Il tempo delle scelte al centro dell’incontro ad Arzago per i giovani della Zona 1

La serata del 14 gennaio ha aperto il ciclo di appuntamenti zonali che il 18 febbraio proseguirà con tappa a Vailate

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Ha preso il via domenica 14 gennaio da Arzago d’Adda il percorso per i giovani 19/30enni della Zona pastorale 1. Appuntamento alle 19.30 per con tanto di apericena, proseguendo quindi in un gremito salone dell’oratorio con una serata – dal titolo “È tempo di partire… non di fuggire” – per riflettere sulla partenza intesa come scelta, impegno cui non abdicare, anche difronte alle difficoltà ed agli imprevisti.

A introdurre i giovani alla riflessione la testimonianza di Francesca ed Emanuela. Sorridenti mentre raccontano una vita “normale” e proprio per questo meravigliosa. Una vita nella quale partire e ri-partire ogni giorno. Perché destinazione del viaggio non è la meta, ma il cammino.

È così per Francesca, venticinque anni, un’esperienza famigliare ricca e piena di vita. Seconda di sei figli, scout dall’età di otto anni, al termine delle scuole superiori sceglie di partire per un anno sabbatico in Burundi, perché – ha raccontato – “Tanto l’università non sarebbe scappata, l’avrei trovata lì anche al mio ritorno!”. Dopo dieci mesi, al rientro in Italia, si iscrive all’Università di Bergamo, dove lo scorso novembre si laurea in Scienze dell’educazione. Il regalo per la laurea mamma e papà non fanno fatica a sceglierlo: è un biglietto per l’Africa, per tornare a rivedere volti noti e semi gettati che oggi, dopo cinque anni, sono diventati verdi germogli. Nel suo futuro vede un lavoro come educatrice e un compagno con il quale vorrebbe curare il “mal d’Africa”, sognando una vita in missione.

Emanuela di anni ne ha trenta, più di venti dei quali passati a portarsi dentro un dolore immenso. A soli tre anni, lei e la sorella perdono il padre Pietro, ucciso durante un regolamento di conti della ‘Ndrangheta. Una sparatoria per strada, a Bresso, nella quale il padre di Emanuela si trova coinvolto insieme ad un altro passante. “Per anni ho vissuto con un enorme vuoto dentro – ha raccontato – perché pensavo che mio padre fosse semplicemente una vittima del caso”. Poi l’incontro con Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti che accompagna i famigliari delle vittime di mafia. Per Emanuela è una ri-partenza, l’inizio di un percorso che sa essere lungo, nella consapevolezza che “non esistono morti di serie A e di serie B. Inoltre l’impegno e la memoria aiutano a sconfiggere il dolore”.

 

I prossimi appuntamenti

Si proseguirà domenica 18 febbraio, alle 19.30 a Vailate, con “È tempo di partire… ci vuole coraggio”. A caratterizzare la serata la testimonianza di un giovane emigrante (un cervello in fuga) e di un giovane che ha scelto di rimanere nonostante tutto nella sua terra.

Nel mese di marzo il ciclo di incontri lascia spazio alla veglia delle Palme al palasport di Cremona (sabato 24 marzo).

La conclusione del percorso sarà domenica 15 aprile, alle 19.30 a Covo, con “È tempo di partire… verso la meta” con due testimonianze sulla morte: quella di chi ha perso un congiunto e un prete per aiutare a comprendere che cosa dice la fede cristiana della morte e della vita eterna.

Locandina del percorso

 

 

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