Il vescovo nella notte di Natale: «Sono stato testimone del Nascente in una mappa di luoghi delicati ma traboccanti di speranza»

Nella celebrazione di mezzanotte in Cattedrale monsignor Napolioni ha focalizzato l'attenzione sui tanti presepi di oggi, dove l'amore di Dio nasce e cresce

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«Festeggiamo un Natale di meraviglia per la riscoperta del bene nascosto che il Signore edifica, e che cresce nella notte». Questo il cuore dell’omelia del vescovo Antonio Napolioni che a mezzanotte di venerdì 24 dicembre ha presieduto in Cattedrale la Messa della notte di Natale. Dopo il “rito anticipato” dell’anno scorso – legato ai vincoli normativi allora in vigore – la solenne celebrazione del Natale del Signore è tornata ad essere cuore pulsante della Notte Santa.

«L’amore, la presenza di Dio – ha suggerito Napolioni – si celano nelle vie della nostra amata città. È lì che, a tutti gli effetti, è possibile trovare le tracce del Nascente, come tanti piccoli presepi che testimoniano la speranza e la salvezza che il Padre ha donato agli uomini».

Ed è allora ricco di significato il gesto compiuto dal Vescovo proprio all’inizio della Messa, durante la processione d’ingresso: l’incensazione del presepe racconta, a tutti gli effetti, la centralità che l’evento dell’Incarnazione ricopre per ogni cristiano.

Nella propria riflessione monsignor Napolioni ha tracciato una sorta di mappa in cui collocare luoghi e ragioni di speranza. «Alcune realtà particolarmente delicate, che coinvolgono giovani madri sole, persone emarginate, o gruppi di giovani e adolescenti che vivono in comunità, ci raccontano di come l’amore di Dio nasca e cresca in ogni piccolezza che viene abitata dalla Sua presenza».

L’attenzione del Vescovo si è poi spostata e focalizzata sulla vita di ciascun credente. «Il fatto che la nostra Cremona sia una città capace di carità mi rende profondamente orgoglioso, ma, allo stesso tempo, mi interroga: questo amore ha bisogno di essere accolto e custodito, con la consapevolezza che la nostra speranza ha un volto ben definito, quello di Gesù, da cui siamo invitati a lasciarci colmare di quell’amore che da sempre ci precede e al quale tendiamo».

Una mappa articolata, che il Vescovo ha invitato a conoscere più da vicino, e che si completa con i luoghi della grazia, come proprio la Cattedrale, ma anche tutte le chiese e i confessionali.

La Messa – concelebrata dal vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, con il Capitolo della Cattedrale e animata dal Coro della Cattedrale – è stata una vera occasione di condivisione anche per i numerosi fedeli che vi hanno partecipato e che, guidati da mons. Napolioni, hanno scelto di celebrare, insieme, il Santo Natale provando ad accogliere quel dono prezioso che è il Signore Gesù.

Mons. Napolioni ha concluso la propria riflessione affidando un compito particolare a tutti i presenti. «Poiché sono solo i salvati – ha ricordato – a poter salvare a propria volta, vi chiedo di provare ad aggiungere altre vie, altri indirizzi, alla nostra ideale mappa di Cremona, così che crescano i luoghi in cui è possibile cogliere e scoprire la presenza del Signore. Quello della salvezza è un desiderio, un bisogno universale: aiutiamoci gli uni gli altri a vivere nella speranza che, anche quest’anno, il Natale porta con sé».

A Cremona, dunque, la luce del Nascente è tornata a brillare nella notte del mondo, non solo con la celebrazione della Messa, ma anche «grazie alla testimonianza di fede di coloro che, quotidianamente, si spendono a servizio del Vangelo, dimostrando che Dio è effettivamente presente nella vita di ciascuno».

 

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Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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