Omobono ci parla come padre, marito e figlio

Il Vescovo ha presieduto in Cattedrale la Messa Pontificale per la solennità del Santo Patrono

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«Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi, non giace inerte nella cripta nella Cattedrale, ma vive in Cristo e nella comunione dei Santi. E ci pensa e protegge, ci osserva e intercede per noi, sempre». Con queste parole monsignor Napolioni ha aperto la sua omelia in Cattedrale durante la concelebrazione del Solenne Pontificale nel giorno del patrono della città e della diocesi di Cremona.

La Messa solenne (anticipata quest’anno alle 10.15), presieduta dal Vescovo, affiancato dall’Emerito Dante, dal Capitolo della Cattedrale, dai parroci della città e dai molti sacerdoti convenuti, come da tradizione stata preceduta dal dono dei ceri votivi da parte dell’Amministrazione Comunale di Cremona. E’ stato il Sindaco Gianluca Galimberti ad accenderli in cripta presso l’urna delle reliquie di Sant’Omobono, a nome della società civile presente con una rappresentanza di amministratori, politici,  Forze dell’ordine e categorie economiche cittadine, tra cui l’Associazione dei sarti di Cremona e provincia, che come ogni anno, ha poi offerto in dono alla Caritas diocesana delle stoffe durante l’offertorio nel giorno dedicato al santo patrono della categoria artigianale.

Dopo l’accensione dei ceri votivi il Vescovo ha guidato la lettura della preghiera per il Santo Patrono prima di lasciare la cripta per la celebrazione in Cattedrale.

Nell’omelia monsignor Antonio Napolioni invita alla riflessione e all’ascolto della vita del santo patrono che oggi, con un linguaggio diretto e semplice come quello di una lettera virtuale scritta ai suoi concittadini che lo ricordano, parla a noi «come un padre per gli orfani, come un marito per le vedove e come un figlio dell’Altissimo».

Ascolta l’audio dell’omelia

Scarica qui il testo dell’omelia (pdf)

E «dal cielo, affollato di uomini giusti e santi di ogni tempo e di ogni luogo» è la voce di Omobono ad invitare i suoi concittadini del XXI secolo a non cedere «a viscerali moti di paura e sospetto, di chiusura e cinismo, quasi per un diabolico bisogno di avere nemici da abbattere. Una città nuova e migliore è possibile solo ai costruttori di pace, non a chi la impone con spirito di risentimento e odio verso chi sembra diverso».

«Un mondo nuovo non nasce dalle ceneri di un mondo distrutto, come non c’è futuro se si impedisce un sano rinnovamento. Ma bisogna cominciare da noi stessi, da come usiamo le ricchezze, i beni, l’ambiente».

Photogallery della Messa

Durante la giornata di martedì 13 novembre la Cattedrale di Cremona resta poi aperta fino alle 12.30 e dalle 15 alle 19, con possibilità di accedere alla cripta dove sono conservate le spoglie del Santo Patrono. A garantire il regolare afflusso dei pellegrini sarà l’Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona. Nel pomeriggio, alle 17, il vescovo emerito Dante Lafranconi presiederà i Secondi Vespri. Alle 18 l’ultima Messa della giornata, presieduta dal parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini.

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