Il Vescovo a Cremona Solidale: “La stella segna la strada per tutti”

Nel pomeriggio di sabato 5 gennaio mons. Napolioni ha presieduto l'Eucaristia presso la casa di riposo cittadina nella solennità dell'Epifania

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Non c’era nulla di vecchio, malato, storto nelle decine di carrozzine e sedie messe in fila con cura nel pomeriggio di sabato 5 gennaio nella grande sala adibita a chiesa di Cremona Solidale. Gli ospiti (molti i capelli bianchi e i visi con le rughe di una vita) avevano tutti gli sguardi fissi davanti verso il piccolo altare con Gesù Bambino. I pensieri, quelli, sembravano seguire con attenzione la Messa celebrata dal vescovo Antonio Napolioni, le letture, le preghiere dei fedeli, i canti.

Qualcuno tossisce, mentre un’infermiera accarezza ripetutamente la testa canuta di una signora che piange sommessamente. Le si sono inumiditi gli occhi quando – durante l’omelia – il Vescovo ha detto che la stella segna la strada per tutti e che non ci sono vite inutili.

“Andando avanti nella vita, avendo conosciuto tante persone, gli affetti e le tante sofferenze… La luce sembra a volte che venga meno. Invece no, una stella brilla più delle altre: tutto diventa più chiaro, più semplice. E quando ci si mette in cammino – se non con le gambe o con la carrozzina, almeno con il cuore – e si segue l’orientamento di questa stella, di ciò che abbiamo sempre desiderato, si arriva un giorno a provare una grandissima gioia. Come quella dei Magi, quando si sono accorti che la stella li ha portati fino a questo Bambino. Il Signore ci stupisce nella piccolezza di ogni giorno”, ha esordito mons. Napolioni rivolto al folto pubblico di fedeli.

“Anche voi oggi assaporate le gioie più piccole, come quando si riesce a mandar giù un boccone di cibo o come quando gli occhi di chi ci sta accanto ci trasmettono pace o un sorriso. Come i Magi, diamo quello abbiamo. Spesso pensiamo di non valere nulla, ma quel nulla è quel che di più grande possiamo donare agli altri: ecco, sono qui per te, ti ascolto, ti voglio bene. Tanti di voi magari hanno affetti già in Cielo o magari che abitano in paesi lontani, ma con il cuore siamo uniti. E se tutto questo lo mettiamo di fronte al Signore Gesù, siamo ancora meno soli e più forti”.

Ancora, conclude il vescovo, c’è una cosa da dire: “I Magi non tornano da Erode, fecero un’altra strada. La persona saggia, come i Magi, sa distinguere i semi del bene dai semi del male. Si tiene alla larga da chi è violento, da chi odia, da chi semina zizzania. Bisogna spendersi fino in fondo: anche qui, dalla mattina alla sera, si può essere costruttori del Regno di Dio: tramite le piccole cose, come un gesto gentile o la pazienza. Voi ci testimoniate che la stella non si è mai spenta”.

L’operatrice continua ad accarezzare la testa dell’anziana signora. Che non piange più. E si prepara con un sorriso alla Comunione.

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