Nella veglia della pace del 31 dicembre a S. Ilario l’auspicio del Vescovo a creare un nuovo tessuto quotidiano all’insegna della prossimità

Filo conduttore della serata il messaggio di Papa Francesco per la 49° Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio 2016

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È stato il messaggio di Papa Francesco a fare da filo conduttore alla veglia in preparazione alla 49° Giornata mondiale della Pace (1° gennaio 2016) tenutasi, come da tradizione, nella chiesa di sant’Ilario, a Cremona, la sera del 31 dicembre. Il momento di preghiera, condiviso da circa un centinaio di persone, è stato guidato dall’amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi.

Indifferenza: è questo il nome della malattia che minaccia, secondo il Santo Padre, la pace nella società globalizzata. Indifferenza rispetto a Dio, al prossimo (specialmente se debole) e al creato, visto come semplice risorsa da spremere e poi scartare.

I testi della preghiera hanno cercato di trasmettere ai fedeli la consapevolezza che tutto è, invece, in relazione. Relazione che chiede responsabilità, attenzione, prossimità. Proprio questa parola è stata al centro della riflessione del Vescovo. Partendo dal mistero del Natale, mistero che parla di un Dio che sceglie di farsi prossimo all’uomo per Misericordia e con Misericordia, il Presule ha spiegato che è proprio l’indifferenza l’opposto di questa dinamica di Dio.

Prendere le distanze, non conoscere, non rispettare e non condividere: sono questi i segni dell’indifferenza. Ma è proprio con l’indifferenza che si mina la pace: viene meno l’intesa, l’affidabilità, non si sa più cosa voglia dire cercare insieme di costruire un bene comune che cerchi di soddisfare tutti. Da qui l’appello che si fa esame di coscienza: vincere l’indifferenza del nostro mondo quotidiano e chiedersi dove la vita di ciascuno mini i rapporti di autentica solidarietà e amore.

Tutti – ha affermato il Vescovo – abbiamo grandi potenzialità e possibilità. Se anche non sarà possibile modificare i rapporti tra le nazioni, i giochi e gli interessi di potere dei grandi della terra, però, è possibile creare tutti insieme un nuovo tessuto quotidiano all’insegna della prossimità. È questa la strada della pace, quella stessa strada che mette in comunione profonda di stile e di vita con il Principe della Pace: il Signore Gesù, volto della Misericordia del Padre.

L’omelia del vescovo Dante Lafranconi

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