In Seminario l’incontro natalizio del Vescovo con i professionisti cattolici

Stimolo per la riflesisone è stata la lettera scritta dell'arcivescovo di Milano ai medici "Stimato e caro dottore"

image_pdfimage_print

Si è svolto giovedì 12 dicembre, presso il Seminario, in Via Milano, l’incontro prenatalizio del vescovo Antonio Napolioni con i professionisti. A tema la riflessione sulla lettera dell’arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini intitolata “Stimato e caro dottore”, scritta per i medici ma che può essere letta come inviata a tutti coloro che svolgono un ruolo a servizio della comunità.

Partendo dal capitolo “Medici per vocazione”, mons. Napolioni indicava il dovere di ripensare la propria professione nel segno della “vocazione”, riconoscendo nella propria scelta la chiamata di “Qualcuno”. Per i cristiani, la scelta vocazionale non può essere finalizzata solo alla propria professione, ma a realizzare il “sì” alla chiamata di Dio.

Sempre riferendosi allo scritto di mons. Delpini, il vescovo sottolineava che a volte, nella professione ci si sente “affaticati”, a causa di come ognuno vive il proprio lavoro, come pure dell’organizzazione del lavoro che a volte esaspera, per cui si giunge, talora, a scelte affrettate.

Ad affaticare sono, spesso, le richieste dei clienti, oppure le aspettative del professionista stesso. A volte succede anche che, nella professione, gli errori di alcuni provocano una crisi di fiducia nei confronti del professionista.

Per questo, sottolineando le parole di Delpini, il Vescovo affermava: «Voglio fare giungere una parola di conforto», ricordando che il professionista deve prendersi cura di sé, al fine di dare sostegno ai suoi clienti.

Ricordava quindi la necessità dell’aggiornamento, della formazione continua, soprattutto per gli aspetti umanistici. Con l’aggiunta della necessità di momenti di meditazione, di preghiera, finalizzati al prendersi cura di sé, indispensabile per il servizio alla società. Concludendo esortava: per i professionisti credenti è necessario formarsi una visione condivisa dell’uomo per giungere nel proprio lavoro a una attenzione prioritaria alla persona. Augurava quindi che la cura della persona sia fatta in modo da essere sempre scuola di vita.

Vincenzo Rini

Le immagini dell’incontro

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail