Operai al lavoro all’orologio astronomico del Torrazzo per il ricollocamento delle lancette

Il punto della situazione nell'intervento di mons. Achille Bonazzi, responsabile dell'Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici

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Nell’autorizzazione da parte della competente Soprintendenza relativa a “Opere di manutenzione straordinaria dell’orologio”, rilasciata il 6 febbraio 2015, si legge “vista la grande particolarità delle opere manutentive e conservative previste dovrà essere realizzata accuratissima documentazione per ogni singola fase dei lavori (sia scritta che fotografica), da inviare a questo ufficio”. L’intervento è iniziato il mattino del 5 novembre dello scorso anno e immediatamente ci si è reso conto che due erano le linee da seguire: una di restauro nel senso stretto della parola dei due quadranti dell’orologio e sulle lancette del drago, della terra, del sole e della luna. L’altro di tipo meccanico per conferire linearità ai meccanismi a carico soprattutto delle bronzine che risultavano usurate.

Per tali motivi i quadranti sono stati ricoverati presso le officine del sig. Italo Fornasari, in via Riglio a Cremona, mentre la componente meccanica è stata invece trasportata presso la ditta O.M.A. di Martinelli-Beltrami, in via Fogarina a S. Predengo di Cremona. Questi ultimi lavori sono stati seguiti direttamente dall’autore del progetto, p.i. Alessandro Maianti, mentre il sottoscritto ha elaborato il progetto per i quadranti.

Le indicazioni avute dalla Soprintendenza sono state di rispettare l’orologio così come uscito dai lavori del 1974 ad opera di Busini, Leani e Fioretti, e non di ritornare all’orologio del passato come quello, ad es., illustrato dal bozzetto in carta e metallo del Natali conservato in Palazzo Vescovile.

Come sempre, quando si tratta di interventi su beni di particolare valore, si è dapprima proceduto ad alcune indagini non invasive con la metodologia della fluorescenza portatile rX e del microscopio portatile.

I lavori sui quadranti portano a queste considerazioni:

  • Dopo il lavaggio con acqua demineralizzata, essendo scomparsa anche la ruggine, è emerso che alcune componenti dei quadranti anticamente erano rivestite in oro (drago, terra, sole e luna), nonché i bordi più esterni dei due quadranti.
  • La zona biancastra che viene utilizzata per illustrare le fasi lunari non è realizzata perfettamente, ma è stata lasciata tal quale su indicazione della Soprintendenza.
  • È rimasto il rammarico – ma ciò non era previsto dal progetto presentato – per aver lasciato le ore del mese lunare in acciaio inox, un materiale che non s’adatta agli altri che sono a base di rame, ma che ormai è storicizzato.
  • Per quanto riguarda il meccanismo dell’orologio, anche qui è stato realizzato un intervento estremamente conservativo: si sono lasciate le bronzine usurate del passato che portavano sempre più frequentemente al blocco dell’orologio e realizzate nuove bronzine che garantiscono per diverso tempo un corretto funzionamento.

Il desiderio era quello di presentare il Torrazzo col suo orologio funzionante per l’ingresso del nuovo Vescovo: la non disponibilità delle gru ha portato a rinviare ad oggi il delicato lavoro di montaggio: il Duomo e la città hanno di nuovo il Torrazzo col suo orologio funzionante grazie anche al contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona unita ad altre istituzioni, col contributo di qualche anno fa offerto dai proventi della festa del Torrone.

mons. Achille Bonazzi
responsabile diocesano
Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici

Photogallery dell’intervento del 1° febbraio

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