito di sostenibilità e agricoltura, è stato ricordatoche prossimamente partirà un nuovo progetto di rete, con Filiera Corta Solidale a fare da apri-fila, finanziato dall’8×1000 e dedicato alla distribuzione di frutta e verdura, con l’obiettivo di attuare un processo di sensibilizzazione alimentare.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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