Il 22 febbraio al Cambonino la proiezione del documentario inedito di Ermanno Olmi su don Mazzolari

L'iniziativa – aperta a tutti – alle 21 nella chiesa di S. Giuseppe su iniziativa dell'unità pastorale “Don Primo Mazzolari” in collaborazione con Comune di Cremona, Fondazione Mazzolari di Bozzolo e Postulazione della Causa di Beatificazione

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Giovedì 22 febbraio, alle 21 nella chiesa di S. Giuseppe, nel quartiere Cambonino in Cremona, si svolgerà il convegno “La parola ai poveri”, titolo che si ispira alla rubrica che negli anni ’40 e ’50 apparve su Adesso, il quindicinale di don Primo Mazzolari, dedicata proprio alla condizione dei poveri e recentemente ripubblicata con una breve ma profonda prefazione di Papa Francesco.

Quello dei poveri è uno dei temi centrali della spiritualità di don Primo Mazzolari. Chi lo ha conosciuto ricorda la sua attenzione speciale proprio verso i poveri: un’attenzione che diventa impegno personale e richiamo sociale su cui riflettere e levare anche voci di denuncia. Don Primo prestava molta attenzione che l’impegno sindacale, sociale, politico dei cristiani tenesse conto dei poveri e della loro situazione concreta.

La serata – organizzata dall’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” (formata dalle parrocchie cittadine di Sant’Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro) – sarà aperta da un primo momento di accoglienza da parte del parroco e moderatore, don Paolo Arienti.

A seguire, si collegherà da New York il prof. Stefano Albertini, direttore di Casa Italia, che introdurrà la visione del documentario che Ermanno Olmi realizzò con Corrado Stajano, su proposta della Rai, nel 1967: un docufilm di 25 minuti, che mai la Rai mandò mai in onda e che la città di Cremona ha la fortuna di vedere per la prima volta, dopo il ritrovamento di alcuni mesi fa negli archivi dell’emittente di stato.

Interverranno poi don Bruno Bignami, postulatore della causa di beatificazione di don Mazzolari e direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il Lavoro, e il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti.

«È desiderio condiviso – spiega don Paolo Arienti, moderatore dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” di Cremona – che la memoria di don Primo, di cui il nostro raggruppamento di parrocchie porta il nome, resti viva e spinga il mondo adulto, le comunità cristiane e la società a una intensa riflessione sulla qualità umana e fraterna del vivere, perché ci sia ancora spazio per un ethos condiviso che parte non da presupposti ideologici, ma dalla concreta carne della gente, delle famiglie e delle relazioni sociali, ed in particolare dalla carne degli ultimi. Questo, credo, sia un aspetto decisivo del magistero mazzolariano di cui possiamo riappropriarci con cuore libero e mente intelligente, dopo i decenni della contrapposizione e, forse, della non totale buona fede che ne ha oscurato la voce profetica».

L’iniziativa, realizzata grazie alla sinergia tra l’unità pastorale “Don Primo Mazzolari”, il Comune di Cremona, la Fondazione Mazzolari di Bozzolo e la Postulazione della Causa di Beatificazione, è aperta a tutti.

 

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