Il cammino sinodale coinvolge anche le Caritas

I coordinatori delle "opere segno" della Caritas diocesana e i referenti delle Caritas territoriali a confronto con il Vescovo

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All’ombra del Torrazzo anche la Caritas partecipa al cammino sinodale della Diocesi di Cremona e della Chiesa universale, incentrato su comunione, partecipazione e missione. Mercoledì, alla presenza del direttore don Pierluigi Codazzi, presso la sede della Caritas cremonese, si è svolto l’incontro sinodale alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e con la partecipazione dei coordinatori delle “opere segno” della Caritas diocesana e dei referenti delle Caritas territoriali, sacerdoti e laici. Un momento importante che si inserisce all’interno delle iniziative per i 50 anni dalla fondazione di Caritas cremonese.

«È stata una bella occasione di incontro – è il commento dell’operatore di Alessio Antonioli, operatore del Centro d’ascolto della Caritas diocesana –: sia tra di noi, sia con il vescovo Antonio. Un momento importante di ascolto e di dialogo».

L’appuntamento ha preso spunto dal discorso di Papa Francesco ai membri della Caritas italiana nel cinquantesimo della fondazione, dalle «tre vie» – a via degli ultimi, la via del Vangelo, la via della creatività – e da alcune domande per stimolare la riflessione sinodale.

Carità, Sinodo e Chiesa come vertici di un unico triangolo. Questa è stata l’immagine suggerita dal vescovo all’inizio dell’incontro. Non si può essere Chiesa senza camminare insieme e senza essere operosi nella carità.

Sono seguiti gli interventi dei partecipanti, che hanno fatto emergere diversi temi: dalla carità come percorso di formazione professionale e umano alla carità non assistenzialista ma generativa, dall’importanza delle relazioni al sogno di una comunità che si prende cura di se stessa a partire dagli ultimi, dalla necessità di conoscersi meglio anche tra operatori della carità alle specificità della Caritas cremonese.

L’incontro sinodale si è concluso con l’intento di costruire altri momenti di condivisione sia interni a Caritas, sia con il vescovo Napolioni. «Perché tanto si gioca sulla qualità delle relazioni, anche il servizio caritativo. Che sia professionale o condotto nella gratuità di un’opera di volontariato», ha concluso Alessio Antonioli.

TeleRadio Cremona Cittanova
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