Le veglie delle “Sentinelle in piedi” a Cremona e Casalmaggiore: “Siamo qui per difendere l’uomo»

Domenica 24 gennaio nelle due piazze circa 340 persone hanno manifestato in silenzio a favore della famiglia naturale

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Duecento persone a Cremona e centoquaranta a Casalmaggiore hanno partecipato alle veglie delle “Sentinelle in piedi” promosse nel pomeriggio di domenica 24 gennaio per manifestare a favore della famiglia naturale e per denunciare il decreto legge Cirinnà che vorrebbe equiparare al matrimonio le unioni delle persone dello stesso sesso e che prevede che uno dei due partner della cosiddetta unione civile possa adottare il figlio biologico dell’altro, privando così il minore del suo diritto ad uno dei suoi genitori o entrambi. «Siamo qui – ha detto il portavoce all’inizio della veglia – soprattutto per difendere l’uomo da un attacco senza precedenti nella storia che mira a ferire la sua natura». Per i manifestanti particolarmente preoccupante è la stepchild adoption che aprirerebbe all’abominevole patrica dell’utero in affitto. Ma anche senza questa ipotesi il ddl Cirinnà sarebbe comunque inaccettabile «perché l’adozione sarebbe reintrodotta per via giudiziaria o imposta dall’Europa, ma sopratutto perché anche senza figli il riconoscimento giuridico di queste unioni indebolisce l’istituto matrimoniale, svilendone il significato e facendo passare l’idea che il compito procreativo ed educativo siano solo delle opzioni e non lo scopo dell’unione fra uomo e donna. Il matrimonio così sarà snaturato e non più compreso come necessario a garantire l’ordine delle generazioni, favorendo così alla morte della società».

Tra gli obiettivi della veglia anche quello di «difendere e ribadire la libertà dei genitori di poter educare i propri figli, denunciando l’ideologia gender che ormai è entrata nelle nostre scuole. Con il pretesto di voler combattere ogni tipo di discriminazione, nelle aule si confondono le menti dei più piccoli violando la loro identità, spiegando loro che chiunque può sentirsi maschio o femmina indipendentemente dal dato biologico e insegnando che non c’è differenza tra madre e padre. È questa un’altra discriminazione che non accetta le differenze tra uomo e donna e che svilisce la persona, impedendo la formazione della sua identità. Questa invasione, cominciata già da tempo, ora è aggravata dall’articolo 16 della legge sulla Buona Scuola che parla esplicitamente di insegnamento di genere, aumentando la confusione e legittimando de facto quanto abbiamo appena denunciato».

Il portavoce ha quindi ricordato la manifestazione nazionale a favore della famiglia del 30 gennaio a Roma: «È sempre più evidente che le persone comuni sono pronte a prendersi lo spazio pubblico quando è in gioco qualcosa di grande e che la resistenza di popolo può fare la differenza. È innegabile dunque che anche noi qui oggi siamo preziosissimi per incidere sui percorsi legislativi, ma soprattutto sul risveglio delle coscienze sopite che ancora non si sono rese conto di quanto sta accadendo. È per tenere sveglie le nostre coscienze continuamente minacciate dalla mentalità dominante».

Al termine delle veglie – avvenute secondo le solite modalità: in piedi, rivolti ai palazzi del governo locale, con un libro in mano e un lumino ai piedi – il portavoce ha ringraziato per la partecipazione ricordando che in altre 50 piazze italiane è avvenuta la medesima manifestazione: «Continuiamo allora ad aiutarci ogni giorno ad essere vigili, ad essere sentinelle nella vita quotidiana, a informarci, a tornare alla tradizione passata che ci ha reso grandi e che ci riempie di una nostalgia operativa, a riscoprire la verità sull’uomo, proclamandola, vivendola e opponendoci alla menzogna, anche ci emarginassero. Non siamo soli! Per questo continueremo a riunirci e a vegliare nelle piazze in un silenzio che solo può sprigionare l’anelito e l’amore alla verità sempre e ancora presente in ogni uomo, sebbene oggi soppresso dal rumore di un potere invadente».

Non sono state segnalate azioni di disturbo da parte di terzi.

Photogallery della veglia a Cremona

 

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