Incontro natalizio di mons. Lafranconi a Ca’ del Ferro: la cappella del carcere sarà luogo per acquistare l’indulgenza giubilare

Martedì 15 dicembre visita dell'amministratore apostolico nella casa circondariale di Cremona: dopo l'incontro con la polizia penitenziaria e gli operatori della struttura, nel teatro la Messa per i detenuti

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Ha assunto un significato del tutto particolare il tradizionale incontro del Vescovo nella Casa circondariale di Cremona nella prossimità del Natale. Non solo perché quella del 15 dicembre è stata l’ultima visita ufficiale di mons. Lafranconi come pastore della Chiesa cremonese, ma anche per il fatto che la Messa celebrata nel teatro del carcere ha segnato ufficialmente l’apertura dell’Anno della Misericordia anche all’interno della struttura di Ca’ del Ferro, la cui cappella diventa così la quinta chiesa giubilare presente in diocesi: il luogo dove detenuti e operatori penitenziari potranno ottenere l’indulgenza. L’intenso pomeriggio, che si è aperto con un momento di incontro tra il Vescovo e gli agenti di polizia penitenziaria insieme agli operatori del carcere, è poi continuato con la Messa presieduta dal Vescovo, che ha quindi incontrato i detenuti.

 

L’incontro con la polizia penitenziaria

La visita dell’amministratore apostolico di Cremona, mons. Dante Lafranconi, nella casa circondariale è iniziato alle 15 di martedì 15 dicembre. Il primo appuntamento è stato nella sala riunioni della caserma della polizia penitenziaria, all’interno della struttura di Ca’ del Ferro.

Dopo il saluto della direttrice Maria Gabriella Lusi, mons. Lafranconi ha offerto come consueto una riflessione che, quest’anno, ha naturalmente preso spunto dal Giubileo. Giustizia, misericordia e perdono le parole chiave. Mons. Lafranconi ha anzitutto parlato della giustizia, uguale per tutti, e della quale quanti operano nelle carceri devono essere “custodi”, aiutando i reclusi in un cammino che porti ad apprezzarla, vivendo secondo giustizia.

Ma è necessario andare oltre la giustizia, ha affermato con forza il Vescovo, che in qualche modo scherzando sul fatto che è facile parlare del carcere per chi non deve viverci ogni giorno, ha invitato gli operatori della struttura penitenziaria, e in primis gli agenti di polizia, a “guardare in faccia” i detenuti. Con decisione mons. Lafranconi ha rimarcato che le persone sono di più che la legge e di più dei propri errori, che non è possibile vivere senza relazioni e che solo sentendosi guardati con amore, pazienza e misericordia è possibile trovare motivo di conforto in una espressione di fraternità. “Non fermiamoci alla giustizia!” ha chiesto con forza. Mons. Lafranconi ha voluto quindi ribadire quello che deve essere il senso di una casa circondariale: non una forma di reclusione fine a se stessa, ma un’occasione di rinnovamento di vita.

Richiamandosi ancora all’Anno giubilare, l’Amministratore apostolico ha fatto riferimento a “Gesù Cristo volto della misericordia del Padre”. Un volto che il Signore mostra con la sua Parola e i sui insegnamenti, grazie proprio al mistero dell’Incarnazione del Natale. “Senza amore non c’è rinnovamento interiore – ha affermato – e senza di questo la società non cambia”.

“Io vorrei augurare buon Natale – ha concluso il Vescovo – proprio dietro all’immagine del volto di Cristo, che assume il vostro volto per esprimere la sua misericordia verso tutti, anche coloro che a volte gli uomini giudicano non meritevoli di misericordia. Ma non c’è nessuno a cui Dio non voglia rivolgere il suo sguardo attento e interessato!”.

Al termine dell’incontro la vicecomandante della polizia penitenziaria, Teresa Procoprio, ha donato al Vescovo come ricordo il crest del Corpo, con il motto “Despondere spem munus nostrum”: “Garantire la speranza è il nostro compito”.

La riflessione di mons. Lafranconi alla polizia penitenziaria e agli operatori del carcere

Photogallery dell’incontro

 

La Messa e l’incontro con i detenuti

Ha quindi fatto seguito, in teatro, la celebrazione della Messa. La liturgia è stata accompagnata dal coro formato da un gruppo di detenuti, sostenuti da alcuni volontari che con loro stanno condividendo un progetto proprio per l’animazione delle celebrazioni in carcere. Alla tastiera uno dei due cappellani, don Graziano Ghisolfi, mentre la direzione delle voci era affidata a Susanna Pagliari.

Accanto a mons. Lafranconi c’erano il cappellano, don Roberto Musa, e il direttore della Caritas diocesana, don Antonio Pezzetti; a garantire il servizio all’altare è stato il diacono Marco Ruggeri, operatore di Caritas Cremonese in servizio proprio presso il carcere cremonese.

A dare il benvenuto al Vescovo non è stato come consueto un detenuto, ma don Musa che ha ricordato la scelta di Papa Francesco di far diventare anche le carceri luogo di misericordia in questo straordinario Anno Santo. “La sua presenza tra noi, Eccellenza, è per noi l’inizio del nostro Giubileo”, ha affermato, chiedendo poi al Signore la possibilità di poter fare davvero esperienza di misericordia e speranza in questo Anno Santo. Poi il cappellano del carcere, a nome anche di tutti i detenuti, ha voluto ringraziare mons. Lafranconi per la vicinanza e l’attenzione che ha sempre dimostrato alla realtà carceraria nei suoi anni di episcopato cremonese. Parole che hanno fatto commuovere lo stesso Vescovo, che ha subito voluto confermare la propria vicinanza spirituale anche per il futuro.

Il saluto del cappellano don Roberto Musa

Nell’omelia il richiamo al Natale, segno di un Dio che dimostra tutto il suo interesse per l’umanità facendosi uomo e fratello. Poi il riferimento all’Anno della Misericordia, con la precisazione che la richiesta di perdono nasce dalla consapevolezza di essere amati da Dio e non dal volersi riparare da un castigo.

Mons. Lafranconi ha poi richimato la testimonianza di Mario, 30 anni, detenuto del carcere di Avezzano, che ha trascorso quasi metà della propria vita in una prigione: “Ho vissuto le sbarre della mia cella in svariati modi, dapprima le ho odiate come il più acerrimo dei nemici, poi col tempo le ho apprezzate perché mi hanno protetto da me stesso, infine le ho accettate come parte della mia esistenza. Sbarre che sembrano saldate direttamente sulle mie retine e che mi costringono ad avere persino ricordi anch’essi reclusi. Eppure, per quanto negli ultimi anni la mia fervida immaginazione si potesse sforzare, mai avrei pensato alla porta della mia cella come a una “porta santa”. [il testo integrale]

Riflettendo sul tema della misericordia l’attenzione è andata proprio al Giubileo all’interno del carcere di Cremona: “A partire da questo momento – ha detto mons. Lafranconi – anche la vostra cappella sarà un luogo per acquistare l’indulgenza giubilare: per voi detenuti e per coloro che operano qui”. E ha concluso: “Domenica all’inizio della messa don Roberto reciterà, all’ingresso della porta della cappella, quella preghiera per ricordare che è come la porta del Signore: attraverso di essa si entra perché abbiamo bisogno della sua misericordia; attraverso di essa si esce perché ciò che abbiamo ricevuto lo vogliamo ridonare”.

Il testo dell’omelia dell’amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi

Dopo la Messa ha preso la parola la direttrice Maria Gabriella Lusi, che ha tracciato un bilancio dell’anno trascorso, ringraziando le tante realtà del terzo settore e del volontariato (tutte rappresentate) che hanno aiutato la casa circondariale di Cremona a intraprendere una strada nuova, fatta di spazi rinnovati per la ricerca di una normalità anche dietro le sbarre o nell’attenzione, ad esempio, ai colloqui con i familiari. Una nuova strada che deve essere contrassegnata dalla fiducia che si traduce in responsabilità.

Non sono mancati alcuni omaggi offerti al Vescovo, tutti realizzati all’interno della casa circondariale. Tra questi quello intitolato “C’è sempre una via d’uscita: nella speranza!”, con una croce che fuoriesce dalla sbarre. Una vera e propria opera d’arte, realizzata con materiale di riciclo della struttura su intuizione di uno degli agenti della Penitenziaria.

Da ultimo l’incontro personale del Vescovo con i detenuti, ai quali al termine della Messa ha consegnato un biglietto di auguri natalizi, insieme a un rosario e al testo lucano del Vangelo della misericordia.

Photogallery della celebrazione

 

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