«Le associazioni laicali sono la Chiesa diocesana, non un suo semplice accessorio». In queste semplici, ma chiare, parole di don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale della diocesi di Cremona, sta il senso dell’incontro che sabato 22 maggio vedrà coinvolti movimenti e associazioni. Infatti, in Seminario, il vescovo Antonio Napolioni accoglierà la rappresentanza di tutti i gruppi ecclesiali presenti in diocesi per un momento di preghiera e di confronto.
Lo scopo è quello di reimpostare le modalità di valorizzazione delle esperienze di associazioni e movimenti nel cammino pastorale della Chiesa cremonese. Alla base della convocazione c’è un unico grande desiderio: vedere i gruppi laicali sempre più coinvolti nella vita della Chiesa diocesana.
«Fino a questo momento – racconta don Maccagni – abbiamo avuto la presenza di alcuni rappresentanti delle associazioni maggiori nel Consiglio pastorale diocesano, ma sembrava opportuno valorizzare maggiormente il laicato, coinvolgendolo in modo più attivo nella vita della comunità». E il rinnovamento della Chiesa proposto da Papa Francesco con l’enciclica Evangelii Gaudium sembra muovere proprio in questa direzione.
«Più che un tavolo di lavoro comune, a cui tutti sono periodicamente chiamati a partecipare, – prosegue Maccagni – sarebbe interessante strutturare un coinvolgimento sistematico nelle quattro aree pastorali cui sono riuniti gli uffici di Curia: famiglia, giovani, cultura e carità».
L’idea proposta dal vescovo muove dunque dalla consapevolezza che alla base di una rinnovata vitalità della comunità cristiana sta la capacità di valorizzare il carisma specifico di ogni associazione ecclesiale.
«I vari gruppi laicali si affiancheranno al lavoro degli uffici diocesani, facendo in modo che il contributo di ciascuno risulti ancora più prezioso», precisa don Maccagni. Non va dimenticato, infatti, che il mondo delle associazioni abbraccia un ventaglio di carismi e specificità molto differenti tra loro: dai gruppi di preghiera, a chi è attivo nel mondo della carità, fino ai gruppi di insegnanti. È proprio per questo motivo che l’idea di mettere in contatto le associazioni con i responsabili delle aree e degli uffici pastorali, secondo il progetto della diocesi di Cremona, appare particolarmente significativa.
«Da diverso tempo il Papa invita a combattere il clericalismo, ossia la spinta accentratrice che vede la comunità cristiana come una creatura affidata semplicemente alle mani del presbitero. La realtà mostra invece – sottolinea don Maccagni – che le comunità che vivono con più entusiasmo la propria fede sono quelle in cui è sostenuta e incentivata la partecipazione laicale. Considerare i laici come semplici collaboratori che devono arrivare laddove il prete non arriva è profondamente sbagliato. Essi sono invece risorse preziose in grado di offrire un contributo unico e decisivo alla vita della Chiesa».
«Da parte loro, le associazioni e i movimenti ecclesiali del territorio hanno risposto molto positivamente a questa proposta – conclude il vicario per la Pastorale – perché credo abbiano compreso quanto al vescovo stia a cuore la questione».
Nell’invito che ha rivolto ai gruppi laicali, monsignor Napolioni ha infatti voluto sottolineare quanto essi siano una ricchezza per la comunità cristiana, la quale non può essere definita tale se pensa di escludere coloro che ne costituiscono il tessuto: «Credo che le vostre esperienze aggregative – ha scritto il vescovo – siano un dono di Dio da non sottovalutare, anzi da riscoprire proprio nel momento della prova, perché tutti abbiamo bisogno di “contagiarci” nell’entusiasmo per la comunione e la missione».