Il Natale dello sportivo: «Prendiamoci la responsabilità di educare»

Nella serata organizzata dal Csi la riflessone del vescovo richiama alla condivisione, all'onestà e alla responsabilità anche nel prevenire e combattere gli abusi. Il giovane atleta Riccardo Orsoni porta la sua testimonianza di amore per lo sport e per la vita

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Si è svolto nella serata di venerdì 21 dicembre presso il Centro Pastorale diocesano a Cremona il tradizionale appuntamento con il Natale dello Sportivo, organizzato dal comitato cremonese del Csi in occasione dell’incontro con il vescovo prima delle festività natalizie. Uno scambio di auguri – come ha sottolineato don Paolo Arienti, assistente diocesano del Csi – ma anche occasione di riflessione sul ruolo educativo di chi anima lo sport sul territorio a partire da un confronto con la Parola di Dio.

Ad aprire l’incontro è stato il presidente del Csi Cremona Claudio Ardigò che nel suo intervento ha auspicato «un Csi autorizzato a costruire la sua attività sportiva, modernizzandola, sperimentandola proponendo cose nuove per essere più incisivi in termini educativi». «Di fronte ad un mondo dello sport troppe volte “povero di idee” – ha aggiunto – spesso rivolto solo a fare calcoli e analisi, quando invece servono società autorizzate a creare un vero progetto educativo. Dobbiamo trovare il coraggio per inserire nell’ordine del giorno dei consigli direttivi delle riunioni dei momenti d’incontro, non solo organizzativi e pratici ma tematiche che aprano riflessioni di pensiero cercando di andare alla radice del nostro impegno nello sport, per dare ancora più incisività alla nostra passione educativa ed alla nostra convinzione di testimoniare in un pensiero condiviso il Vangelo attraverso lo sport».

E proprio dal Vangelo, dal brano di Luca (Lc 3, 10-18) ripreso dalla liturgia della scorsa domenica, ha preso le mosse la riflessione di Mons. Antonio Napolioni che dalla figura di Giovanni battista e dalle risposte date alla domanda di chi gli chiedeva «che cosa dobbiamo fare?» offre spunti concreti per allenatori, accompagnatori e dirigenti presenti in sala.

Ascolta qui l’audio completo della serata

«Giovanni Battista – osserva il vescovo – è un giovane con passione, con una corsa da portare a termine, ma è anche preparatore: prepara la venuta di Cristo. E come un bravo allenatore sa farsi da parte per valorizzare il talento dei giovani, e soprattutto per valorizzare l’insieme».

Tra i punti su cui orienta la sua riflessione sulla «importanza del ruolo di chi prepara altri alla vita», il vescovo – riprendendo il testo evangelico suggerisce infatti di porre attenzione «al gioco di squadra: alla condivisione. Perché – dice – si vince solo insieme». Il secondo riferimento, poi, è all’onestà: «Non barate, non dopatevi… la doppia vita poi viene sempre a galla».

Uno spunto di forte riflessione arriva poi al terzo punto: «Non maltrattate». Mons. napolioni mette in guardia dal rischio di diventare «schiavi della tecnica e di dimenticare la persona, quell’attenzione alla persona che è il segno distintivo del Csi». E proprio da questa attenzione «globale» alla crescita dei bambini e a i ragazzi il vescovo coglie lo spunto per non dimenticare il problema degli abusi sui minori, richiamato anche da papa Francesco in mattinata nel suo incontro natalizio con la curia romana: «La punta dell’iceberg è legata ai sacerdoti, ed è drammatica – sottolinea il vescovo – da combattere ed estirpare. Ma c’è anche il resto dell’iceberg che riguarda le famiglie e tutti i luoghi in cui i bambini e i ragazzi sono affidati agli adulti». E’ dunque un richiamo alla responsabilità di tutto il mondo adulto: «Assumiamo con fiducia e coraggio la nostra responsabilità globale sui piccoli. i bambini sono di tutti perché tutti hanno il dovere di rispettarli, di farli crescere e rendere liberi. E’ una responsabilità educativa che ci dobbiamo prendere insieme».

Così l’augurio rivolto agli animatori delle attività sportive del Csi è quello di «vivere il Natale da innamorati della vita per rendere i ragazzi altrettanto innamorati della vita».

Un amore della vita raccontato da Riccardo Orsoni, giovane atleta della nazionale italiana che ha portato la sua testimonianza di impegno nello sport («uno sport di fatica») e in oratorio. Lo sportivo e studente di Viadana sottolinea l’importanza degli educatori, degli allenatori: «Trasmettete ai vostri giovani atleti – sollecita – la vostra passione che li faccia diventare veri innamorati della vita».

A concludere la serata un momento di preghiera guidata dal Vescovo sulla lampada della pace di Betlemme, giunta a Cremona la scorsa settimana ed oggi condivisa nelle case e nelle comunità della diocesi come messaggio natalizio di fraternità e di pace.

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