Messa di ringraziamento per la canonizzazione di Grossi

Il Vescovo Lafranconi ricorda in Cattedrale il Santo cremonese

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A una settimana esatta dalla canonizzazione di san Vincenzo Grossi, il sacerdote cremonese (Pizzighettone 1845 – Vicobellignano 1917) fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, domenica 25 ottobre alle 11 nella Cattedrale di Cremona il vescovo Dante Lafranconi ha presieduto la Messa di ringraziamento, espressione del desiderio della Chiesa cremonese perché «goda, esulti, ringrazi il Signore – ha detto il Vescovo – e imiti le virtù del Santo». Sull’altare una reliquia del sacerdote originario di Pizzighettone. Prossima importante scadenza il 7 novembre, giorno della memoria liturgica del nuovo Santo. In questa occasione l’urna con il corpo di san Grossi farà ritorno in diocesi con tappe a Regona, Vicobellignano e Gombito.

Omelia del Vescovo (mp3)

Insieme al Vescovo, hanno concelebrato l’Eucaristia i canonici del Capitolo della Cattedrale, con il presidente del Capitolo mons. Giuseppe Perotti e il parroco del Duomo, mons. Alberto Franzini. Presente anche il parroco delle parrocchie di Pizzighettone, don Enrico Maggi, che ha preso posto in piazzetta senatoria proprio accanto alla reliquia del Santo: alcuni frammenti ossei dei braccio e della mano, conservati in un urna di cristallo solitamente conservata nella chiesa di Vicobellignano e per l’occasione trasferita a Cremona. Reliquie che sono state incensate dal Vescovo all’inizio della Messa.

Nelle prime fila una delegazione delle Figlie dell’Oratorio. Tra di loro anche colei che fino poche settimane fa è stata la superiora generale, la pizzighettonese madre Marilena Borsotti: proprio lei ha proclamato la prima lettura. In prima fila in fascia tricolore anche il vicesindaco di Cremona, Maura Ruggeri.

Nell’omelia il Vescovo ha subito voluto richiamare la canonizzazione di san Vincenzo Grossi, che Papa Francesco ha presieduto in piazza San Pietro, in Vaticano, la domenica precedente, spiegando quindi il senso di questa Messa di ringraziamento: contemplare ciò che Dio ha operato in lui e farne motivo di gloria. Motivo di gloria «un po’ anche per noi stessi – ha aggiunto con un pizzico di orgoglio mons. Lafranconi – perché un santo è sempre espressione della benevolenza di Dio. Se un santo esce dalla nostra terra vuol dire che Dio ha guardato con un occhio di particolare misericordia a questa nostra terra: e noi ce ne sentiamo onorati».

Quindi mons. Lafranconi ha voluto sottolineare alcuni aspetti della figura di san Vincenzo Grossi, partendo dal fatto che fu «un prete molto normale, un cristiano che ha vissuto con intensità propria sequela, ma senza fare cose straordinarie. Un Santo vicino a noi!». Ma per onorare un santo non basta ammirarlo: «la sua vita – ha sottolineato il Vescovo – deve essere per noi stimolo a vivere più intensamente la sequela».

Il brano evangelico è stato lo spunto per una riflessione sulla fede, che – come per il cieco – offre la possibilità di guardare con un occhio nuovo. Proprio come san Grossi fu capace di vedere le necessità del suo tempo.

Mons. Lafranconi ha poi richiamato alcuni passaggi della vita del Santo. A cominciare dalla fanciullezza quando, per rispondere alle necessità economiche della sua famiglia, posticipò l’ingresso in Seminari, pur, però, con una fede che lo mantenne tenace rispetto a quello che aveva riconosciuto come rispondente alla volontà di Dio. Un esempio che il Vescovo ha auspicato tutti possano seguire: «Quale vantaggio ne verrebbe per tutta la società!».

Poi il Vescovo ha richiamato la caratteristica di instancabile predicatore di san Vincenzo, in particolare nell’ottica educativa per la gioventù. Un altro esempio che, con un riferimento al recente Sinodo, il Vescovo ha riletto come necessità della «nuova evangelizzazione», che «non è solo compito di preti e suore, ma della famiglia».

Quindi il riferimento a quanto Papa Francesco ha detto di San Vincenzo Grossi in occasione della canonizzazione: «L’esempio di san Vincenzo Grossi sostenga l’impegno per l’educazione cristiana delle nuove generazioni». «Un impegno che facciamo nostro, lo sosteniamo e lo viviamo, chiedendo – ha concluso il Vescovo, con un riferimento alla reliquia del Santo presente in Cattedrale – che quella mano che tante volte ha benedetto i suoi parrocchiani, ha benedetto i giovani, ha accompagnato tante persone nei momenti belli e tristi della vita, continui a benedire anche noi: la nostra Chiesa, la nostra Diocesi, l’intera società».

La celebrazione, animata con il canto dal Coro della Cattedrale diretto da Graziano Ghisolfi e con l’Associazione Nazionale Carabinieri che ha garantito il servizio d’ordine, si è conclusa con la benedizione del Vescovo, rivolta in particolare alla Figlie dell’Oratorio, chiamate a conservare il carisma del Fondatore nella loro opera nel campo dell’educazione delle giovani generazioni.

I festeggiamenti per il nuovo santo cremonese proseguiranno a partire da sabato 7 novembre, giorno della sua memoria liturgica, quando in diocesi potranno essere venerate le reliquie del corpo di don Grossi, grazie alla presenza dell’urna che solitamente è conservata a Lodi nella cappella della Casa madre delle Figlie dell’Oratorio (e in questi giorni, eccezionalmente, nella Cattedrale di Lodi).

Il corpo del Santo arriverà a Regona di Pizzighettone (dove don Grossi è stato parroco dal 1873 al 1883) nel pomeriggio di sabato 7 novembre: prevista la processione dal piazzale del cimitero sino alla chiesa di S. Patrizio. Alle 21 la solenne Messa presieduta dal vescovo Lafranconi e concelebrata dai sacerdoti di Pizzighettone e della Zona. Dalle 23 veglia di preghiera notturna, fino alle ore 8 di domenica 8 novembre.

Dopo le Lodi mattutine, l’urna di don Grossi sarà trasferita a Vicobellignano (dove fu parroco dal 1883 sino alla morte, avvenuta il 7 novembre 1917), dove alle 11 il Vescovo presiederà una solenne Eucaristia. Alle 16.30 la celebrazione del Vespro.

Prima del ritorno alla Casa madre delle Figlie dell’Oratorio, l’urna farà tappa anche a Gombito, dove si canteranno i Vespri e sarà esposta l’Eucaristia per l’adorazione tutta la notte. Lunedì 9 novembre, dopo la Messa delle 9, l’urna riprenderà il viaggio alla volta di Lodi. La tappa a Gombito a motivo della presenza come parroco, dal 1918 al 1923, di don Ubaldo Grossi (nipote di don Vincenzo Grossi), che in precedenza aveva fatto il vicario a Vicobellignano con lo zio sacerdote. Altro legame è dovuto al fatto che don Angelo Bernabè lasciò nel 1918 la guida di Gombito proprio per succedere a don Vincenzo Grossi come parroco di Vicobellignano.

 

Lo speciale del Giorno del Signore

Nel fine settimana in tv sarà proposto anche uno speciale del “Giorno del Signore”, la rubrica televisiva diocesana prodotta da TRC, dedicata alla canonizzazione di san Grossi con il resoconto della solenne celebrazione presieduta lo scorso 18 ottobre in piazza S. Pietro da Papa Francesco e il reportage del pellegrinaggio diocesano a Roma, con le immagini della Messa di ringraziamento celebrata all’indomani dai vescovo di Cremona e Lodi nella basilica di San Giovanni dei Fiorentini, con interviste, tra cui quella al postulatore padre Antonio Saez de Albeniz.

Il “Giorno del Signore” è trasmesso da:

  • Cremona1 (canale 211 del digitale terrestre; in streaming suwww.cremona1.it): sabato alle 8, alle 11.30 e alle 20.30, domenica alle 12.30;
  • Studio 1 (canale 80 del digitale terrestre; in streaming suwww.studio1.it/streaming.html): sabato sera alle 20.30;
  • TelePace (Sky canale 850; canale 187 del digitale terrestre; in streaming su www.telepace.it): venerdì alle 14 e alle 20, sabato alle 2.15, domenica alle 5.35.

Tutte le puntate del “Giorno del Signore” possono essere inoltre scaricate in podcast dal sito internet www.teleradiocremona.it.

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