In Cattedrale la Messa del Vescovo per i defunti: “Cammino che inizia della periferia più estrema che è la morte”

Molti i fedeli accorsi in Duomo lunedì 1° febbraio per incontrare il vescovo Antonio

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È un cammino che inizia delle periferie, in particolare la periferia più estrema che è la morte, quello del vescovo Antonio Napolioni che nella mattinata di lunedì 1° febbraio ha presieduto in Cattedrale l’Eucaristia per i defunti. Un’iniziezione di fiducia nella consapevolezza che si può convivere con il dolore, pur senza per questo perdere la propria dignità, visto che il Risorto ha trasforzato la morte nella porta della vita eterna.

Molti i fedeli presenti alle 9 in Cattedrale, per questo secondo momento del nuovo Vescovo nel massimo tempio cittadino. Accanto a mons. Napolioni il vicario generale, mons. Mario Marchese, e i Canonici della Cattedrale ai quali, aprendo la Messa, il Vescovo ha voluto pubblicamente esprimere il ringraziamento, rivolto anche a “quanti si prendono cura della Cattedrale”, con un rifermento anche a coloro che “hanno reso possibile la bellissima celebrazione di sabato”.

Nella breve omelia il Vescovo, prendendo spunto dalle letture, ha aiutato a riflettere sul mistero della morte e come i cristiani devono affrontarla e prepararsi. Il rischio è quello di lasciarsi assalire da falsi pensieri ispirati dal demonio, in particolare quello che Dio possa non amare l’uomo e che non valga la pena vivere.

“So che quando si è colpiti da un lutto particolarmente grave – ha detto mona. Napolioni – molte persone sentono il bisogno di andare al cimitero tutti i giorni. Non è peccato! Ma attenzione: non siamo fatti per prendere casa al cimitero! Siamo fatti per conoscere, nelle sofferenze, nei lutti e nelle storie di dolore che tutte le nostre famniglie hanno sperimentato, la gioia del Risorto”.

“Non dobbiamo aver paura del Risorto”, ha quindi esortato il Vescovo, che ha proseguito: “Non possiamo vivere tra le tombe: dobbiamo lasciarci abbracciare, asciugare le lacrime e rivestire dal Signore”.

Quindi ha concluso: “Si può convivere con il dolore. Possiamo non perdere la nostra dignità. Possiamo rimetterci in cammmino e raccontare a tutti le meraviglie che il Signore ha fatto nel segreto delle nostre case e delle nostre storie”.

Al termine della Messa in tanti hanno atteso il nuovo Vescovo sulla porta della sagrestia dei canonici per poter scambiare con lui alcune parole. Un segno di affetto e di attenzione che mons. Napolioni ha ricambiato volentieri, offrendo parole di amicizia e conforto e chiedendo a sua volta di essere sostenuto e accompagnato nella preghiera.

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