Mercoledì nella chiesa di S. Vittore, a Castelleone, Messa in suffragio di don Attilio Berta

In programma anche una celebrazione a Soncino, suo paese d'origine. Le esequie lunedì 3 settembre nel "suo" santuario a Mogi das Cruzes (Brasile)

image_pdfimage_print

In foto da sinistra: don Attilio Berta, il vescovo Napolioni e dom Pedro Luiz Stringhini

Sarà celebrata mercoledì 6 settembre, alle ore 16 nella chiesa di S. Vittore, a Castellene, la Messa di suffragio per don Attilio Berta, il sacerdote cremonese “fidei donum” in Brasile deceduto nel pomeriggio di domenica 3 settembre. La liturgia sarà presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Le esequie di don Berta nel pomeriggio di lunedì 4 settembre in Brasile, alla presenza del vescovo di Mogi das Cruzes (diocesi in cui operava don Berta) dom Pedro Luiz Stringhini (italo-brasiliano di terza generazione la cui famiglia è originaria di S. Giovanni in Croce). I funerali proprio nel santuario mariano costruito da don Berta nel Paese sudamericano, dove ha dato vita anche a un’importante opera educativa oltre che a una società di vita apostolica intitolata a “Maria Madre del Divino Amore”.

Il Vescovo Stringhini ha ricordato con affetto il missionario cremonese, ringraziando Dio «per la grandiosa vita di don Attilio, dedicata alla Chiesa particolare di Mogi das Cruzes». Parole di ringraziamento le ha volute rivolgere anche alla Diocesi di Cremona che ha generosamente condiviso il ministero sacerdotale di don Berta, inviandolo in Brasile come “fidei donum”.

Proprio a inizio luglio il vescovo Napolioni aveva avuto modo di conoscere da vicino l’operato di don Attilio Berta nel corso del viaggio in Brasile alla scoperta delle missioni dei “fidei donum” cremonesi.

Quella cui don Berta ha dato vita a Mogi das Cruzes, a partire dal 1986, è un’importante realtà disseminata in varie strutture della città. Dall’80ina di bambini allora accolti oggi sono seguiti ben 700 ragazzi, suddivisi tra scuole d’infanzia, elementari e medie. Una 70ina le persone che trovano lavoro in questa grande opera: insegnanti, assistenti e cuoche. Parte degli stipendi degli operatori è pagato con l’importante sovvenzione garantita dal Governo, mentre per la sussistenza dei piccoli una gran parte la gioca la Provvidenza. In modo significato quanto viene donato (in particolare generi alimentari per sfamare i ragazzi) è posto ai piedi dell’altare del Santuario.

L’opera di don Berta ha permesso di salvare moltissimi bambini dalla strada. Ragazzi destinati alla prigione (proprio perché vivevano per strada) e a rischio di violenze, torture e persino della vita, visto che in passato venivano gettati nel fiume.

Don Berta ha dato vita anche a una società di vita apostolica intitolata a “Maria Madre del Divino Amore”. Proprio la donazione di una delle consacrate ha permesso la realizzazione della prima struttura di accoglienza, oggi diventata casa di formazione per i consacrati: 4 gli uomini, 40 le donne, presenti anche nel Mato Grosso.

Tra i benefattori che hanno reso possibile tutto questo anche molti giapponesi, presenti sul territorio con una consistente comunità formatasi con gli esuli della seconda guerra mondiale.

Ordinato sacerdote il 18 giugno 1958, don Berta iniziò il suo ministero presbiterale come vicario a Pandino. Dopo sei anni, nel 1965, il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario. Qui – dove rimase sino all’inizio degli anni ’70, quando maturò la scelta di farsi “fidei donum” – operò in particolare presso la chiesa di S. Vittore, dove nel pomeriggio del 6 settembre il vescovo Napolioni presiederà una Messa di suffragio.

Un’altra celebrazione in suffragio di don Berta sarà celebrata a Soncino, suo paese d’origine. Ancora da fissare la data.

Classe 1931, don Berta era stato recentemente ricoverato in ospedale per continuare la sua lotta contro una grave malattia. Il decesso domenica 3 settembre, alle 15 ora locale.

 

Resoconto della visita in Brasile ai “fidei donum” cremonesi (luglio 2017)

 

Facebooktwittermail