Il Vescovo a Viadana per la festa di san Nicola da Tolentino

La festa patronale nella mattinata del 10 settembre con la solenne Eucaristia presieduta da mons. Napolioni a S. Martino

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«Il santo della porta accanto». Così il vescovo Antonio Napolioni ha definito san Nicola da Tolentino in occasione della Messa celebrata per onorare il patrono di Viadana. La Chiesa ricorda il predicatore marchigiano il 10 settembre, giorno in cui – per lunga tradizione – la comunità viadanese si ritrova nella chiesa di S. Martino per la solenne liturgia della festa patronale.

Quest’anno per la prima volta la celebrazione è stata presieduta dal nuovo Vescovo. Con lui sull’altare il parroco, don Antonio Censori, i vicario don Piergiorgio Tizzi e don Fabio Sozzi (che dopo sei anni di servizio in città a breve partirà per Pandino) e i collaboratori mons. Floriano Danini, don Luigi Parmigiani, don Enzo Cipro e don Marco Bosio (appena arrivato a Viadana). Presente anche don Franco Morandi (di natali viadanesi, ex vicario di S. Martino).

Tra i banchi, il sindaco Giovanni Cavatorta, gli assessori Ilaria Zucchini e Massimo Piccinini, il comandante della Compagnia Carabinieri Antonino Chiofalo, la comandante della Polizia locale Doriana Rossi, una delegazione di vigili urbani con il gonfalone municipale, i ragazzi e gli educatori del Grest, gli Scout e le suore: le Figlie della Madonna del Divino Amore e le Figlie dell’oratorio.

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Mons. Napolioni ha salutato i presenti ricordando che proprio il 10 settembre cade anche il compleanno di don Enzo: «Non so – ha scherzato – se sono venuto qui per lui o per san Nicola».

Nell’omelia la riflessione si è concentrata sul santo patrono. «Tolentino – ha confidato il presule – si trova nella diocesi da cui provengo; devo confessare, però, di non avere mai frequentato tanto il santuario. Evidentemente Dio porta pazienza, e mi ha dato l’appuntamento con san Nicola a Viadana».

Proprio prendendo spunto dalla vicinanza con Tolentino, mons. Antonio ha definito il predicatore marchigiano come “un santo della porta accanto”: «Una forma di santità che spesso possiamo riconoscere intorno a noi: quella della gente semplice, di chi sa amare e perdonare, di chi vive con dignità le proprie sofferenze, di chi coltiva la speranza continuando a prendersi cura dei bambini e dei famigliari malati o anziani».

Ma come si riconoscono questi santi? Ricordando come nelle raffigurazioni san Nicola abbia il sole sul cuore, il Vescovo ha proseguito: «Ci sono tante persone sorridenti, che accendono il sole in loro perché sanno dialogare col Signore. Che ce ne facciamo dell’abbronzatura esteriore se dentro siamo freddi, tristi e musoni? A che cosa serve la ricchezza esteriore, se non siamo ricchi di generosità nel cuore?». Da qui l’invito alla comunità viadanese: «Coraggio! Avere il sole dentro è la nostra missione. Rimbocchiamoci le maniche: non abbiamo paura di spargere la misericordia di Dio, e di testimoniare e predicare il Vangelo. È questo il cammino che san Nicola ci indica».

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Il vescovo Antonio ha riservato un pensiero particolare anche ai sacerdoti. «I nostri don non sono impiegati, cui rivolgersi a seconda delle simpatie personali. Vi comportereste così con i vostri figli? Non tirateli mai per la tonaca, ma ascoltateli e siate loro vicini».

Ai tanti giovani presenti, mons. Napolioni ha invece ricordato l’indizione di un Sinodo a loro dedicato: «Parte un cammino di due anni per convertirci al Dio dell’avvenire».

Scherzando con gli studenti ha quindi concluso: «Da lunedì, anch’io sarò a “scuola”, per una settimana di formazione con gli altri vescovi di recente nomina. Evidentemente, non si finisce mai di imparare!».

Nel corso della celebrazione, animata dalla corale del Castello, il primo cittadino al momento dell’offertorio, come da tradizione, ha portato all’altare il cero che è stato poi sistemato ai piedi della statua del Santo.

Prima della benedizione finale, mons. Antonio ha promesso che tornerà presto a Viadana, per occasioni di incontro e dialogo: «Il vescovo – ha detto – non può essere un pezzo grosso, che viene solo per le feste».

Al termine della celebrazione, sul sagrato, sono stati distribuiti i famosi “panini di S. Nicola”, che la pietà popolare utilizzava, accompagnandoli con il digiuno e la preghiera, per chiedere grazie al Tolentinate.

Riccardo Negri

IMG_2321Foto di Jake Duke

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