«La fede è intelligenza della realtà»: la voce dei cremonesi dal 44° Meeting di Rimini

L'intervento di Paolo Mirri, responsabile diocesano di Comunione e Liberazione, che approfondisce l'edizione di quest'anno

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Sono oltre 300 i cremonesi che hanno partecipato all’edizione di quest’anno del Meeting di Rimini, giunto venerdì 25 agosto all’ultimo appuntamento, dopo sei giorni ricchi di eventi. Numerosi fedeli partecipanti, ma anche numerosi volontari, adulti e universitari, che si sono impegnati in prima persona per la buona riuscita di questa 44ª edizione. Anche Cremona ha fatto la sua parte.

Tanti gli argomenti approfonditi, attraverso il dialogo con personalità rilevanti nel panorama socio-economico nazionale, durante questa edizione, tra i quali hanno spiccato il tema del lavoro, affrontato attraverso mostre, convegni e interventi, tra cui quello di Silvana Sciarra, presidente della Corte costituzionale, e il tema dell’amicizia – riportato anche nel titolo “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” –, da sempre colonna portante dell’evento. «Il lavoro è inteso come possibilità di compimento di sé, un impegno che ci viene richiesto ogni giorno e che occupa la maggior parte del nostro tempo. È l’ambito principale in cui si gioca la nostra vita e dove possiamo verificare se possiamo lavorare senza mettere da parte i desideri più veri del nostro cuore – racconta Paolo Mirri, responsabile diocesano di Comunione e Liberazione –. L’amicizia, invece, è sempre stata il sottotitolo del Meeting, messo a tema e sviluppato quest’anno dall’omelia iniziale del cardinal Matteo Maria Zuppi. Un’amicizia con la A maiuscola. Un’amicizia che è amicizia al destino, che porta a un cammino insieme. Quell’amicizia che anche il Papa ci chiede, sotto forma di pace».

Un evento che, come si denota dal nome, chiama all’incontro. Una fondazione che scommette sul desiderio e la passione che ogni uomo ha nel proprio cuore per creare un terreno comune per il dialogo.

«Il Meeting è sempre un’opportunità per vedere come la fede può essere intelligenza della realtà – prosegue Mirri –: non è qualcosa di meramente spirituale, che non riguarda il concreto, perché la fede se non è riscontrata utile nella realtà, viene scartata». E conclude: «Da questo Meeting, come da tutti gli altri, ci portiamo a casa la responsabilità di vivere la fede e di testimoniarla come la cosa più attraente che possa esistere. Perché essa dà senso e dà gusto alla vita».

Come suggerito dalla propria mission, il “Meeting per l’amicizia tra i popoli” è stato anche in questa edizione il luogo fisico in cui sperimentare come l’esperienza della fede cristiana vissuta sia capace di incontrare e valorizzare ogni tentativo umano che collabora positivamente al destino di ogni uomo.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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