Il 18 gennaio una veglia di preghiera online apre in diocesi la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani

Durante il momento proposto sul sito e sui social della Diocesi le riflessioni del vescovo e dei rappresentanti di altre confessioni cristiane sul tema evangelico della Settimana: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”

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“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”: il tema scelto quest’anno per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, tratto dal Vangelo di Giovanni (Gv 15, 1-17), è più che mai significativo, attuale, fecondo.

Nei giorni della Settimana in particolare (ma anche durante tutto l’anno) tutte le comunità cristiane del mondo sono invitate a unirsi nella speciale in preghiera per il recupero e la valorizzazione della consegna evangelica dell’unità, criterio fondamentale di credibilità, fedeltà, efficacia nell’annuncio e nella testimonianza.

Di particolare valore simbolico è il fatto che il tema di quest’anno sia stato scelto dalla Comunità svizzera di Grandchamp: le sue attuali componenti (una cinquantina di donne di diversa età, tradizione ecclesiale, Paese e continente) sono di fatto una parabola vivente di comunione. Fin dall’inizio della sua vita, la Comunità fu sostenuta da Padre Paul Couturier, uno dei convinti promotori della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: tale preghiera fu e resta il cuore della esperienza di Grandchamp, in una costante condivisione e comunanza di intenti e di spiritualità con la Comunità ecumenica di Taizé, fondata da Frère Roger Schutz.

La Settimana di preghiera tradizionalmente si svolge dal 18 gennaio (festa della Cattedra di San Pietro) al 25 gennaio (festa della conversione di san Paolo). Fu avviata ufficialmente come Ottavario per l’unità della Chiesa a Graymoor (New York) dal reverendo episcopaliano Paul Wattson nel 1908, che desiderò da subito che diventasse una pratica comune e a cadenza annuale. Nata dunque oltre un secolo fa in ambito protestante (e costantemente sostenuta, motivata e valorizzata dal Magistero della Chiesa), ha coinvolto le varie confessioni cristiane, che si riconoscono nello stesso Credo. Dal 1968 tema e testi sono scelti ed elaborati dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, per protestanti ed ortodossi, congiuntamente con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità delle Fede, per i cattolici.

Anche quest’anno il tema scelto si inserisce in un contesto di pressante e incontestabile attualità. Forte è il richiamo a rimanere uniti all’amore di Cristo, gustandolo e sentendosi da esso consolati, rafforzati, sperimentatori e annunciatori di speranza. I confini della Preghiera per l’unità dei cristiani, dunque, si dilatano e travalicano la specifica ragione e la ricorrenza temporale della proposta, per abbracciare uno spazio infinitamente allargato, che raggiunge tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e di “questo” tempo: un tempo segnato da una sofferenza che invoca, ora più che mai, la forza dirompente, rigenerante e creatrice dell’unità. La spiritualità insita dunque nella preghiera, coniugata con la concreta solidarietà che – nelle forme più disparate, necessarie e adeguate – da essa non può non scaturire, siano motivo di slancio e di forza perché, riconoscendoci pienamente fratelli e sorelle, siamo artefici di un nuovo modo di vivere, segnato dalla condivisione e dalla testimonianza di vera, credibile e sperimentata speranza.

Nella diocesi di Cremona la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sarà aperta dalla Veglia ecumenica che sarà trasmessa lunedì 18 gennaio alle ore 21.00 sul sito e sui profili social ufficiali della Diocesi (su Facebook, Youtube e InstagramTv)

La Parola di Dio, in particolare il brano di Giovanni (Gv 15, 1-17), con il tema scelto per quest’anno («Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto») sarà al centro delle riflessioni proposte dal vescovo Napolioni, dal pastore metodista Nicola Tedoldi, responsabile delle comunità di Cremona e Piacenza, e da padre Doru Fuciu, della comunità ortodossa rumena di Cremona, introdotti dal professor Mario Gnocchi, Presidente del Segretariato attività ecumeniche.

«L’impossibilità di vivere “in presenza” la Veglia – commenta l’incaricato diocesano per l’Ecumenismo e Dialogo interreligioso don Federico Celini –  non sminuisce certamente il valore e l’efficacia del raccogliersi, anche se non fisicamente presenti, in una comunione orante, di intenti condivisi, di appassionato e fiducioso affidamento. Sarà ugualmente un momento di vera e rinnovata comunione, resa possibile e, anche, valorizzata dai nuovi mezzi di comunicazione sociale, “tabernacoli in cui Dio non disdegna di abitare”».

Lettera ecumenica delle Chiese in Italia, “sogniamo che tutto torni meglio di prima” dopo la pandemia (DOWNLOAD)

TeleRadio Cremona Cittanova
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