Immigrati di seconda generazione, una serata a Casalmaggiore per parlare con loro

L'evento organizzato dalle Acli di Casalmaggiore sul tema “Oltre... poco più in là di un limite” ha dato la parola alle storie di integrazione di giovani di origine straniera

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Nell’ambito della “Festa della zucca” che si è svolta a Casalmaggiore dal 20 al 22 settembre con il patrocinio comunale e la partecipazione di diverse realtà cittadine, l’associazione “Amici di Casalmaggiore” ha organizzato un ciclo di eventi a carattere culturale intitolato “Inventio -Expo delle idee”. Il tema dato a questa terza edizione è stato “Oltre… poco più in là di un limite” e a contribuire è stato interpellato, per la prima volta, il circolo ACLI cittadino, cui è stato affidato il compito di ragionare attorno al tema dell’integrazione della popolazione migrante.

Presentato domenica 22 da Sara Pisani, referente del circolo, il progetto che ACLI sta portando avanti da alcuni anni prevede di comprendere a fondo le opportunità e le criticità che sono legate alla migrazione, inteso come fattore storico congenito nell’umanità e non come problema tout court. «Per questa serata abbiamo scelto di lasciare la parola ai veri protagonisti – dichiara Pisani-, i figli delle famiglie immigrate, le cosiddette “seconde generazioni o G2”. Giovani che studiano nelle scuole italiane, che si ritrovano nelle piazze cittadine, nei bar, nelle discoteche, sulle panchine, negli spogliatoi delle palestre, negli oratori. Giovani che sono frutto di movimento e di stanzialità, che sono frutto di pensiero e di progetto. Sono i ragazzi che vivono sulle spalle dei giganti, dei loro padri. Che hanno scelto la migrazione anche per loro. E che da quelle spalle vogliono scendere. Vogliono distinguersi».

Al tavolo dei relatori, infatti, quattro ragazzi G2, come la sociologia delle migrazioni definisce i giovani nati in Italia da famiglie straniere o nati all’estero ma giunti in Italia in età pre-scolare o poco oltre. A loro è stato chiesto di raccontare la propria storia a partire da un progetto di vita che stanno portando avanti.

E così Nadia El Maani, nata in Italia da genitori marocchini e studentessa universitaria, nonché vincitrice nel 2014 del premio speciale Torino Film Festival nel concorso letterario nazionale “Lingua Madre” con il racconto breve “La strada dei sogni e dell’amore”, ha parlato della scrittura come strumento per arrivare agli altri, «per comprendersi e per comprendere». L’attrice teatrale della compagnia Casalmattori Arianna Novelli ha interpretato il suo ultimo racconto “Le voci. La testa dove”, che ha ricevuto una speciale menzione al recente concorso letterario “Eridanos”.

È stato poi il momento di Moustapha Diagne, giunto in Italia dal Senegal per ricongiungimento familiare all’età di 9 anni. Nonostante si stia profilando per lui una carriera nel campo della moda (posa per diversi brand presso un’agenzia di Milano), il suo intervento si è concentrato sul «come costruire un percorso di inclusione attraverso un radicale cambio di mentalità».

A dare il suo contributo anche Wiem Mathlouthi, nata a Casalmaggiore da genitori tunisini e studentessa universitaria, ha raccontato la sua decisione di candidarsi alle ultime elezioni amministrative di Casalmaggiore, per «contribuire al bene comune e alla creazione di spazi per i giovani della nostra città».

Al tavolo anche un giovane richiedente asilo di origini senegalesi, Elhadji Ndyaie, residente presso il Comune di Rivarolo del Re da tre anni. Ad accompagnarlo due giovani educatrici dell’oratorio di Rivarolo del Re che lo hanno descritto «come esempio di perfetta integrazione».
Da subito inserito nel percorso di apprendimento della lingua italiana presso il CPIA di Casalmaggiore, «nel 2017 ho deciso di frequentare anche gli studi per avere la licenza media italiana. Io in Senegal studiavo alla facoltà di Legge». Dal 2018 Elhadji partecipa al Servizio Civile Nazionale presso il Comune del suo paese, aiutando sia a scuola che in oratorio, e presta servizio per il trasporto sanitario (ha un attestato di terzo livello) per la Croce Rossa di Casalmaggiore.

La serata si è conclusa con l’intervento di un giovane musicista molto noto a livello locale, Clancy Odionye (nome d’arte Young Twist), giunto in Italia dalla Nigeria all’età di 2 anni, che ha raccontato della musica come «luogo di trasmissione di valori», senza dimenticare «l’importanza dello studio che è un’occasione unica per capire come va il mondo». E che ha allietato i presenti in un live del suo ultimo brano “Ma Chèrie”.

Molte le domande poste, tanti gli interrogativi ancora in essere. Una bella occasione per iniziare a vedere le cose da un punto di vista nuovo. Quello dei giovani. Perché non sia più un parlare “di loro” ma un lasciare parlare loro. O meglio ancora, parlare “con loro”.

TeleRadio Cremona Cittanova
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