Il vescovo al Santuario della Misericordia di Castelleone: con Maria andiamo verso gli altri con la «fretta dell’amore» (FOTO e VIDEO)

Monsignor Napolioni ha presieduto la Messa nell'anniversario delle apparizioni

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Questa mattina il vescovo Antonio Napolioni, ha presieduto la Messa nel Santuario della Madonna della Misericordia di Castelleone in occasione del 510° anniversario delle apparizioni della Vergine alla contadina Domenica Zanenga. Il Santuario, costruito tra il 1513 e il 1521, sorge infatti sul luogo delle quattro apparizioni avvenute nei giorni 11, 12, 13, e 14 maggio del 1511.

All’inizio della Messa, concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi, con il rettore del santuario e il parroco di Castelleone, don Giambattista Piacentini, il vicario don Matteo Alberti, il vicario episcopale per la pastorale ordinaria don Gianpaolo Maccagni, don Giovanni Sanfelici, don Paolo Tomasi e il diacono Angelo Papa il, il vescovo ha acceso un grande cero che il sindaco di Castelleone Pietro Enrico Fiori ha poi portato all’altare dedicato alla Vergine della Misericordia.

La fotogallery della celebrazione

«Insieme al vescovo Dante siamo qui con letizia, in questo santuario dedicato a Maria Madre della Misericordia per condividere con tutti voi il grazie a Maria, l’affidamento, la gioia della fede e l’intercessione per le pene e le speranze che riempiono il cuore di tante famiglie. Non abbiamo ancora potuto fare la solenne processione ma la chiesa non è vuota come lo scorso anno e questo è un segno che dei primi passi, accompagnati dalla Madonna, si stanno facendo», ha esordito monsignor Napolioni di fronte ai fedeli presenti.

Durante l’omelia, poi, ha ricordato che il sì di Maria nella Storia ha cambiato il corso della vita degli uomini di ogni tempo.

   

«Facciamo nostro questo grido di San Paolo ai fratelli della Chiesa di Efeso e della Chiesa di ogni tempo: Dio ricco di misericordia ci ha fatti rivivere con Cristo. Contempliamo il mistero, l’abisso di amore che Dio è. Dio ricco non vuol dire che la misericordia si monetizza: eterno è il suo amore per noi. Lui è tutto rivolto al nostro bisogno di misericordia e così ci ha donato il Figlio, lo Spirito, Maria, la Chiesa. Tutto questo per farci rivivere. Rivivere è una parola che ricorre spesso in questo periodo» – in cui si riprende un po’ di normalità. «Cos’è che ci fa rivivere davvero però?». Non solo gli aperitivi e le passeggiate. E bisogna prestare attenzione – spiega – perché «c’è un altro verbo meno bello e drammatico che sentiamo spesso ultimamente: il rimorire. Non solo che c’è chi muore ancora di covid, ma anche chi muore lungo le strade o a causa della violenza legata ai sentimenti. Anche nel mondo diversi conflitti tornano a riaccendersi. Qual è allora la ragione profonda della speranza che Maria ci indica, quella misericordia che cambia il cuore e rende tutto possibile?».

Per monsignor Napolioni il segreto di tutto è seguire i passi della Madonna. «Maria si mise in viaggio, ma non per frenesia, era la fretta dell’amore, del servizio, della carità. Maria sapeva che Elisabetta aveva bisogno di lei e doveva poi portarle una grande notizia. Il loro incontro è la gioia dei figli di Dio. Su cosa ricostruiamo dunque la nostra convivenza sociale e il futuro se non sulla gioia dello sperimentare che Dio è fedele e misericordioso e davvero disperde i superbi nei pensieri del loro cuore? Il Signore ci sta mostrando che sono gli ultimi e i piccoli che custodiscono il segreto della vita. Allora sì che un anziano che finalmente può rivedere i figli nella RSA può dire: “Mi sento rivivere”», ha proseguito il vescovo.

   

«Come accadde a Maria ed Elisabetta, anche oggi la società rivive se è gravida di desiderio di vita. Perché dei figli torneranno a nascere! Signore, Maria, fateci sussultare nel grembo come Elisabetta perché la vita di tutti, di ogni generazione che ha diritto di scoprire il tuo amore come forza per affrontare le sfide della storia, sia quella di chi vive come resuscitato perché sa che il Signore ci prende per mano, ci fa attraversare ogni deserto e ci forgia. Per la Grazia che porta frutto, come ha portato frutto in Maria e in chi a Lei ha affidato la vita guardando con speranza gli accadimenti della vita e il futuro che Dio ci prepara».

Al termine della celebrazione il parroco ha ringraziato tutti, ricordando che quella di oggi « non è solo festa di noi castelleonesi, ma di una intera comunità che si affida alla Madonna». Insieme al vescovo, poi, è stata recitata la preghiera devozionale alla Madonna della Misericordia ed è stato intonato il Regina Coeli.
«Verrà anche il sole», ha chiosato il vescovo, « ma intanto lo portiamo dentro. Basta una preghiera a Maria e questo calore non verrà mai meno».

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Maria Acqua Simi
TeleRadio Cremona Cittanova
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