L’attesa è finita: oggi la Chiesa cremonese avrà un nuovo pastore

Dalla diocesi in dono a mons. Napolioni un pastorale da utilizzare nelle sue visite alle parrocchie

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L’attesa è finita. Oggi, presumibilmente verso le 16.30, mons. Napolioni, con la mitra in capo e il pastorale nella mano, siederà sulla cattedra e assumerà la guida della Chiesa cremonese come suo, almeno per la cronologia ufficilae, 85° pastore. La macchina organizzativa di questo storico pomeriggio è davvero imponente e grazie alla stretta collaborazione tra l’amministrazione civile ed ecclesiale tutto andrà per il meglio: il vescovo eletto, scortato da due agenti della polizia locale in motocicletta, giungerà dal Seminario in piazza del Duomo alle 14.55. Sarà accolto dal suono festoso del Complesso Bandistico Città di Cremona e dall’abbraccio del sindaco Gianluca Galimberti. Prima dei discorsi ufficiali Sara Castellani, 15enne dell’Istituto superiore di studi musicali “Claudio Monteverdi” eseguirà un brano sacro al violoncello. Poi la parola al primo cittadino, affiancato dalle massime autorità civili e militari del territorio, tra di esse il sottosegretario Pizzetti e il prefetto Picciafuochi. Sul palco anche il primo cittadino di Camerino Gianluca Pasqui e quello di San Severino Marche Cesare Martini con diversi assessori. Mons. Napolioni risponderà brevemente con un suo saluto alla città.

Terminata la parte istituzionale il vescovo eletto entrerà in Cattedrale accolto dal presidente del capitolo mons. Giuseppe Perotti: bacerà lo stipite, il crocifisso e aspergerà l’assemblea con l’acqua benedetta.

La Cattedrale, che aprirà i battenti alle 14, sarà colma di fedeli. La composizione dell’assemblea dice la storia di quest’uomo, parso a tutti, fin dall’inizio, affabile e concreto. Ci saranno circa 500 fedeli della diocesi di Camerino-San Severino Marche soprattutto parrocchiani del “don Orione” dove don Antonio è stato parroco per cinque anni, ma anche persone che lo hanno apprezzato nei suoi tanti incarichi diocesani, ultimo dei quali quello di vicario episcopale per la pastorale. Ci saranno tanti preti marchigiani che hanno sperimentato la sua paternità prima come vicerettore e poi come rettore del Seminario regionale. Ci saranno gli Scout, provenienti un po’ da tutta Italia, per manifestare gratitudine al loro assistente nazionale. Ci saranno oltre quaranta vescovi – tra di essi i cardinali Menichelli, Coccopalmerio, De Giorgi e Farina – che dicono l’apprezzamento e l’affetto della Chiesa italiana per questo nuovo pastore. Sarà presente, spiritualmente, la comunità di Taizè che don Antonio conosce bene e che stasera pregherà in modo speciale per lui. E ci saranno i cremonesi – preti, religiose, laici – desiderosi di abbracciare il loro nuovo vescovo, ma anche di cominciare a conoscerlo: atteso è il suo discorso che pronuncerà al termine della celebrazione, subito dopo il canto del Te Deum e la sua prima benedizione episcopale.

Il rito – ripreso da ben cinque televisioni e seguito da oltre 30 giornalisti e fotografi – sarà lungo e complesso, ma assai affascinante. A memoria d’uomo si ricorda solo mons. Tagliaferri che si fece ordinare vescovo nella nostra Cattedrale. La prima parte della celebrazione sarà presieduta da mons. Lafranconi che con i vescovi Brugnaro e Gioia consacrerà don Antonio. Bella e significativa la scelta di chiedere al vescovo Dante di presiedere il rito e di donare lo Spirito: gesto che manifesta chiaramente la successione apostolica, ma anche il desiderio di imboccare, pur nel rinnovamento, una strada già tracciata.

Saranno un centinaio i cantori diretti da don Graziano Ghisolfi: oltre al coro della Cattedrale di Cremona hanno dato la loro disponibilità il coro della Parrocchia della Cattedrale, quello di Castelverde, il S. Pio V di Soncino, il “Il Discanto” e il coro interparrocchiale di S. Severino Marche. All’organo Mascioni il maestro Fausto Caporali, all’organo positivo Giani ci sarà Camillo Fiorentini. Non mancheranno neppure alcuni altri strumenti di supporto: alle trombe Antonio Stabilini e Gigi Ghezzi, ai tromboni Ivo Salvi e Massimo Blini e al corno Matteo Taboni. Sotto la direzione di don Graziano Ghisolfi, sarà proposto un repertorio che privilegia autori cremonesi come Claudio Monteverdi, Antonio Concesa, Federico Caudana, Federico Mantovani, Fausto Caporali e Roberto Grazioli.

Momento centrale sarà dopo l’omelia di mons. Lafranconi con l’interrogazione dell’ordinando circa gli impegni episcopali, il canto delle litanie, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. Seguiranno i riti esplicativi: anzitutto l’unzione con l’olio del sacro crisma a significare la particolare partecipazione del vescovo al sacerdozio di Cristo, poi la consegna del libro dei Vangeli con l’invito ad annunziare la Parola di Dio con grandezza d’animo e dottrina. Mons. Napolioni riceverà quindi l’anello, che mons. Lafranconi gli metterà al dito anulare della mano destra: si tratta dell’anello conciliare che san Giovanni Paolo II donò all’arcivescovo Gioia, che ha voluto a sua volta donarlo a mons. Napolioni, già suo segretario. A seguire l’imposizione della mitra, dono (come la casula) della comunità cristiana di San Severino: delle famiglie della parrocchia e delle monache clarisse. Infine la consegna del bastone pastorale: quello usato da mons. Bruno Frattegiani (già arcivescovo di Camerino – San Severino Marche che ordinò sacerdote mons. Napolioni il 25 giugno 1983) e che il novello Vescovo tante volte da bambino tenne durante il servizio da ministrante.

L’insediamento alla Cattedra, il saluto della Chiesa cremonese con alcuni suoi rappresentanti e l’abbraccio di pace con gli altri vescovi concluderanno questo momento solenne. Con l’offertorio mons. Napolioni assumerà la presidenza dell’assemblea celebrando, per la prima volta, da vescovo e da cremonese l’Eucaristia.

Alla fine della celebrazione mons. Franzini, parroco della Cattedrale, consegnerà a mons. Napolioni il dono della diocesi: un pastorale da usare nelle visite alle parrocchie.

Quando ormai sarà calata la sera, con il Comune illuminato dalle torce, sacerdoti e vescovi usciranno dalla Cattedrale e sulle note degli inni sacri della banda cittadina accompagneranno mons. Napolioni nella sua nuova casa, il palazzo vescovile.

“Servite Domino in laetitia” recita il motto scelto dal nuovo pastore. È l’augurio di tutta la Chiesa cremonese.

Claudio Rasoli

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Il pastorale dono della diocesi al nuovo vescovo

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