Folla a Bozzolo per l’anteprima del docufilm su don Primo

“Don Mazzolari: una piccola, inestimabile memoria” sarà trasmesso su RaiStoria sabato 17 settembre alle 21.10

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«Tu degli ultimi sei stato il primo, dei più deboli il vero aiuto, hai cercato la verità vincendo il servilismo e l’ambiguità: grazie don Primo». Queste le parole del ritornello dell’inno di don Primo Mazzolari con il quale il baritono Valentino Salvini, accompagnato alla pianola dal maestro Pier Paolo Vigolini, ha aperto, martedì 13 settembre, la serata dedicata alla proiezione in anteprima nazionale del film-documentario “Don Primo Mazzolari: una piccola, inestimabile memoria”.

Gremito da oltre 500 persone il sagrato della chiesa di San Pietro per lo speciale televisivo girato dalla RAI sul salvataggio dalla persecuzione razziale delle famiglie ebraiche di Oscar Tänzer e Leone Benyacar a Bozzolo, cui fu protagonista anche il servo di Dio don Mazzolari.

«In questa piazza tante volte ha passeggiato don Primo» ha presentato Giovanni Paolo Fontana, lo sceneggiatore del documentario, lasciando la parola al sindaco facente funzioni Cinzia Nolli: «I temi trattati da Mazzolari riguardano la base del vivere civile e dell’accoglienza. Non è possibile non condividere i valori che ci ha lasciato in eredità. Stasera siamo qui per vivere l’esperienza viva di don Primo che è attuale e la comunità deve mettere a frutto i pensieri, le idee e le emozioni di un uomo saggio e libero ispirato dalla Fede e dalla misericordia di Dio. Grazie ai volontari della Fondazione Mazzolari, alle reti Rai, alla regista e agli attori che consentiranno alle persone di conoscere don Primo. Grazie alle famiglie bozzolesi che hanno saputo accogliere gli insegnamenti che Mazzolari ha elargito. Non possiamo sottrarci dal metterci a disposizione gli uni degli altri».

«Vi ringrazio per essere così numerosi – ha quindi affermato il parroco di Bozzolo, don Giovanni Maccalli –. Io sono il custode della tomba di don Primo. Grazie alla Rai e alla Fondazione Mazzolari».

La Fondazione Mazzolari, infatti, con il Comune e la Parrocchia, ha ottenuto l’autorizzazione a proiettare l’importante prodotto televisivo su maxi-schermo, nella calda serata di martedì 13 settembre in piazza Mazzolari, con la presenza in prima fila della regista Fedora Sasso, dell’interprete Giovanni Paolo Fontana, di Oscar Tänzer, del vescovo emerito di Cremona mons. Dante Lafranconi, del presidente dell’Istituto “Franchetti” Comunità Ebraica di Mantova Aldo Norsa, della consigliera per Mantova dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Licia Vitali, del direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino e del vicedirettore di RaiCultura Giuseppe Giannotti.

«È un onore per la Rai – ha affermato Giannotti – portare questo lavoro in piazza per enunciare le storie del territorio. Rai Storia è il tentativo di raccontare le memorie che sono il fulcro dell’identità del nostro paese».

L’importante prodotto televisivo sarà trasmesso su RaiStoria sabato 17 settembre alle 21.10, sul canale 54 del digitale terrestre, 805 di Sky e 23 di Tivùsat.

Impossibilitato a prendere parte all’evento, perché impegnato a Roma, il vescovo Antonio Napolioni è stato rappresentato dall’emerito Lafranconi che ha auspicato che «questo video non ci faccia dimenticare che la vera strada per vincere la guerra è riconoscere nell’altro un fratello».

Dopo aver abbassato le luci è stato avviato l’applaudito documentario con gli audio originali di don Primo Mazzolari, i commenti del presidente della Fondazione Mazzolari don Bruno Bignami e le testimonianze di Oscar Tänzer, Giovanni Zanchi, il figlio di Margherita Beduschi “giusta tra le Nazioni”, Leone Benyacar ed Enrico Rosa, il figlio dell’allora podestà di Bozzolo.

La produzione si è soffermata in particolare sui rapporti tra il parroco di Bozzolo e la famiglia Tänzer. Oskar è l’ultimo rappresentante della famiglia che per fuggire alle persecuzioni razziali aveva lasciato la Germania per arrivare a Bozzolo, dove è tornato per raccontare quanto fece, per la sua famiglia e altri ebrei, Mazzolari, affinché diventi “giusto tra le Nazioni”. Le scene hanno visto protagonisti i luoghi storici di Bozzolo e vi sono comparse locali che hanno favorito la ricostruzione degli scenari della cittadina mantovana in epoca bellica.

Il filmato è stato accompagnato dal suono del violino della Shoah, messo generosamente a disposizione dalla famiglia cremonese Carutti e dal Comune di Cremona: si tratta di uno strumento appartenente a un ragazzo ebreo torinese deportato ad Auschwitz all’età di 21 anni (Enzo Levy Segre), suonato nel campo e ritrovato dopo anni di oblio con il cartiglio da brividi “La musica rende liberi”. A suonarlo nel video, all’interno della chiesa di San Pietro dove si trova la tomba di don Primo, il maestro Paolo Ghidoni di Mantova. Proprio per questa produzione è stato composto dal maestro cremonese Federico Mantovani un brano, intitolato “Hésed” (Misericordia).

«Portiamo a casa – ha affermato don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari – una bella storia che fa orgogliosa Bozzolo, dove un prete, un maresciallo e un podestà abbandonano le regole per sposare una profezia che diventa vita e storia di Oscar. Questo documentario deve aiutarci a guardare all’oggi. Grazie di cuore a Fedora e a Giovanni Paolo, con i quali si è instaurata un’amicizia, e a Oscar», il quale è stato omaggiato con una medaglia commemorativa con il volto di Mazzolari.

«Ce l’ho messa tutta ma purtroppo ho fallito – ha espresso addolorato Tänzer -, perché don Primo non è stato accettato dal giudice della Corte Suprema come “Giusto tra le Nazioni”». Affinché Mazzolari sia inserito nel giardino di Yad Vashem, infatti, occorrono testimonianze di ebrei effettivamente salvati da don Primo, il cui aiuto offerto alla famiglia di Oscar era stato declinato, avendo preferito non esporlo al pericolo fuggendo in Svizzera. Nel frattempo, tuttavia, continua il processo di beatificazione.

Dopo aver baciato Oscar, la regista gli ha consegnato il pezzo di carta accartocciato dove nel documentario si sostiene che questo biglietto, per chi lo porta, condurrà alla salvezza.

In seguito all’esecuzione del baritono Salvini, i numerosi presenti sono stati invitati a entrare in chiesa per pregare sulla tomba di don Mazzolari, accompagnati dal canto finale del maestro con la benedizione del vescovo Dante.

Giulia Orlandi

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