Il Concilio compie sessant’anni. Come accorgersi oggi di un compleanno così lontano?

Una riflessione di don Paolo Arienti sull'eredità e la attualità di un evento di cui la nostra epoca è figlia

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Ormai ne hanno memoria diretta solo i più anziani: sono trascorsi sessant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, l’ultimo evento ecclesiale che ha raccolto nella basilica di S. Pietro più di 2000 vescovi da tutto il mondo, per un arco di lavoro che si sarebbe chiuso nel 1965, con due macro-sessioni, la morte di Giovanni XXIII e l’elezione di Paolo VI. Numeri ben diversi rispetto al precedente concilio Vaticano, sospeso frettolosamente in occasione della presa di Roma da parte dell’esercito sabaudo. Due mondi diversi, quasi opposti che hanno generato una lettura del mistero della Chiesa, le sue strutture e le sue dimensioni, fatalmente differenti. L’epoca che noi viviamo, attraversata dall’istanza sinodale e interpellata da così grandi e profonde trasformazioni, è figlia (o nipote) di quell’evento. Tecnicamente si direbbe: stiamo abitando la “recezione” conciliare (che nel caso del celebre concilio di Trento ha avuto a “disposizione” secoli!).

Alcuni processi ed eventi, ora quasi familiari, sono frutto del Vaticano II, delle sue scelte anche faticose, e di quei percorsi che da fine 800 hanno consentito di superare resistenze e chiusure, segni di maturazione e sviluppo di un corpo vivo che cammina nella storia: la liturgia “in lingua”, il ripristino del diaconato, qualche precisazione decisiva nella teologia dei ministeri, la “riscoperta” dell’identità dei laici, l’ecumenismo, il “patto delle catacombe” siglato da tanti vescovi impegnati a vivere in spirito evangelico, il rapporto tra la Chiesa e il mondo contemporaneo… e se guardiamo con onesta libertà, gesti come le dimissioni di Benedetto XVI (possibili dentro una visione di Chiesa che non appiattisce il ministero sulla persona), il pontificato “globale” di Giovanni Paolo II, la stessa sinodalità che Francesco chiede a tutte le chiese, a tutti i livelli e che si cerca di assumere come forma vivente della comunità ecclesiale.

Il Vaticano II è stato, anche e soprattutto, un gesto di coraggiosa fraternità: papa Roncalli lo aveva voluto suscitando perplessità e resistenze; e il Concilio si è svolto tenendo insieme l’unità della fede ed il valore liberante della dialettica, anche quella dura e difficile, che inquina i rapporti ecclesiali se resta imbottigliata.

I cammini sinodali messi a tema in questi anni sono il legittimo ed urgente sviluppo di una visione di Chiesa (come popolo di Dio) che il Vaticano II ha generato, consegnando tra l’altro per la prima volta un documento autorevole e complessivo proprio sul mistero ecclesiale (la celebre Lumen gentium), ma lavorando anche sulla comprensione teologica della rivelazione, sullo spirito della liturgia, sulla storia e su decine di questioni solo in apparenza collaterali o minori. Un ventaglio di questioni che nel loro complesso hanno consentito alla Chiesa, per la prima volta, di non porsi in chiave negativa o di condanna, quanto piuttosto di coltivare la bellezza del Vangelo come esperienza di salvezza da donare ad un mondo spesso inquieto.

Forse il modo migliore di spegnere sessanta candeline per un compleanno così singolare è tornare a rileggere il vastissimo materiale prodotto dal Concilio che insieme al Papa costituisce il luogo più autorevole di discernimento e decisione nella Chiesa. Sfogliare già solo l’indice di Lumen gentium varrebbe un grande guadagno circa il modo di vedere la Chiesa e vedersi – preti, laici e religiosi – dentro questo corpo così complesso; rileggere alcuni numeri centrali di Dei Verbum sarebbe un valido sostegno anche al nostrano giorno dell’ascolto; sostare sugli snodi di Sacrosantum concilium (liturgia) e Gaudium et Spes (la Chiesa nel mondo contemporaneo) o i messaggi conclusivi (ai giovani… ai governanti…) aiuterebbe non poco a prendere coscienza della capitalità delle azioni celebrative, nel loro significato ecclesiale più pieno, ma anche della voce che la Chiesa può e deve essere nelle vicende così dolorose anche di questi giorni.

Paolo Arienti
(Docente di teologia Seminari riuniti e ISSR S. Agostino)


La letteratura sul Vaticano II è davvero sterminata. Qui solo alcune indicazioni di massima, di facile e utile lettura:

  • Alla scoperta del Vaticano II, DVD pubblicato da Focr per i n50 anni del Concilio
  • Vaticano II show, DVD pubblicato da Focr e destinato ai ragazzi
  • MILITELLO C., Alla scoperta del Concilio Vaticano II, Milano 2010
  • AA.VV., L’eredità viva del Concilio, Roma 2012
  • ROUTHIER G., La Chiesa dopo il Concilio, Comunità di Bose 2007
  • O’MALLEY J. W., Che cosa è successo nel Vaticano II, Milano 2008
  • CAMARA H., Roma, due del mattino. Lettere dal Concilio Vaticano II, Milano 2008
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