Il “Cortile dei sogni” in zona IV: un’opportunità per ripensare insieme l’oratorio

L'incontro si è svolto nella serata di venerdì 17 gennaio presso l'oratorio di San Daniele Po

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Dopo un momento di convivialità nei locali dell’oratorio di San Daniele Po, ha preso il via l’incontro tra gli oratori della Zona pastorale 4 per il progetto il “Cortile dei sogni”, che guarda un ripensamento condiviso degli oratori nella prospettiva di un’apertura verso nuove possibili alleanze educative. Dopo la preghiera iniziale, don Paolo Arienti, incaricato diocesano per la pastorale giovanile, ha introdotto e guidato l’incontro.

Sono le parole che il vescovo Napolioni ha scritto nella sua lettera pastorale a ricordare l’importanza della «passione educativa», e la necessità che essa si «traduca – concretamente – nel rilancio degli oratori». Da qui ha preso avvio il discorso introduttivo di don Paolo Arienti.

Dopo i momenti di ascolto proposti in precedenza attraverso la compilazione di due schede, una sul “DNA dell’oratorio”, l’altra su “luci e ombre” per andare più in profondità rispetto ai vari indicatori in cui si compone l’oratorio (rapporto con adolescenti, famiglie, stranieri, istituzioni civili), è stata la volta della terza scheda, che chiedeva alle parrocchie di raccontarsi, portando magari un oggetto evocativo della propria esperienza, per poi passare ad una fase in cui mettersi a dialogare più specificamente sulla propria realtà zonale.

La Zona 4, notava del resto don Paolo Arienti, è quella in cui alcuni esperimenti innovativi sono già in corso, come l’inserimento di alcune figure professionali all’interno degli oratori, la mistagogia, il gruppo giovani e la commissione zonale. L’obiettivo è stato dunque quello di ragionare un po’ sulle “alleanze”, da individuare e consolidare.

Diversi rappresentanti delle parrocchie e delle unità pastorali impegnati nella pastorale giovanile hanno preso dunque la parola per descrivere le singole realtà e cercare di delineare le possibili alleanze educative a livello zonale. Nonostante le criticità condivise, soprattutto nella frequenza  feriale degli oratori e nell’impegno necessario per la costruzione delle unità pastorali (che –  come notava don Paolo – implica comunque l’esistenza di una struttura già nascente di pensiero condiviso) la quasi totalità degli interventi ha voluto sottolineare per lo più gli aspetti positivi su cui è possibile costruire il ripensamento concreto degli oratori.

Una tavoletta di legno con dei chiodi sparsi uniti da un groviglio di fili è l’oggetto rappresentativo portato da Pasquale, educatore operante nell’unità pastorale di Gabbioneta, Binanuova, Vescovato e Ca’ de’ Stefani. «L’idea è quella di creare delle reti con le associazioni e con il territorio, con le istituzioni e reti soprattutto nel coinvolgimento maggiore dei più giovani», laddove si rileva un vero e proprio “scollamento” generazionale.

Un ramo fiorito di mandorlo, per indicare la fragilità ma anche la voglia di rivivere, e l’immagine di don Bosco che rievoca l’importanza della presenza del sacerdote in oratorio, i due oggetti presentati invece dall’oratorio della nascente unità pastorale di Cella Dati, Derovere, Longardore, Pugnolo, San Salvatore, Sospiro, Tidolo.

Tutte le proposte sono sembrate convergere sulla necessità di creare percorsi e risorse comuni: la proposta di Pasquale è quella di organizzare degli incontri zonali sfruttando le reti già esistenti tra gli adolescenti dei vari oratori e coinvolgendo le figure educative, i collaboratori della F.o.Cr. e il gruppo giovani già esistenti in Zona 4. L’idea condivisa è in particolare quella di accompagnare i ragazzi, già così ampiamente coinvolti durante l’esperienza estiva del Grest, anche nel corso di incontri invernali in cui creare reti di relazioni e dare rilievo alle esigenze dei ragazzi stessi.

In chiusura don Paolo Arienti, dopo aver ricordato come il progressivo cambiamento dei nostri oratori può essere emblematicamente sintetizzato nelle espressioni degli ultimi tre vescovi (il vescovo Assi parlava di “palestra”, Lafranconi partiva dalla domanda “che cercate?”, mentre Napolioni ha rilanciato con “Gesù per le strade”), ha infine ricordato l’incontro conclusivo del 17 aprile, un’opportunità di condivisione e crescita sul tema del ripensamento dell’oratorio a livello diocesano.

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TeleRadio Cremona Cittanova
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