L’incontro del vescovo Antonio con i catecumeni

Domenica 28 febbraio mons. Napolioni ha conosciuto gli undici adulti che nella Veglia pasquale riceveranno i sacramenti dell'iniziazione cristiana

image_pdfimage_print

Per la prima volta il vescovo Antonio ha incontrato presso il Seminario vescovile i catecumeni della Chiesa cremonese. Come era solito fare anche mons. Lafranconi, Napolioni ha voluto sostare un momento con loro, per conoscerli e rivolgere loro alcuni pensieri. È stata l’occasione per conoscersi reciprocamente: molta l’emozione degli undici adulti che nella notte di Pasqua diventeranno cristiani proprio durante la veglia presieduta dal Vescovo in Cattedrale. Mons. Napolioni, che ha speso qualche parola sul significato dei Sacramenti, ha anche avuto modo di esprimere la sua gioia per il gesto che compirà nella serata del 26 marzo. Sarà la prima volta infatti in cui amministrerà i Sacramenti da Vescovo nella significativa cornice della veglia pasquale.

I catecumeni provengono da Albania, Costa d’Avorio e Camerun e risiedono a Cremona, Bonemerse, Cassano d’Adda, Casirate d’Adda e Scandolara Ravara. Sono Bardhi Kaci, Elegantina Pjetri Kaci (marito e moglie), Fran Biba, Dominique Annette Naossi Nadia, Sylvestre Yao N’Goran, Rudina Mecaj, Marie Beurge, Franck Dongo, i coniugi Todi Prendi e Juliana Prendi e Carine Yedo Assoma. Il loro percorso di catecumenato è iniziato circa due anni fa, quando è maturato in loro il desiderio di entrare a far parte della comunità cristiana. Insieme a sacerdoti e catechisti delle loro parrocchie hanno cominciato ad approfondire la bellezza della vita cristiana, fino ad arrivare alla decisione di accostarsi al Battesimo.

A guidarli nell’ultima tappa di questo percorso di crescita nella fede don Antonio Facchinetti e don Luigi Donati Fogliazza, che hanno incontrato i catecumeni da settembre 2015. Culmine di questo cammino sarà la Veglia di Pasqua in Cattedrale, durante la quale riceveranno i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucarestia.

Le storie degli undici catecumeni 

Le loro storie sono per certi tutte simili perché in tutti loro lo Spirito è già all’opera: li ha resi curiosi, li ha fatti innamorare di Gesù, gli ha fatto incontrare la comunità cristiana, li ha sollecitati a chiedere il Battesimo. Proprio l’azione dello Spirito rende però le loro esperienze tutte diverse, rivelando una fantasia che è tutta divina.

Molto bella la testimonianza di Eglantina, che vive a Casirate d’Adda con il marito Bardhi e i due figli. L’esempio della sua nonna aveva tenuto vivo il ricordo della fede cattolica nella sua famiglia anche nei lunghi anni di dittatura, quando in Albania non era possibile esprimere pubblicamente il proprio credo. Questa eredità familiare è quella che la coppia vuole vivere in prima persona e trasmettere ai proprio figli.

Con grande semplicità anche gli altri catecumeni di provenienza albanese hanno offerto la propria testimonianza. Fran, che vive a Cassano, ha vissuto come un dono quello di un paese in cui si può essere cristiani. Si prepara al Battesimo anche Dominique, originaria del Camerun dove già frequentava la scuola cattolica. L’eredità cristiana della sua famiglia e della sua educazione è diventata per lei ora scelta consapevole.

Di grande spessore anche il racconto di Rudina, albanese residente nella parrocchia cittadina di S. Michele. Di se stessa racconta di essere stata sempre in ricerca, di essersi posta molte domande e di aver trovato in Gesù le risposte. Non vuole usare frasi fatte, ma è davvero convinta che accogliere Gesù renda migliore la sua vita! In questo il confronto e l’esempio della sua catechista e della sua famiglia sono stati determinanti. Accompagnati sempre dalla comunità di S. Michele diventeranno cristiani anche Franck e Marie, originari della Costa d’Avorio, mentre un’altra ivoriana, Yedo, è inserita nella comunità del Cambonino. Marie, con un sentimento di gratitudine, ha raccontato l’esperienza dei giovani sposi che aiutando lei nella preparazione al Battesimo hanno anche compiuto una singolare preparazione al loro matrimonio.

Del ruolo degli accompagnatori hanno ancora parlato anche Todi e Juliana, una coppia albanese inserita nella parrocchia di Scandolara Ravara. Proprio l’amicizia e la familiarità con gli accompagnatori e con le persone della comunità sono stati l’elemento decisivo per avvicinarsi alla fede e per continuare con serietà e costanza il cammino. Anche il giovane Sylvestre, ivoriano residente a Bonemerse, trova nei suoi accompagnatori il giusto sostegno alla sua serietà e al suo forte impegno in ogni aspetto della sua vita.

L’invito ai fedeli della Chiesa cremonese è quello di accoglierli a braccia aperte come segno di speranza per tutta la comunità. Essi sono la viva testimonianza del fatto che ancora oggi il Maestro chiama quanti si incuriosiscono e si appassionano al Vangelo e alla vita cristiana.

Facebooktwittermail