“Nel giardino, maschio e femmina lì creò”, la riflessione della teologa De Vecchi per la Giornata sacerdotale

Il 1° febbraio presso l'Istituto delle Suore Adoratrici di Rivolta d'Adda il consueto incontro per il Clero nell'ambito della festa di san Francesco Spinelli

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“Nel giardino, maschio e femmina lì creò”. È il tema della relazione tenuta dalla teologa moralista Gaia De Vecchi in occasione della Giornata sacerdotale vissuta a Rivolta d’Adda, in Casa Madre delle Suore Adoratrici, giovedì 1° febbraio. Il primo atto delle proposte in calendario per la festa del fondatore dell’Istituto religioso, san Francesco Spinelli, che ricorre il 6 febbraio.

Un momento bello di Chiesa che ha visto il riunirsi a Rivolta di oltre 50 sacerdoti provenienti dalle diocesi in cui le Adoratrici sono inserite: Cremona, Crema, Modena-Nonantola, insieme anche ad alcuni religiosi.

La giornata è iniziata con l’accoglienza e la relazione della teologa che ha concentrato la riflessione sulla complessità delle relazioni maschio-femmina. A partire da Genesi 1-3, la professoressa De Vecchi ha accennato gli sviluppi del rapporto maschile/femminile nel corso della storia della Chiesa. L’analisi si è poi spostata sull’oggi, in cui sono proposti modelli sviluppati nei secoli precedenti, non più in grado di contenere la complessità del presente. Spesso si restringe il campo della relazione maschile/femminile al piano della coppia, ma questa modalità si rivela escludente, in quanto non considera il piano comunitario nel quale tutti sono chiamati a vivere le relazioni. Quale nome dare a questo nuovo modello, più aperto e comprensivo di tutte le sfaccettature della nostra realtà? La professoressa De Vecchi non ha lasciato risposte o ricette preconfezionate; ha piuttosto indicato un punto di partenza per un partecipato dibattito, segno della pregnanza dell’argomento, ormai realtà quotidiana anche nelle nostre Chiese.

 

La relazione dalla teologa moralista Gaia De Vecchi 

 

 

I partecipanti hanno poi celebrato insieme l’Eucaristia, presieduta da don Giampaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale della Diocesi di Cremona. Nell’omelia don Maccagni ha sottolineato come san Francesco Spinelli possa essere una luce per i sacerdoti di questo tempo, per vivere appieno l’oggi, perché possano riportare sempre tutto non a sé, ma a Lui, nell’Eucaristia. «Il lamento quando le iniziative pastorali non funzionano o hanno poco successo può risuonare sulla bocca dei preti con queste parole: “Non mi è rimasta che la Messa”. Un’espressione di san Francesco, che sembra dire ai sacerdoti: Ti sembra poco? L’Eucaristia è tutto! È la sorgente: celebrare e vivere l’Eucaristia è il centro e il cuore di tutta la vita sacerdotale. Il Signore ha chiamato i preti a preparare la tavola ogni giorno, a chiamare ogni giorno, come un padre, i componenti della famiglia e dire: C’è pronto! Venite puntuali!». «Proprio questo – ha continuato Maccagni – è il senso dell’essere preti, dell’essere cristiani. Perché essere cristiani significa alimentarsi di Gesù e così, vivere di Lui». Come riecheggia dalle letture proprie della festa di san Francesco Spinelli: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”. Sì, vivere di Lui.

La giornata sacerdotale si è conclusa con un pranzo in fraternità.

 

San Francesco Spinelli, tanti appuntamenti in preparazione alla festa del fondatore delle Suore Adoratrici

TeleRadio Cremona Cittanova
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