Lettera: Pentecoste 1995

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Pentecoste 1995

Bisogna gioire e porre in grande stima la vita contemplativa tutta dedita alla preghiera! Il segreto della riuscita nel nostro apostolato come di ogni altro evento ed iniziativa ecclesiale, dipende dalla preghiera!

  Gent.ma e cara sorella in Cristo,

  La Grazia di Nostro Signore sia sempre con noi!

  Sono stato spinto a scrivere da un numero del settimanale “La Vita Cattolica” che mi mandano qui in Indonesia e precisamente nel Borneo Occidentale (ora Kalimantan Barat). Arrivano sempre in ritardo a distanza di tre mesi nel numero di cinque o sei per volta. Se sono sul posto alla base, posso leggerle subito quando arrivano; ma se sono in tournée all’interno, passano mesi e mesi prima di leggerle. Tuttavia l’avvenimento di Grazia di una suora contemplativa, non può passare inosservato. Esso è una ricchezza non solo per la Chiesa Locale ma per tutta la Chiesa Universale. Il S. Padre chiama voi contemplative: “CUORE DELLA CHIESA” .. COMPAGNE NELL’EVANGELIZZAZIONE!!!

  Se debbo dire la verità ciò che mi ha spinto a scrivere è anche il fatto di aver conosciuto il vecchio parroco di Rivarolo del Re. “Sta sempre in Chiesa” dicevano. Io con fede un po’ interessata andavo in Chiesa prima di iniziare la partita, per chiedere di vincere. Ma quelle preghiere più che cambiare il risultato della partita lasciata alla nostra preparazione e bravura, cambiavano me stesso anche a mia insaputa. Per questo non andavano mai a vuoto, anche quando perdevamo. Io facevo parte della squadra di calcio di Solarolo Rainerio ed alcune volte in trasferta sono andato a giocare a Rivarolo del Re. Poi, invece di andare in C od in B, sono entrato nella Congregazione della Missione, o Lazzaristi […]. Li ho conosciuti quando sono venuti a fare la Missione in Paese, dove si trovavano le suore “Figlie della carità”, il ramo femminile della Congregazione della Missione.

  Ritorno a parlare del vecchio parroco. Lo trovavo quasi sempre in Chiesa. Era un’anima contemplativa, un Uomo di Dio ed avrà alimentato nelle vene, sorgive di Grazia che si saranno diramate dove il Signore avrà voluto, per irrorare cuori aridi, oppure fecondare con abbondante grazia, cuori in attesa. Ho già 57 anni eppure questi ricordi sono come disegnati negli occhi della mente. Sono già 25 anni che sono in Indonesia! Missionario di foresta come lo è questa Chiesa locale che deve mettere salde radici, perché è ancora come un giovane virgulto.

  Io ho avuta sempre una grande stima ed ammirazione per la vita contemplativa e quando posso chiedo preghiere alle contemplative che conosco. Qui ad esempio in Borneo Occidentale, nella Diocesi di Pontianak ci sono le clarisse cappuccine precisamente nella città di Singkawang, un grosso centro cinese. Sono nel numero di 21. Hanno poi una specie di succursale (chiamiamola così), un piccolo convento fatto costruire da un ricco cinese cattolico. Un posto molto isolato, difficile da raggiungere. Superstiziose credenze dicono che era un posto degli “hantu”, gli spiriti cattivi. Ancora adesso, questa credenza è dura a morire. Questa zona confina con la mia anche se sono centinaia di chilometri. Io sono nel Vescovado di Sintang che conta 65.000 chilometri quadrati, un po’ come la Lombardia ed il Lazio messi insieme. Qui nel Vescovado di Sintang non ci sono ancora i contemplativi.

  Allora io, certo anche questo per disposizione della Divina Provvidenza, ogni tanto vado a tale “succursale” delle suore clarisse cappuccine. Il luogo si chiama Sarikan. E siccome nessun sacerdote di quella zona può o vuole andare a servire anche ogni tanto queste povere sorelle, ci vado io, di solito quando ritorno dalle tournée. È come se ricaricassi il serbatoio spirituale che può alla fine farsi secco per il lungo girare. Perché senza vita spirituale si gira a vuoto, senza preghiera, senza il suo appoggio, si rischia di essere come delle ruote nel fango che girano a vuoto… non attaccano, non fanno presa!

  Bisogna gioire e porre in grande stima la vita contemplativa tutta dedita alla preghiera! Il segreto della riuscita nel nostro apostolato come di ogni altro evento ed iniziativa ecclesiale, dipende dalla preghiera.

  Le sorelle contemplative clarisse cappuccine qui a Sarikan sono nel numero di tre per ora, a periodi una viene da Singkawang e così sono nel numero di quattro. Restano lunghi periodi senza avere Messa ed Eucaristia, per cui quando ci sono io, sono molto contente.

  È una vita difficile in queste zone dove sacrifici e sforzi sembrano essere inghiottiti da questo intreccio grandioso di verde, alberi, radici, fiumi grandi e piccoli, senza vedere risultati. Non è tanto la difficoltà delle comunicazioni, pericoli di fiumi, pericoli di animali ecc. No! Non è questo! È piuttosto l’ambiente d’insieme che spesso sembra restio, freddo od indifferente davanti al Vangelo. Sembrerebbe così naturale, pacifico, assodato: non c’è nulla di più bello, vero, confacente per qualsiasi tribù, razza, cultura, della Persona di Gesù Cristo e del Suo Vangelo per crescere, progredire sia spiritualmente che materialmente. Ed ecco che a volte si frappongono come dei muri di superbia e di egoismo che sembrano molto forti, duri da abbattere.

  Ora termino. In occasione della Festa di Pentecoste ho voluto scrivere qui a parte una specie di “Missiva” perché facciate arrivare un appello allo Spirito Santo. La consegnerà Lei alla Madre Abbadessa ed alle consorelle tutte. Così io impegno tutte, se non esigo troppo!

  A Te cosa debbo dire ancora cara Sorella?!?

  Sei un Capolavoro della Grazia di Gesù Cristo, Artefice Divino nello Spirito Santo. Un Capolavoro però appena iniziato ed ancora da finire e rifinire. Nostro Signore non è che fa tutto Lui in noi. Vuole un po’ di collaborazione da parte nostra. Così io prego che tu Gliela dia in pienezza questa collaborazione. Fino alla Statura di Cristo che vuol dire pienezza di Santità!!!

In Gesù Cristo
e Maria sua e Nostra Madre
Riconoscente
P. Valentino Bosio, CM.