Feste di Avvenire. Tarquinio (direttore): «Anche quest’anno vivono una condizione complicata e sospesa. A Maratea una “grazia”»

“Convertire il tempo della fatica, della disillusione, dell’impoverimento in un tempo di ripartenza morale e materiale”. Questa, secondo il direttore del quotidiano della Cei, è la sfida che ci attende in questo momento storico

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Bibione, Belluno, Maratea, Rovereto e Lerici. La pandemia non ferma la bella e tradizionale esperienza delle Feste di Avvenire in varie località d’Italia seppur imponendo “un programma asciutto, in parte online, a cause delle restrizioni e delle difficoltà che ci sono”. “Le feste di Avvenire – afferma il direttore del quotidiano della Cei, Marco Tarquinio – anche quest’anno vivono una condizione complicata e sospesa”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Alla vigilia della Festa che si terrà domani a Maratea, in Basilicata, Tarquinio parla di “grazia” per poter svolgere “in presenza” la Festa al Sud “pur nella difficoltà e in maniera limitata per il tempo pandemico, con le accortezze del caso”. “Quella in Basilicata – prosegue – è sempre stata la Festa che inaugurava la stagione ma le condizioni attuali hanno indotto a spingerla più avanti nel mese di luglio”. L’appuntamento di domani arriva dopo quelli che hanno coinvolto Bibione e Belluno; a fine luglio si terranno quelli a Rovereto e Lerici, nel corso del quale verrà consegnato il premio “Angelo Narducci” a don Maurizio Patriciello, il parroco della “Terra dei fuochi”.

A Maratea, tra terra e cielo. “La Festa di sabato la sentiamo con molta intensità, anche come comunità di lavoro e come redazione di Avvenire, perché è la Festa che nel Sud ci ha accolto – e non è scontato che accadesse – in un momento in cui sembrava impossibile si radicasse una proposta d’incontro come la nostra, perché la Basilicata è una Regione poco abitata, con un’attenzione ormai remota verso le nostre pagine”, racconta Tarquinio. Domani, aggiunge “si ripeterà l’incontro felice tra le iniziative delle Chiese di Lucania e una serie di associazioni e di realtà cooperative del territorio che sostengono Avvenire e il suo tipo d’informazione”. “La diocesi di Tursi-Lagonegro – assicura il vescovo, mons. Vincenzo Orofino – è ben lieta di accogliere, ancora una volta, la festa di Avvenire con la certezza che la presenza culturale dei cattolici è sempre più necessaria e reclamata dal territorio”. Il presidente dell’Associazione Giovane Europa, Angelo Chiorazzo, ha espresso “orgoglio e soddisfazione” per aver contribuito a “portare, anche quest’anno, la Festa di Avvenire in Basilicata. Sarà una straordinaria occasione di ascolto, riflessione e dialogo”. Anche quest’anno la Festa è supportata dalla Cooperativa sociale Auxilium e dalla Banca di Credito cooperativo di Alberobello, Sammichele e Monopoli, affiancata dal Gruppo Cassa Centrale – Credito Cooperativo Italiano.

Bassetti e Lazzerini, confronto sul futuro dell’Italia. Dopo l’introduzione del padrone di casa, il vescovo Orofino, la serata che prenderà il via alle 21 vedrà gli interventi del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, e di Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Ita, la neonata compagnia aerea che raccoglie l’eredità di Alitalia. Il tema scelto dal direttore Tarquinio, anche lui presente alla serata, è “Tra cielo e terra: il futuro dell’Italia”. “Ascolteremo il card. Bassetti che ha la responsabilità di parlare spesso a nome e per conto della Chiesa che è in Italia e che, in questo tempo tra terra e cielo, ha svolto un’opera di sostegno morale, spirituale e materiale verso tutti quelli che erano in difficoltà, nel timore, nella paura per la condizione difficile che abbiamo vissuto”. “Nel tempo della ripartenza – prosegue il direttore – deve dar la bussola necessaria e i valori di riferimento perché tutte le energie e le risorse che vengono messe in campo non vadano sprecate”. Anche perché

“se non c’è un ancoraggio forte, se non si sa perché lo facciamo, rischiamo davvero di sciupare risorse e occasioni”.

“La Chiesa – sottolinea Tarquinio – ha dimostrato una grande volontà collaborativa con tutte le Istituzioni in questo tempo difficile e ha rivendicato la sua propria responsabilità”. Con il presidente della Cei, “sentiremo un uomo che è chiamato ad un’impresa altrettanto grande”, continua il direttore riferendosi all’impegno assegnato a Lazzerini. “Se è vero che Alitalia è stata una delle realtà più amate e suggestive per tutti – osserva – è altrettanto vero che si è trasformata nella consapevolezza di tanti, se non di tutti, di una voragine senza fondo che ha ingoiato soldi pubblici senza mai tornare ad essere quello che era: un orgoglio per l’Italia e gli italiani, uno strumento utile per le nostre attività, per i nostri movimenti, per le nostre relazioni”. Per Tarquinio, la sfida che ha davanti Lazzerini è quella di convertire, ripartendo con sobrietà e moderazione rispetto al passato, un’immagine che si è fatta così negativa. Una compagnia che è a terra, per tanti motivi, e che deve tornare a volare in cielo”.

Dalla fatica alla ripartenza. In fondo, commenta il direttore di Avvenire, oggi ci è chiesto di

“convertire il tempo della fatica, della disillusione, dell’impoverimento in un tempo di ripartenza morale e materiale”.

Ed è importante “farlo al Sud e dirlo al Sud, perché senza il Sud non c’è nessuna ripartenza di quella comunità grande che è la nostra comunità nazionale”.

“Le ricuciture di cui ha parlato il card. Bassetti a più riprese nei mesi che abbiamo alle spalle – che sono stati di battaglia e di preparazione alla ripartenza del Paese – sono messaggi espliciti e concreti di quello che ci è chiesto come impegno comunitario”.

“Un impegno anche di solidarietà, dal quale nessuno può tirarsi indietro”, ammonisce Tarquinio, convinto che “in questo senso la Chiesa ha dato un esempio, oltre che della propria libertà e della fedeltà alla missione che le è propria, anche di concittadinanza forte, di condivisione profonda”. “È stata accanto e ha fatto sacrifici analoghi a quelli di tutte le famiglie e di tutte le comunità”, rileva il direttore: “Questo dice con molta eloquenza della responsabilità e dell’amore con cui questo tempo è stato affrontato e quello nuovo dev’essere preparato”. Sul fronte ecclesiale “questo impegno – conclude Tarquinio – intreccia il tempo sinodale, che per la Chiesa italiana è un cammino che si è avviato”.

AgenSir
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