Non si ferma il sostegno ai più poveri del Libano

Quasi 10mila euro consegnati da Caritas Cremonese al missionario maronita padre Damiano Puccini che con l’associazione “Oui pour la Vie” opera in particolare per aiutare i profughi siriani

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Un contributo di 9.500 euro è stato consegnato nei giorni scorsi da Caritas Cremonese a padre Damiano Puccini (in foto), missionario maronita che, attraverso l’associazione “Oui pour la Vie”, opera a sostegno dei più poveri del Libano, con un’attenzione privilegiata per i profughi dalla Siria.

Ormai da una decina d’anni la Chiesa cremonese, attraverso la Caritas diocesana, sostiene l’azione di padre Damiano. Proprio la conoscenza con alcuni sacerdoti cremonesi aveva portato, durante la guerra del Libano del 2006, a sostenere la sua missione con un sostegno a distanza che, grazie alla generosità di tanti, non ha ancora smesso di garantire un proprio contributo.

 

Di seguito pubblichiamo la lettera scritta da padre Puccini per ringraziare i cremonesi per il contributo che continuano a garantire, facendo il punto della situazione in Libano oggi.

Carissimo Don Antonio e amici tutti di Caritas Cremona che sostenete l’impegno di “Oui pour la Vie”, associazione di volontari libanesi che si occupa delle adozioni a distanza e del sostegno ai più poveri con una cucina che offre 300 pasti, grazie di cuore per il vostro aiuto!

A causa della guerra che sta devastando la Siria, circa sette milioni di persone sono state costrette a un esodo di massa. Due milioni di profughi hanno varcato il confine libanese, trovando una precaria sistemazione: i più fortunati in scheletri di abitazioni (normalmente garage), altri in tende di cartone e nylon o nei campi libanesi, polverosi e assolati d’estate, sferzati da gelidi venti d’inverno. Due milioni di persone sono in Libano, private della loro identità, perché non possiedono più alcun documento valido per l’espatrio, e anche della loro dignità poiché costretti a vivere ammassati, a bordo delle strade e in mezzo alle serre in cui si coltivano pomodori e melanzane, costretti a pagare un affitto per il semplice calpestio del suolo, sotto la minaccia anche di proposte indecenti. Privati inoltre di qualsiasi tutela sanitaria, poiché sprovvisti della benché minima disponibilità economica. Ad Aleppo, che aveva circa tre milioni di abitanti, si stima che ne restino ancora circa un milione e mezzo; in quanto ai cristiani, dei 150mila che vi abitavano ne restano circa 30mila.

Tra i profughi siriani in Libano è presente una significativa componente di cristiani, fuggiti dalla persecuzione dei gruppi estremisti. Il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha denunciato in questo Natale la drammatica realtà del mondo cristiano in un Medio Oriente in fiamme: «La situazione dei cristiani in Siria, Iraq e Egitto è una completa tragedia». 

Oggi, un abitante su quattro del Libano è un siriano. Ci sono circa 500mila profughi siriani in età scolare in Libano, il che vuol dire circa un 30% in più di quanti sono gli studenti libanesi. Uno sforzo che il Paese dei Cedri non può da solo affrontare e infatti oggi, secondo diverse associazioni umanitarie, più di 200 mila ragazzi siriani non vanno a scuola. Mai, neanche un giorno.

Nel 70% dei casi le famiglie dei profughi vivono sotto la soglia della povertà. Intorno al loro bisogno è nato un commercio fatto di estorsioni ricatti, sfruttamento sul lavoro e in certi casi anche sessuale. I rifugiati sono costretti a indebitarsi per poter accedere alle cure sanitarie.

I nostri volontari di “Oui pour la Vie” continuano a tenere aperta la cucina di Damour, per offrire circa 300 pasti a famiglie siriane rifugiate e a bisognosi di ogni appartenenza. Nel periodo di Natale, nonostante anche le condizioni meteo difficili (neve) non sono mancate iniziative di aiuto scolastico e momenti di animazione per bambini di famiglie rifugiate, per cercare di testimoniare il perdono e la carità verso tutti, davanti ai rischi di guerra civile.

Anche quest’anno i volontari hanno rinunciato a scambiarsi i regali con amici e parenti per poter devolvere l’equivalente a favore delle famiglie disagiate che “Oui pour la Vie” assiste. Significativa è stata la partecipazione di famiglie povere che hanno condiviso le porzioni di cibo ricevute.

Una vedova musulmana della Siria, rifugiata in Libano, di 62 anni ha perduto il suo figlio unico e il marito in un incidente un anno fa, causato da una persona di un gruppo rivale nella guerra siriana. L’équipe de “Oui pour la Vie” continua ad aiutarla donandole medicine e cibo. Questa signora un giorno, si è fatta coraggio e si è confidata così con i suoi familiari: «è vero che sono musulmana, ma penso che questi volontari mi hanno trasformata in cristiana, perché se ero veramente islamica avrei dovuto avere desideri di vendetta contro questa gente, che mi ha distrutto la famiglia, e di risentimento contro Dio che ha permesso la guerra e tutto questo. Nell’islam Allah è irraggiungibile e anche un po’ duro, ma per i cristiani è veramente un padre tenero che perdona. Con i volontari di “Oui pour la Vie” che vengono a farmi gratis i lavori di casa, sempre con un grande sorriso e gentilezza, ho imparato a ripetere: “Sia fatta la volontà di Dio”. Nessuno obbliga questi giovani, piuttosto che a uscire per divertirsi con gli amici, a occuparsi di un’anziana come me. Talvolta è più facile per compassione dare dei soldi, piuttosto che offrire il proprio tempo. Credo però che le ore che trascorriamo insieme siano più preziose del denaro, perché questa serenità guarisce le ferite del cuore».

Fadda, una signora siriana che ormai assiduamente viene a ritirare i pasti alla nostra cucina, ha confidato ai nostri volontari come l’umiliazione dell’esilio dalla propria terra sia una ferita medicata da questa sua nuova esistenza che la fa sentire accolta come in famiglia quando collabora gratuitamente per qualche ora con noi nella cucina, alla fine del lavoro suo e dei ragazzi (il marito, clandestino, si nasconde nei campi, mentre per le donne e i bambini ci sono meno controlli).

Un grande saluto

padre Damiano Puccini

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