La Caritas Viadanese in prima linea per far fronte ai bisogni del territorio

Non solo distribuzione di vestiario e derrate alimentari per andare al di là del semplice assistenzialismo

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Non solo vestiario e derrate alimentari: la Caritas viadanese, grazie al contatto continuo con le famiglie più in difficoltà, è in prima linea nel coglierne i bisogni emergenti. «Per rispondere a tali esigenze, occorrerebbe però essere di più». A fare il punto è il gruppo volontari.

Una decina sono quelli che si occupano del servizio raccolta-redistribuzione abiti usati. Ogni settimana si presentano in media cinque-sette famiglie (venti-trenta persone). I tre quarti sono straniere (Maghreb, India, Pakistan, Africa centrale). Per i bambini, che ovviamente crescono, la fornitura è ogni due mesi, mentre gli adulti possono ricevere ogni tre mesi. La Caritas non ha scopi di lucro: la distribuzione è pertanto totalmente gratuita. «C’è una cassettina delle offerte, ma ci lascia qualcosa soprattutto chi viene a portare abbigliamento usato». Gli articoli per la prima infanzia (lettini, carrozzelle, passeggini, box, seggioloni, seggiolini per auto, biciclettine) vengono assegnati in comodato gratuito, stabilendo una scadenza per la restituzione. Ai donatori, si chiede di mettere a disposizione articoli puliti, gradevoli e privi di rotture. Gli indumenti vengono prima attentamente controllati, «così da offrire solo ciò che anche noi useremmo»; e poi assegnati nel rispetto dei gusti dei richiedenti, oltre che naturalmente di taglie ed esigenze.

Per quel che riguarda invece la distribuzione di pacchi alimentari, i nuclei familiari che la Caritas viadanese ha assistito nel corso del 2018 sono circa 160, cifra in linea con quelle degli anni precedenti. Il numero totale di utenti è sui seicento, di cui un terzo minori e il 60 per cento di origine straniera. In genere gli stranieri che si rivolgono alla Caritas sono famiglie con bimbi piccoli, mentre più spesso gli italiani sono anziani o persone sole. I pacchi vengono distribuiti a cadenza mensile, e consistono in forniture di prodotti alimentari non deperibili o a lunga conservazione, oltre ad articoli per l’igiene personale e della casa. La Caritas è convenzionata col Banco alimentare; ma le parrocchie fanno raccolte mensili. Contribuiscono inoltre alcuni esercenti, che mettono a disposizione i prodotti freschi rimasti invenduti.

La sede apre ogni sabato dalle 14.30 alle 17.30, nei locali di piazza Libertà messi a disposizione dall’amministrazione municipale (ex Plaza Café). Gli utenti sono indirizzati dai servizi sociali dei Comuni di Viadana, Pomponesco e Dosolo, che forniscono una prima valutazione; e possono accedere presentando reddito Isee e stato di famiglia, così da garantire una equa distribuzione a chi ha effettivamente bisogno.

Il servizio Caritas non vuole instaurare forme di assistenzialismo: «La parola che preferiamo è “aiutare”, mettendo al centro le persone, con le loro attuali difficoltà ma anche le potenzialità per emanciparsi». Al momento, il gruppo volontari Caritas viene aiutato da un gruppo di scout. Purtroppo l’esiguità delle forze disponibili non consente di giungere ovunque: da qui l’appello a persone disponibili a mettersi in gioco, per offrire un servizio migliore e per potenziare l’attività di ascolto e orientamento. «E’ questa – dicono i volontari – la prima forma di carità: prestare attenzione a persone spesso scoraggiate e bisognose di un contatto umano; indirizzarle nella ricerca di un lavoro o di altre opportunità; supportarle nelle pratiche burocratiche». Si vorrebbero promuovere inoltre corsi di alfabetizzazione ed economia domestica.

A breve inizieranno intanto i lavori di sistemazione e allestimento della futura sede Caritas, nell’ex Banca Cariplo acquistata dalla parrocchia (in foto qui sotto). «Da banca – nota il parroco don Antonio Censori, con riferimento alla parabola evangelica – diventerà “casa dei talenti”: perché, per la comunità cristiana, la carità è il primo dei talenti da mettere a frutto».

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