In Cattedrale l’ultimo saluto a mons. Luigi Gerevini

Il canonico è deceduto il 12 gennaio alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” dove era ricoverato da alcuni mesi

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È con il canto “Madonna degli Scout”, intonato dal vescovo Antonio Napolioni, che la mattina di lunedì 15 gennaio nella Cattedrale di Cremona è stato dato l’ultimo saluto a mons. Luigi Gerevini, canonico del Capitolo deceduto venerdì 12 anni, all’età di 84 anni, presso la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona, dove era ricoverato da alcuni mesi, dopo un primo tempo presso la casa di cura Ancelle della Carità.

L’ultimo saluto terreno nella chiesa dove fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1959 e di cui nel 2004 era diventato membro del Capitolo, svolgendo anche il ruolo di confessore.

Parecchi i sacerdoti che hanno concelebrato l’Eucaristia insieme al vescovo Antonio Napolioni e al vescovo emerito Dante Lafranconi. Tanti gli amici che si sono stretti attorno alla famiglia – con le sorelle Ave e Luciana – e tra loro anche tanti scout, in particolare giunti da Cassano d’Adda dove, presso la parrocchia di S. Maria Immacolata e S. Zeno, era stato vicario per più di una decina d’anni. Lui che degli Scout Agesci fu assistente della Zona di Cremona-Crema-Lodi  dal 1984 al 2002.
Presente anche una rappresentanza del Consiglio centrale della S. Vincenzo de’ Paoli di Cremona, di cui mons. Gerevini dal 2006 era assistente ecclesiastico.

Ricardando le tappe della sua vita sacerdotale, mons. Napolioni ha voluto passare dalla memoria al memoriale di quell’evento che non è solo un ricordo, ma rende la storia umana storia di salvezza. In particolare il Vescovo nell’omelia ha voluto rileggere l’episodio evangelico della crocifissione, richiamando l’importanza di un abbandono fiducioso nelle mani di Dio, nella certezza che Dio non abbandona i suoi figli. Morire da figli di Dio: questo dunque l’aspetto essenziale che un cristiano deve imparare a comprendere.

Mons. Napolioni ha quindi sottolineato il duplice significato, per un sacerdote, della frase “chiamato a sé da Dio”: dunque non solo con il riferimento al momento del trapasso terreno, ma di una vita donata in risposta a una chiamata. Una vita in cui, il prete così come ogni uomo, può sperimentare l’infinito amore di Dio.

Al termine delle esequie la salma è stata trasferita per la sepoltura nel cimitero di Spinadesco, dove mons. Gerevini iniziò il proprio ministero come parroco nel 1975, rimanendovi quasi vent’anni prima del trasferimento a S. Ambrogio, in Cremona.

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Profilo di mons. Gerevini

Nato il 31 agosto 1933, mons. Gerevini è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1959 mentre risiedeva nella parrocchia di Ca’ de’ Stefani.

Ha iniziato il suo ministero pastorale come vicario a Pieve D’Olmi, dove dal ’62 al ’63 è stato anche vicario economo. Nel 1963 il trasferimento, sempre come vicario, a Cassano d’Adda (Mi) presso la parrocchia S. Maria Immacolata e S. Zeno.

Nel 1975 il vescovo Amari l’ha nominato parroco di Spinadesco, dove è rimasto sino al 1992, quando ha assunto la guida della parrocchia di S. Ambrogio, a Cremona.

Assistente degli Scout Agesci della Zona di Cremona-Crema-Lodi dal 1984 al 2002, nel 2004, conclusa l’esperienza da parroco di S. Ambrogio, è stato scelto come canonico del Capitolo della Cattedrale. Dal 2006 era anche assistente ecclesiastico del Consiglio centrale della S. Vincenzo de’ Paoli di Cremona e del movimento di spiritualità vedovile “Speranza e Vita”.

Mons. Gerevini è spirato la mattina di venerdì 12 gennaio presso la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona, dove era ricoverato da alcuni mesi, dopo un primo tempo presso la casa di cura Ancelle della Carità.

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