L’incontro del vescovo Antonio con la nuova Curia

Mercoledì 28 primo faccia a faccia tra il presule e i direttori degli uffici. Professione di fede e giuramento del vicario generale, del vicario per la pastorale, dei vicari giudiziali e dell'economo diocesano

image_pdfimage_print

“Le strutture diocesane debbono essere sempre al servizio del bene delle anime e le esigenze organizzative non debbono anteporsi alla cura delle persone. Occorre, perciò, fare in modo che l’organizzazione sia agile ed efficiente, estranea ad ogni inutile complessità e burocratismo, con l’attenzione sempre rivolta al fine soprannaturale del lavoro”. Mons. Napolioni, nella prima riunione plenaria della nuova Curia avvenuta nel primo pomeriggio di mercoledì 28 settembre, ha preso a prestito il direttorio sul ministero pastorale dei vescovi per delineare il volto degli uffici e delle strutture che lo coadiuveranno nel governo della diocesi nei prossimi anni. Nei suoi sogni la Curia deve esprimere anzitutto la carità pastorale del Vescovo nei suoi vari aspetti, lungi dall’essere un organismo burocratico, essa deve facilitare e non complicare la vita delle comunità parrocchiali.

La riunione si è aperta con una breve meditazione del presule a partire dal Vangelo del giorno dove si parlava di una sequela radicale a Cristo. Tale discepolato si esercita tra gli addetti di Curia anzitutto facendo maturare una condivisione nella progettazione e attuazione delle attività, in una piena corresponsabilità, in una comunione piena che libera da ogni tentazione di possesso e di lavoro individualistico. Fraternità, snellezza, dialogo sono state le parole più utilizzate in questo incontro che ha visto presenti quasi tutti gli incaricati degli uffici diocesani.

E’ seguita la professione di fede e il giuramento del vicario generale don Massimo Calvi, del vicario episcopale per la pastorale e il clero don Giampaolo Maccagni,  del vicario giudiziale don Mario Marchesi, del vicario giudiziale aggiunto don Paolo Carraro e dell’economo diocesano don Giambattista Piacentini.

Mons. Napolioni ha quindi ripreso la parola per ribadire in maniera più organica e preciso quanto esposto precedentemente. Riferendosi al codice di diritto canonico e al direttore pontificio “Apostolorum successores” ha rimarcato identità e compiti della Curia che deve sempre agire per il bene delle persone e a servizio della pastorale.

Ha quindi preso la parola il vicario generale don Massimo Calvi che ha ricordato la novità delle quattro aree di lavoro nelle quali sono stati divisi i diversi uffici: comunità educante e famiglia di famiglie (che raccoglie la pastorale familiare, la pastorale catechistica, la pastorale liturgica e il catecumenato degli adulti), in ascolto dei giovani (che coordina la pastorale giovanile, quella catechistica, quella scolastica, quella universitaria e quella vocazionale), nel mondo con lo stile del servizio (che raccoglie la pastorale caritativa, quella sociale, quella missionaria, quella delle migrazioni e quella della salute) e infine capaci di comunicazione e cultura (che coordina la pastorale delle comunicazioni sociali, quella dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, dei beni e attività culturali, del turismo e del tempo libero).

Si tratta di una nuova struttura che nell’intento del Vescovo deve creare nuove relazioni e collaborazioni. Don Calvi ha spiegato che trattandosi di una nuova modalità di lavoro che chiede la disponibilità, l’agilità e la pazienza di tutti:  ogni singolo ufficio cioè non potrà più pensare autonomamente al proprio settore ma dovrà condividere obiettivi e scelte e programmare insieme iniziative e proposte.

Quindi è seguito un confronto schietto e serrato nel quale alcuni incaricati di ufficio hanno apportato il proprio contributo per il lavoro futuro.

Alle 17 è seguito un breve momento di festa con quanti quest’anno hanno lasciato il proprio incarico in Curia.

Photogallery

 

Facebooktwittermail