Il Vescovo agli accompagnatori dei corsi pre-matrimoniali: «Siate apprendisti della Parola e testimoni di gioia»

Più di 400 le coppie di fidanzati incontrate in diocesi nel 2015. Il 26 marzo in programma un incontro che coinvolgerà tutti i futuri sposi.

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Nel pomeriggio di sabato 20 ottobre, al Centro pastorale diocesano di Cremona, si sono incontrati con il Vescovo i sacerdoti e i coniugi che accompagnano gli itinerari di preparazione al matrimonio: circa 60 persone che si sono messe in ascolto del Vangelo delle nozze di Cana per essere provocati dalla Parola di Dio.

Commentando il brano evangelico, mons. Napolioni ha sottolineato che gli operatori pastorali sono come i servi che alle nozze di Cana ascoltano Maria, immagine della Chiesa, che dice loro “Fate quello che vi dirà!”. E il programma deve essere proprio quello di ascoltare quello che Gesù dice per portare l’annuncio di gioia a chi si prepara al matrimonio.

Coppie e sacerdoti non devono, quindi, essere preoccupati tanto di spiegare norme morali o principi catechistici, ma di far risuonare la bellezza del Vangelo del matrimonio. Lo stupore degli invitati alle nozze che si accorgono del vino buono che salva la festa dal fallimento deve essere l’atteggiamento che continuamente caratterizza chi accompagna i fidanzati, nella consapevolezza che non è mai troppo tardi per gustare la grazia, la letizia dell’Amore di Dio che si incarna in storie di coppie e di famiglia. Questo atteggiamento di meraviglia deve far nascere uno sguardo contemplativo che il Vescovo ha ricordato non deve essere rivolto solo verso le altre storie di coppia, ma in primo luogo verso quella di ciascuna coppia animatrice. In questa prospettiva  è stato proposto a ogni sacerdote e a ogni coppia presente un momento di silenzio o di dialogo di coppia in cui ripensare con gratitudine alla propria storia e confrontarsi con la Parola ascoltata.

I presenti si sono poi divisi in gruppi per conoscersi e condividere quanto vivono negli itinerari di preparazione al matrimonio. Con riferimento alle linee pastorali dell’anno, “Un sogno un cantiere”, ciascuno ha espresso il sogno che vive quando incontra i futuri sposi: sogni legati a una riscoperta della propria vocazione di sposi, a un desiderio di riavvicinamento alla comunità ecclesiale per i giovani, alla prospettiva che si riescano ad accompagnare anche dopo il matrimonio, alla speranza che vivano un incontro significativo con Cristo. Condiviso è pure il desiderio che scoprano la ricchezza della vita matrimoniale e in questa crescano con fedeltà, gioia e impegno in un cammino di continua conoscenza.

Tornati in assemblea, Roberto Dainesi – incaricato diocesano per l’Ufficio famiglia insieme alla moglie Maria Grazia – ha sintetizzato quanto emerso dagli incontri con gli operatori di pastorale familiare nelle quattro interzone della diocesi: una grande ricchezza e varietà di esperienze che trova nei percorsi di preparazione al matrimonio una delle maggiori attenzioni. In diocesi nel 2015 si sono incontrate più di 400 coppie di fidanzati che sono seguite da più di 40 coppie e numerosi sacerdoti. Dati significativi per il contesto attuale e che richiedono una continua attenzione e il coinvolgimento di altre coppie accompagnatrici.

Maria Grazia ha presentato alcune parole chiave della esortazione Amoris Laetitia e del documento CEI del 2012 Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia sottolineando l’importanza del coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale nei percorsi e la necessità che tali itinerari siano preceduti da un’educazione affettiva delle giovani generazioni e che siano seguiti da un inserimento delle giovani coppie di sposi in percorsi di accompagnamento, come richiamato nella Amoris Laetitia: ”Tanto la preparazione prossima quanto  l’accompagnamento più prolungato devono fare in modo che i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammino, ma che assumano il matrimonio come una vocazione che li lancia in avanti“ (AL 211).

Il Vescovo , facendo con passione riferimento a quanto vissuto con i fidanzati e gli sposi nella diocesi di Camerino, ha ricordato che chi accompagna i fidanzati deve essere un apprendista, che impara continuamente dall’ascolto della Parola e dalle relazioni con gli altri, e un testimone di gioia . Ha quindi auspicato che si allarghi sempre più la famiglia di chi accompagna i futuri sposi, coinvolgendo anche  persone con vocazioni differenti, affinché si crei intorno a loro una rete di rapporti di amicizia, di affetto e di preghiera che non li faccia sentir soli e li aiuti a crescere nell’amore. Ha sottolineato che più che di esperti c’è bisogno di persone che facciano percepire, attraverso la loro vita, la bellezza del matrimonio. Facendo poi eco alle parole di Amoris Laetitia ha proseguito: “Non si tratta di dare loro tutto il Catechismo, né di saturarli con troppi argomenti” (AL 207). Mons. Napolioni ha infine ricordato che nei giovani sposi, di fronte alla conoscenza delle verità del matrimonio, si deve lasciare l’appetito, e non la nausea, perché desiderino approfondire e continuare volentieri il loro cammino.

Dando appuntamento a tutti all’incontro che il 26 marzo coinvolgerà tutti i futuri sposi, l’incontro di è concluso con un affidamento a Maria.

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