Il Vescovo al Santuario di Castelleone: «Siate sempre più operatori di misericordia»

Giovedì 11 maggio alla presenza di mons. Napolioni al via le solenni celebrazioni a ricordo delle apparizioni del 1511

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«Siate sempre più operatori di misericordia». È questo l’invito rivolto dal vescovo Antonio Napolioni, in particolare ai castelleonesi. Durante la solenne celebrazione presieduta al Santuario della Madonna della Misericordia di Castelleone nella mattinata di giovedì 11 maggio, nel 506° anniversario della prima delle apparizioni mariane a Domenica Zanenga, avvenute nel 1511.

Tutto ha avuto inizio come consuetudine nella chiesa parrocchiale di Castelleone da dove, dopo un breve momento di preghiera, è partita la processione diretta al Santuario. Ad aprire il corteo la croce e i ceri, affiancati dal vicario don Vittore Bariselli. Poi la lunga processione con i fanciulli che nei giorni scorsi hanno ricevuto i sacramenti, e gli altri fedeli: famiglie con bambini e ragazzi, giovani e anziani.

Un lungo cammino cadenzato dalle decine del Rosario e dall’accompagnamento della banda.

In fondo, dietro i ministranti, i sacerdoti: mons. Amedeo Ferrari, parroco di Castelleone e rettore del Santuario e i vescovi Dante Lafranconi e Antonio Napolioni. Quindi le autorità del paese: il sindaco Pietro Fiori insieme ai comandanti delle locale stazione dei carabinieri e della polizia locale.

Giunti al Santuario, prima dell’ingresso in chiesa, l’aspersione con l’acqua benedetta da parte del custode del Santuario, don Rinaldo Salerno.

Quindi un ulteriore gesto della tradizione: l’omaggio del cero da parte dell’Amministrazione comunale, cui ha fatto seguito la richiesta di affidamento alla Vergine.

Ha quindi fatto seguito le Messa. Numerosi i concelebranti presenti sull’altare, in particolare preti della zona pastorale, originari di Castelleone o che qui in passato hanno prestato servizio. Accanto al vescovo Napolioni c’erano l’emerito mons. Lafranconi, il rettore mons. Ferrari, don Salerno, il custode emerito don Silvio Spoldi e il vicario zonale don Antonio Bandirali.

Aprendo l’omelia il Vescovo ha ricordato l’11 maggio del precedente anno: la sua prima volta a Castelleone, con la processione sotto una pioggia battente. Ma a fare una giornata felice – ha spiegato il Vescovo – non possono essere solo le condizioni climatiche che permettono di rinnovare una felice tradizione, ma «perché la misericordia di Dio è infinita e fedele e, attraverso il dono che Maria ha fatto anche a questa terra di regalare un segno, una possibilità di sosta e una sorgente a cui attingere noi possiamo diventare ancor più figli della misericordia e operatori di misericordia, misericordiosi come il Padre».

Dopo aver ricordato il Giubileo vissuto lo scorso anno, mons. Napolioni ha rivolto lo sguardo al drammatico fatto di cronaca di Centocelle, condannando crimini di questo genere e il farne l’abitudine. Un appello contro l’indifferenza e l’egoismo, che passa anche dal commercio delle armi o da leggi che permettono una maggiore violenza. Perché non basta chiedere misericordia per se stessi: è importante anche saperla donare agli altri.

Dal fuoco che ha stroncato le vite di tre ragazzine rom nel proprio camper al fuoco dello Spirito, segno dell’amore di Dio, che arde nei più piccoli. Un fuoco da non usare solo per se stessi, ma anche da condividere con gli altri, quasi come un teleriscaldamento, ha detto il Vescovo.

Prima di un altro forte invito: quello a non «litigarci Maria», una sola, così come la Chiesa e la famiglia dei figli di Dio. «Vi supplico – ha proseguito il vescovo -: noi cristiani dobbiamo essere artefici di unità e di riconciliazione per quanta misericordia abbiamo ricevuto, fiduciosi costruttori di accoglienza e di dialogo con chi viene da qualsiasi parte del mondo, non perché dobbiamo rinunciare a qualcosa, ma perché solo così avremo un futuro di speranza». E ancora: «Proprio questo Santuario ci dice: voi di Castelleone siate visibilmente artefici di quella umanità nuova e di quella civiltà dell’amore che non solo la Chiesa oggi proclama, ma che nel Vangelo è scritta, perché il Creatore così ci ha plasmato: suoi figli».

Al termine della Messa, animata dalla corale giovanile della parrocchia, prima della benedizione finale, le parole di saluto del parroco.

Ma non è stato questo l’unico appuntamento della giornata. Nel pomeriggio alle 15.30 la recita del Rosario con benedizione eucaristica; alle 17 il Vespro. Ultimo appuntamento della giornata, che come sempre si è svolta nella cornice delle bancarelle presenti attorno al Santuario, la Messa delle 19 presieduta dal parroco.

 

Photogallery:    Processione     Messa

 

Gli altri appuntamenti

Nei giorni successivi sono in programma alcune altre celebrazioni. Venerdì 12 maggio, giorno in cui si commemora la seconda apparizione, sarà dedicato ai bambini e i ragazzi, con un incontro di preghiera dedicato alle 16.30; alle 21, invece, Eucaristia e benedizione dei veicoli. Sabato 13 (terza apparizione) giornata dedicata agli ammalati e agli anziani: alle 15.30 la Messa. Domenica 14 maggio (quarta apparizione) la chiusura delle celebrazioni: alle 10 in Santuario la Messa con il ricordo degli anniversari di matrimonio (25°/40°/50°/60°); alle 21 la processione da piazza Fondulo al Santuario. Lunedì 15 maggio alle 17, Ufficiatura benefattori e sacerdoti defunti.

 

Le apparizioni della Vergine

Nei giorni 11, 12, 13 e 14 maggio del 1511, la Madonna, presentatasi come Madre della Misericordia, apparve alla veggente Domenica Zanenga chiedendo che si digiunasse per alcuni giorni, che si facesse penitenza dei peccati, che si pregasse Dio, chiedendo perdono del male compiuto, che si rispettasse il riposo festivo e che si costruisse una chiesa chiamandola S. Maria della Misericordia.

Queste le parole della Vergine: «Alzati, Domenica, non temere! Io sono la Madre di misericordia. Tutti preghino Dio e facciano penitenza dei loro peccati. Troppo è offeso il Signore. Assicura tutti che io non mancherò mai di intercedere per i peccatori pentiti e di ottenere per loro perdono e misericordia. Si facciano pubbliche preghiere e rigorosi digiuni nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato. Siano santificati e non profanati i giorni di festa. È mio desiderio che si costruisca in questo luogo una chiesa e sia chiamata Santa Maria della Misericordia».

 

La storia del Santuario

Nel 1513 iniziarono i lavori per la costruzione del santuario, su disegno di Agostino de Fondulis. Il tiburio fu ultimato nel 1525 e il campanile nel 1575. La statua della Madonna fu scolpita dallo scultore Giovanni Paolo Maltempo nel 1560, e solo recentemente è riapparsa nella sua semplice bellezza, complice il restauro del ricco e sontuoso abito ottocentesco. Diverse e importanti le opere d’arte conservate al suo interno, come varie sono state le vicende religiose e architettoniche del santuario, se ne ricordano due: nel 1866 l’incoronazione della statua della Beata Vergine della Misericordia (evento ricordato alla seconda domenica di settembre) e l’allungamento di una campata della chiesa nel 1910.

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