«No spreco», così la Quaresima di carità diventa smart

La raccolta di solidarietà nelle parrocchie permetterà di allestire un magazzino per il cibo donato attraverso l'app dell'associazione nata su iniziativa della Caritas

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«No spreco» è il nome e la mission dell’associazione di promozione sociale nata due anni fa a Cremona su iniziativa della Caritas diocesana, in sinergia con alcuni altri soci fondatori. Un progetto che favorisce lo sviluppo sostenibile e riduce gli sprechi coinvolgendo cittadini e istituzioni. E lo fa attraverso una applicazione tecnologica che permette il recupero delle eccedenze alimentari nella catena di distribuzione locale e la loro ridistribuzione ai soggetti in stato di povertà.

Tutto il cibo non consumato e in buono stato, anziché finire in discarica, sprecato, si recupera destinandolo gratuitamente – proprio attraverso l’associazione «No spreco» – agli enti caritatevoli, in primis Caritas e San Vincenzo parrocchiali. Un progetto che, dunque, intende essere strumento concreto per rispondere alle esigenze del territorio, grazie alle possibilità offerte dall’attuale quadro normativo, in particolare grazie alla cosiddetta Legge Gaggia.

A fare la differenza è anche la modalità di raccolta e ridistribuzione degli alimenti, con una forte attenzione all’ambiente. Gli operatori di «No spreco» usano, infatti, un mezzo ecologico, a impatto zero: una bicicletta «e–bike cargo».

Consegna, nei punti di smistamento, in massimo due ore.La novità non sta tanto nella buona prassi delle donazioni, ancora oggi vanto di una città che nella storia ha scelto come patrono sant’Omobono, il «padre dei poveri». L’aspetto innovativo è il tentativo, attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, di coordinare in maniera organica i possibili donatori (che possono anche detrarre fiscalmente il costo del cibo regalato) e le associazioni di volontariato impegnate nella distribuzione di pacchi alimentari ai più poveri.

Il successo della prima fase di sperimentazione ha portato l’associazione a strutturarsi in modo più organico, incrementando il lavoro di raccolta e la conseguente ridistribuzione. Così per il materiale donato non risultano più sufficienti gli esigui spazi messi a disposizione da alcuni oratori della città. Proprio su questo fronte si indirizzerà il tradizionale gesto di carità proposto in diocesi per la Quaresima.

«L’iniziativa quaresimale di quest’anno – conferma Cristiano Beltrami, vicedirettore di Caritas Cremonese e presidente dell’associazione No spreco – guarda proprio al potenziamento della nostra capacità ricettiva. I magazzini disponibili nelle parrocchie cittadine non risultano più sufficienti a rispondere alle necessità, per questo si è pensato di allestire un punto di raccolta unico, più funzionale e con le necessarie attrezzature, a San Savino, alle porte della città, in una delle strutture della Caritas diocesana che già funge da magazzino per Caritas e Filiera corta solidale». «La nostra sfida – continua Beltrami – è potenziare la raccolta e rinforzare quelle realtà che si occupano di persone in difficoltà».

Il tutto, naturalmente, con un respiro di carattere diocesano, che mira presto a superare i confini della città capoluogo. In questo senso l’associazione «No spreco» è a disposizione per supportare azioni simili anche in altre località dove, grazie alle caratteristiche dell’associazione, si potranno instaurare ulteriori rapporti virtuosi tra commercianti e parrocchie.

«La nostra mission è promuovere la consapevolezza che il progresso coincide con la capacità di usare al meglio le risorse e il capitale umano per realizzare uno sviluppo sostenibile. In questo senso occorre educare al recupero e alla riduzione degli sprechi, con la possibilità di far convergere, attraverso una raccolta costante, tutto quanto ancora è possibile utilizzare a favore di quelle realtà che sostengono situazioni di fragilità. Per questo l’associazione No Spreco si impegna a coordinare lo sforzo tra tutti i soggetti che operano nel contesto sociale ed economico locale per creare economie circolari a misura di città».

 

L’app “Spreco Smart”

«Attivarsi conviene». Questo lo slogan dell’app «Spreco Smart». La versione aggiornata, realizzata da Diana Afman, online da metà marzo, intende davvero proporsi come «attivatore» di buone abitudini, inducendo ad assumere nuovi stili di vita.

Già da tempo la app permette agli esercenti di segnalare alla cittadinanza particolari sconti sulle derrate alimentari rimaste invendute e che, altrimenti, a breve dovrebbero essere smaltite. L’ulteriore passaggio è la chiamata all’associazione «No spreco» che, una volta ritirato l’invenduto, provvede alla ridistribuzione tra le realtà benefiche del territorio.

Ma d’ora in poi l’app «Spreco Smart» aiuterà anche ad adottare stili di vita maggiormente virtuosi. Lo si farà quasi giocando con «missioni» giornaliere da compiere. Ad esempio rispondendo alla proposta di attingere acqua dalla fonte pubblica anziché acquistando bottigliette di plastica. Un gesto cui dovrà seguire la scansione del QRcode che si troverà in loco e che permetterà di accumulare punti che daranno poi diritto a sconti nei negozi aderenti al progetto.

Un altro modo per «far punti» sarà il volontariato: anche il tempo non deve essere sprecato.

Tra gli obiettivi del progetto «No spreco» c’è, infatti, anche quello della coesione sociale, riappropriarsi del termine «fare comunità». Con un’attenzione particolare rivolta ai più giovani, anche in sinergia con scuole e oratori.
In questo contesto nasce il progetto «Amico 2.0», pensato per favorire un incontro tra generazioni. La proposta è molto concreta: l’app potrà mettere in relazione un giovane con competenze smart e un adulto con necessità, ad esempio, di riprogrammare il cellulare, installare un televisore o aggiornare il computer. Servizi ricompensati con una «paghetta», grazie ai punti che si potranno accumulare sull’app «Spreco Smart».

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